Emblema Nazionale Italiano

vedi Emblema della Repubblica Italiana.

Emblemi Araldici

termine burocratico collettivo che si riferisce allo stemma, al gonfalone, ed eventualmente alla bandiera e al sigillo di un Ente Morale.

Emblemi Civici (o Territoriali)

termIne che identifica le Armi degli Enti Territoriali- stemma, gonfalone, sigillo e bandiera. Buona parte degli emblemi civici del nostro Paese risalgono all’epoca di nascita dei Comuni nel XII secolo allorché l’Imperatore o il vescovo della città concedevano l’insegna ai cittadini riuniti in assemblea (“Arengo”, dal gotico “Hrings”- circolo, unione) come segno di autonomia e libertà (non a caso molte città adottarono la scritta LIBERTAS). Nascono come vessilli di guerra e solo successivamente vengono riportati sugli scudi (le antiche fonti fanno quasi sempre riferimento a “vessilli”); spesso monocromi o bicromi che dalla metà del secolo XII cominciano ad essere caricati di figure. Si ispirano al Vexillum rosso, l’antica insegna militare dell’esercito imperiale Romano. I primi stemmi comunali sarebbero comparsi dopo il trattato di pace di Costanza del 1183 dove venne riconosciuta l’autonomia dei Comuni e probabilmente li motivò a creare un proprio sistema di simboli e di cerimoniali. Il termine collettivo si riferisce alle armi degli Enti Territoriali (Province, Comuni, Città) che, legalmente, rientrano tra gli “Enti Morali”, sono regolate ancor’oggi dal Decreto del Re d’Italia Vittorio Emanuele III del 7 giugno 1943 n. 651 dal titolo “Ordinamento della stato nobiliare italiano” e n. 652 “Regolamento per la Consulta Araldica del Regno”, che dispongono anche per l’araldica degli altri Enti Morali (Banche, Fondazioni, Monti e simili). Si fa riferimento altresì anche al vecchio “Regolamento Tecnico Araldico della Consulta Araldica del Regno d’Italia”, approvato con Decreto del 13 aprile 1905 n. 234, e stilato dal barone e senatore Antonio Manno, commissario del re presso la Consulta, da cui il nome improprio che alcuni gli attribuiscono di “Codice Manno”. Esso stabilisce che “Province, Comuni ed Enti Morali non possono servirsi dello stemma dello Stato, ma di quell’ arme o simbolo del quale avranno ottenuto la concessione o il riconoscimento”. Il termine “simbolo” ha consentito, in tempi recenti, l’adozione di disegni e composizioni grafiche diverse dalle figurazioni araldiche. Tra gli enti territoriali rientrano anche le Regioni, anche se istituite solo nel 1948, con la Costituzione Repubblicana. Vedi anche Corona, Serto di alloro e quercia.

Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana

monumentale opera araldico-genealogica, il cui titolo completo è Enciclopedia Storico-Nobiliare Italiana. Famiglie nobili e titolate viventi riconosciute da Regio Governo d’Italia compresi città, comunità, mense vescovili, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, in dieci volumi e curata ed edita dallo storico e genealogista italiano marchese Vittorio Spreti tra il 1928 e il 1932.

Enigmatiche (anche Enigmitiche)

armi irregolari delle quali non si riesce a spiegare il significato.

Enti Morali

insieme degli Enti Amministrativi della Repubblica Italiana Regioni, Province, Comuni e Città, nonché Fondazioni, Banche, Università…

Equipollenti (Punti)

vedi Punti Equipollenti.

Erboso

attributo che caratterizza il terreno al naturale.

Ermellino

sinonimo attuale di Armellino. Vedi Armellino.

Esculapio

dio dell’arte medica. Vedi Verga di Esculapio.

Esente

vedi Nullius.

Estaie (e Scaglionetto)

termine francese per indicare lo scaglione ridotto ad 1/4 quarto della sua larghezza ordinaria.

Estasiato

attributo del delfino e degli altri pesci, quando hanno la bocca aperta senza lingua. Anche Boccheggiante o Spasimato..

Este (di) arma

armi d’origine della dinastia dei Duchi di Ferrara e Modena originaria dell’omonima cittadina ai piedi dei Colli Euganei (oggi in Provincia di Padova); “D’azzurro, all’aquila d’argento al volo abbassato, coronata imbeccata e membrata d’oro”.

Estrez

termine desueto che indica una croce diminuita della metà della sua larghezza ordinaria, come se si fosse ritirata.

Evirato (e Castrato)

animale privato dei suoi attributi sessuali. Vedi diffamato.

Face

torcia.

Falcata

è la croce che ha quattro mezze lune all’estremità dei bracci.

Falce

si dice manicata di… se ha l’impugnatura (manico) di colore diverso.

Falcetto (e Falciola)

piccola falce.

Falciato

con i denti piegati in guisa di falce

Falcone (e Falco)

uccello che si può rappresentare rapace, afferrante, imbeccato, incappucciato, legato, membrato, perticato (se posato su un ramo o sul bastone del posatoio), posato, sonagliato, sorante, tenuto (se sorretto da una mano), unghiato, volante.

False

denominazione desueta quelle armi irregolari formate in opposizione alle leggi araldiche che hanno metallo su metallo o colore su colore vedi anche Per Inchiesta, Cucite.

Farnese

arma propria della dinastia Ducale di Parma e Piacenza, “d’oro ai 6 gigli d’azzurro disposti 3,2,1”. Si pensa che i gigli in origine fossero foglie di farnia (vedi Quercia) in funzione parlante con l’ agnome della famiglia, originaria di Farnese presso il Lago di Bolsena.

Farnia

vedi Quercia.

Fascia

1) pezza onorevole di primo ordine, posta orizzontalmente nello scudo e che ne occupa pressoché la terza parte. Può essere caricata, alzata, abbassata, accompagnata, scaccata, ondata, merlata, contromerlata, sostenente, attraversata, centrata, attraversante, troncata, partita. 2) denominazione corrente della sciarpa usata come insegna di rango composta da una larga e lunga striscia di raso o seta con colori convenzionali che i comandanti militari, i cavalieri, gli ambasciatori (con i colori del proprio Paese) e altri ufficiali indossano diagonalmente, dalla spalla destra al fianco sinistro.

Fascia civica

Fascia Civica (più propriamente Sciarpa o Fusciacca o Amarcollo e impropriamente Stola): lunga sciarpa indossata sulla spalladestra (e annodata sul fianco sinistro) dal Sindaco e dal Presidente della Provincia, nonché dai loro delegati nellecerimonie ufficiali. Il sindaco la porta interzata con i colori della Repubblica, il Presidente della Provincia completamente azzurra, entrambe sono caricate nella parte terminale con il rispettivo stemma e con l’emblema della Repubblica Italiana. I Sindaci, fino a oltre la seconda metà del 1990, la indossavano in guisa di cintura, proprio nelsenso della fascia araldica da cui rimane il nome attuale. In Alto Adige/Südtirol ogni sindaco indossa la “fascia” tricolore del suo ufficio come prima magistratura del Comune italiano, nonché la collana preziosa con le insegne civiche propria del Burgermeistersud sudtirolese.
Viene indossata anche dai membri del parlamento europeo, azzurra a caricata delle 12 stelle d’oro in cerchio dell’Unione Europea. Secondo l’Ufficio del Cerimoniale di Stato, come era previsto da comma 7 dell’art. 36 della legge n. 142/90, anche se è stato successivamente eliminato dall’art. 11,comma 14 della legge 265/99 e l’attuale disciplina vigente in materia con l’art. 50, comma 12, del T.U.O.E.L. n. 267/2000 non disponga nulla sulla posizione della fascia tricolore, ciononostante si ritiene che la modalità più corretta, per motivi di ordine storico ed evidenti esigenze di uniformità, sia pur sempre quella di indossare la fascia tricolore sulla spalla destra con la parte verde vicino al collo. Vedi anche Armacollo.

Fascia Civica (più propriamente Sciarpa o Fusciacca e impropriamente Stola)

lunga sciarpa indossata sulla spalla destra (e annodata sul fianco sinistro) dal Sindaco e dal Presidente della Provincia, nonché dai loro delegati nelle cerimonie ufficiali. Il sindaco la porta interzata con i colori della Repubblica, il Presidente della Provincia completamente azzurra, entrambe sono caricate nella parte terminale con il rispettivo stemma e con l’emblema della Repubblica Italiana. I Sindaci, fino a oltre la seconda metà del 1900, la indossavano in guisa di cintura, proprio nel senso della fascia araldica da cui il nome attuale. In Alto Adige/Südtirol ogni sindaco indossa la “fascia” tricolore del suo ufficio come prima magistratura del Comune italiano, nonché la collana preziosa con le insegne civiche propria del Burgermeister sud-tirolese.

Fascia Dentata

fascia dentata sui entrambi i lati, superiore o inferiore. Se dentata solo superiormente è una fascia dentata superiormente, se dentata solo inferiormente è una foglia di sega (vedi).

Fascia Merlata

fascia munita di merli sul lato superiore, se merlata sul margine inferiore è contromerlata; se merlata su entrambi i lati è doppiomerlata, se i merli però sono alternati è controdoppiomerlata.

Fascia Tricolore

vedi Sciarpa.

Fascia-Banda, Fascia-Sbarra

figura occupante la parte inferiore dello scudo, ottenuta dall’incontro di una fascia e di una banda o sbarra.

Fascia-Palo

è praticamente un Capo-Palo abbassato.

Fascia-Palo

è formata dall’unione di una fascia e di un palo ritirato in punta dello stesso smalto: è in pratica un capo-palo abbassato; l’unione di una fascia con un palo ritirato in capo si definisce fascia-palo rovesciata o fascia-palo in capo.

Fasciato

lo scudo quando è coperto da 6 fasce (e non si blasona il numero) di colori alternati, se le fasce sono 4 o 8 si deve indicare il numero delle fasce. Si blasona indicando per primo il colore della fascia più in alto. Se il numero di fasce è superiore a 8 si chiama burellato. Vedi Burella.

Fascio Consolare (o Littorio)

è un’insegna di origine etrusca costituito da un mazzo di verghe e da una scure, tenute insieme per mezzo di corregge è il simbolo del potere coercitivo della legge, quindi dell’autorità dello Stato. Era portato da Littori, ufficiali di scorta al servizio degli alti magistrati Romani che, con il loro ufficio comminavano pene corporali e capitali. Mussolini lo rese obbligatorio negli stemmi civici nel “capo del Littorio” ma, alla sua caduta, la norma che lo imponeva fu cancellata e la figura abrasa dagli stemmi (alcuni Comuni però si limitarono ad eliminare il fascio, mantenendo il serto vegetale).

Fascio Littorio

vedi Fascio Consolare

Fata Malefica

figura femminile, ma con ali di pipistrello, corpo di rettile e coda desinente in dardo. Cfr. Arpia, Melusina, Sirena.

Fata Melusina

vedi Melusina.