Callisto III – Borja


Callisto III – Borja

Alfons de Borja y Cabanilles de Borgia nacque il 31 dicembre 1378 a Torre del Canals, a Játiva, presso Valencia, in Spagna, in una delle più importanti famiglie di Játiva. Precisamente era figlio primogenito di Domingo de Borgia, piccolo proprietario terriero e gentiluomo di campagna e di Francina Llançol.

Inizialmente, egli studiò grammatica, logica ed arti alla scuola di Valencia e poi dal 1392 studiò all’Università di Lleida ottenendo il dottorato in utroque iure. Spese l’inizio della sua carriera come professore di diritto a Lleida e quindi come diplomatico al servizio dei re di Aragona, in particolare durante il concilio di Basilea.

Nel 1408, l’antipapa Benedetto XIII lo nominò assessore della diocesi di Lleida nonché, dal 1411, canonico del capitolo della cattedrale diocesana.

Eletto delegato alla diocesi di Lleida al Concilio di Costanza nel 1416, non prese parte all’assemblea dal momento che re Alfonso V d’Aragona ascese al trono e si oppose alla celebrazione del concilio.

Nel 1418 venne incaricato, con il permesso del cardinale Alamanno Adimari, arcivescovo di Pisa, il quale fungeva da inviato di papa Martino V, di ottenere il sostegno di re Alfonso V.

Il Borgia si occupò strenuamente di ristabilire l’unità della chiesa e la propria influenza sul monarca aragonese, come ricompensa, egli ricevette anche il canonicato del capitolo della cattedrale di Barcellona.

Incaricato da parte del re e di Martino V di ottenere le dimissioni pacifiche di Clemente VIII, Alfonso Borgia si recò, nel 1429, nel suo castello di Peñíscola, ove riuscì a convincere l’antipapa. Come ricompensa, Alfonso Borgia ottenne di essere elevato al pieno episcopato e venne eletto vescovo di Valencia, mantenendo l’incarico sino alla propria morte anche dopo la sua elevazione a pontefice.

Nel 1439 guidò la delegazione aragonese al Concilio di Firenze, stabilendo i primi contatti con la corte pontificia.

Quando, nel 1442, re Alfonso V diede inizio alla dinastia degli Aragona a Napoli, il Borgia venne incaricato di riorganizzare il sistema giudiziario del regno.

Nel 1443, il papa, signore feudale del Regno di Napoli, riconobbe ad Alfonso il diritto di regnare, riconoscendo così il Regno Utriusque Siciliae (“Regno delle Due Sicilie”).

Alfonso Borgia divenne cardinale dopo aver favorito la riconciliazione di papa Eugenio IV con il re Alfonso V di Aragona. Fu creato cardinale presbitero nel concistoro del 2 maggio 1444 e fece il proprio ingresso formale a Roma il 12 luglio di quello stesso anno, ricevendo contestualmente il titolo cardinalizio dei Santi Quattro Coronati.

Prese residenza stabile a Roma, in un palazzo presso il Colosseo, preferendo abbandonare i propri incarichi presso la corte aragonese per dedicarsi al servizio della Chiesa, conducendo vita austera e morigerata.

Nel 1446 si iscrisse alla Fratellanza dello Spirito Santo e venne introdotto alla curia romana.

Prese parte al conclave del 1447 che elesse papa Niccolò V, di cui seguì il concistoro del 27 ottobre 1451.

Il Borgia venne prescelto quale pontefice nel conclave del 1455 a ben 76 anni, età davvero molto avanzata per l’epoca, come candidato di compromesso. Dal momento che il cardinale favorito, Giorgio Bessarione, era greco e che l’altro candidato era legato ai Colonna, fu scelto Alfonso Borgia, il quale fu incoronato il 20 aprile 1455 sui gradini dell’antica basilica di San Pietro in Vaticano per mano del cardinale Prospero Colonna, protodiacono di San Giorgio in Velabro.

Benché quasi ottuagenario e acciaccato, Callisto III si diede anima e corpo all’organizzazione della crociata contro i Turchi che avevano preso Costantinopoli nel 1453, ma nonostante i suoi sforzi i principi cristiani non si mostrarono disposti a raccogliere la sua chiamata.

Benché Callisto fosse di natura austero e integerrimo nei costumi, il suo breve pontificato vide l’ascesa sociale ed ecclesiastica di molti suoi connazionali, in special modo dei suoi due nipoti Luis Juan de Milá, già vescovo di Segorbe, e di Rodrigo Borgia, all’epoca solo venticinquenne. Un terzo nipote, Pedro Luis, rimase allo stato laicale ma fu nominato governatore di Castel Sant’Angelo, capitano generale della Chiesa, duca di Spoleto, governatore di Terni, Narni, Todi, Rieti, Orvieto, della provincia del Patrimonio e prefetto di Roma. Callisto necessitava sì di persone fidate nel governo della Chiesa e dello Stato Pontificio, ma le sue nomine furono deleterie per il benessere stesso della Chiesa, se alla sua morte i romani, indignati di tali favoreggiamenti e istigati dagli Orsini (osteggiati da Callisto, alleato dei Colonna), diedero alle fiamme le case degli odiati catalani. Le conseguenze nefaste si fecero sentire per lungo tempo: Rodrigo Borgia dominò la Curia in qualità di vice-cancelliere dal pontificato dello zio in poi, favorendo la corruzione e il malcostume.

Callisto ebbe il merito, nel 1456, di indire un nuovo processo per Giovanna d’Arco, nel quale venne scagionata dalle accuse post mortem il giorno 16 giugno.

Nel 1453 gli Ottomani avevano conquistato Costantinopoli, ponendo fine all’Impero romano d’Oriente. Appena due anni dopo il sultano Mehmed II pianificò l’invasione dell’Ungheria. Risalendo i Balcani, la prima città del territorio ungherese era l’attuale Belgrado, capitale della Serbia. Gli ottomani la posero sotto assedio (1456). Il pontefice ordinò la costruzione di una campana di mezzogiorno per invitare alla preghiera i fedeli cristiani. La città, difesa dall’ungherese Giovanni Hunyadi e dall’abruzzese Giovanni da Capestrano, riuscì a rompere l’assedio.

Caratteristica del tutto particolare per un papa del XV secolo fu il suo disinteresse nei confronti dell’umanesimo. Benché non ostile al movimento, Callisto non aveva assorbito l’amore per l’antichità classica, dimostrando indifferenza nei confronti della Biblioteca apostolica vaticana. Addirittura, per finanziare la sua crociata, Callisto vendette rilegature d’argento di libri pregiati.

Callisto III morì a Roma il 6 agosto 1458 e venne sepolto in un sontuoso monumento commissionato da suo nipote, il cardinale Rodrigo Borgia, nella cappella di Santa Maria della Febbre, non lontano dalla basilica di San Pietro. Frammenti di questo originario monumento si trovano oggi nelle Grotte vaticane, in quanto durante la ricostruzione della basilica i suoi resti vennero trasferiti altrove sempre all’interno della chiesa, ove rimasero sino al 1605.

Successivamente, il 30 gennaio 1610 le sue spoglie, assieme a quelle di papa Alessandro VI, vennero trasferite alla chiesa di Santa Maria in Monserrato, chiesa degli aragonesi a Roma.

Il 21 agosto 1889 i suoi resti vennero traslati in una tomba moderna avente sulla parte frontale due medaglioni raffiguranti i due papi.

 

 

Lo stemma adottato è quello tradizionale della famiglia Borgia. Si blasona: “D’oro, al bove pascente di rosso su una campagna ristretta di verde, con la bordura d’oro caricata di otto (3, 2, 2, 1) ciuffi d’erba al naturale”.

Alessandro VI aggiungerà a questo il ducato di Gandia, feudo principale della famiglia in Spagna.

Lo stemma ricorda sia le origini contadine della famiglia sia la forza e la capacità guerresca di questa gente.

 

 

Nota di Fracasso Bruno

Liberamente tratta da wikipedia.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’oro, al bove pascente di rosso su una campagna ristretta di verde, con la bordura d’oro caricata di otto (3, 2, 2, 1) ciuffi d’erba al naturale”.

Oggetti dello stemma:
bove, campagna, ciuffo d'erba
Pezze onorevoli dello scudo:
bordura
Attributi araldici:
caricato, pascente, posto 3-2-2-1, ristretto

LEGENDA

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