Cerchio

figura araldica circolare, come una piastra o un circolo di stoffa. Cfr. Anello, Cerchi Concentrici.

Cercine (anche Burello, meno corretto Torsello)

cerchio di strisce attorcigliate a ciambella di stoffa, nei colori delle armi, posta sull’elmo per trattenervi gli svolazzi. Cfr. Tortiglione.

Certosino (Ordine)

vedi Ordine Certosino.

Cervo (o Cervia)

animale nobile, può essere passante (posizione naturale, non si blasona), corrente (o lanciato), saliente, alato, ferito (se raffigurato colpito da un dardo), nascente (quando fuoriesce dal basso), ramoso (o ramifero se il colore delle corna è diverso). Nota: la sola testa di cervo (trofeo), vista frontalmente, si dice Rincontro, se scarnata (senza collo) si dice Massacro di Cervo. La femmina di cervo si dice anche Cervia (usata in modo “parlante” nelle armi dell’omonima città). Nota: secondo alcuni autori il suo colore “naturale” è rosso e nel caso non si dovrebbe blasonare.

Chermes (anche Kermes)

derivato dallo spagnolo Qermes, che ha originato l’aggettivo chermisi (da cui l’attuale cremisi), è un colorante estratto dalla cocciniglia e utilizzato per la preparazione di lacche, tinture per tessuti e pure come colorante alimentare. Vedi Cocciniglia.

Cherubino

testa di putto, in maestà, sostenuta da due ali speigate. Cfr. Angelo, Serafino.

Chiablese (arma)

“D’argento seminato di plinti neri, al leone dello stesso”

Chiave

normalmente posta in palo con l’ingegno verso destra, può essere di metallo o di colore, posta anche in fascia, in sbarra, in banda; spesso raffigurata accoppiata, in questo caso possono essere affrontate (quando gli ingegni sono volti l’uno verso l’altro), addossate (quando gli ingegni sono rivolti verso l’esterno), decussate (a croce di Sant’Andrea), accollate (quando sono poste dietro allo scudo).

Chiavi Pontificie (o di San Pietro)

simbolo dal V secolo di San Pietro Apostolo e contrassegno della dignità pontificia, una d’argento e una d’oro, decussate. Compaiono come simbolo della Chiesa nell’affresco restaurato da papa Innocenzo III (Lotario Conti di Segni, 1198-1216) nel catino absidale della vecchia basilica di San Pietro (del quale ci rimangono delle copie), dove una figura femminile con abiti imperiali (la Chiesa) consegna un vessillo rosso al papa, caricato da due chiavi d’argento in fascia.
Hanno sempre gli ingegni rivolti verso l’alto ad indicare il cielo, sono legate tra loro da una corda a nappe rossa: simboleggiano la potestà data da Cristo a Pietro e ai suoi successori di “legare e slegare” le cose in terra e in cielo. Hanno congegni traforati in forma di croce, a significare che non sono legate ad un uso pratico ma simbolo del potere religioso; la chiave d’oro allude al potere del pontefice nel Regno dei cieli, mentre quella d’argento al potere spirituale sulla Terra. Il primo ad usarle nelle proprie armi fu Bonifacio VIII (Benedetto Caetani, 1294-1303) il quale accollò a queste il proprio stemma, questo papa fu ideatore anche della seconda corona sulla tiara papale (la terza verrà aggiunta durante la cosiddetta Cattività Avignonese nel 1314).

Chiesa Cattolica Romana (vessillo della)

Inizialmente era un drappo rosso caricato da due chiavi d’argento poste in fascia, emblema tradizionale della Chiesa; in seguito venne mutata nella bandiera portata dal Cristo risorto, e dall’Agnus Dei, nonché da molti santi “difensori” della fede San Giorgio (e perciò scelta come simbolo dalle città di Genova e Londra), San Teodoro, San Michele e altri; si tratta essenzialmente di una croce rossa in campo d’argento (bianco) simbolo della Chiesa Universale e del Cristianesimo. Adottata come tradizionale insegna del partito guelfo è presente in mote armi di città, come Alessandria (in Piemonte), che l’adottò come chiaro segno di presa di posizione anti imperiale (il cui vessillo tradizionale è invece “rosso alla croce d’argento”), ma anche da molti Comuni “guelfi” (Milano, Vercelli, Padova, Bobbio, Reggio Emilia, Bologna; nonché dal “Popolo” di Firenze una delle due componenti della magistratura comunale medioevale). Cfr. con Chiavi Pontificie e Imperiale (Vessillo).

Chiesa Ortodossa (vessillo della)

derivato dall’emblema imperiale bizantino si tratta, essenzialmente, di una bandiera d’oro (giallo) nella quale campeggia l’aquila imperiale bicipite nera.

Chigi (Arma)

“di rosso al monte all’italiana di 6 cime d’oro [poste 1.2.3]; sormontate da una stella a sei punte dello stesso”. Per il significato alcuni propongono un plurale “chine” (salite del monte).

Chimera

mostro fantastico, dalla testa di leone, il corpo di capra, la coda di serpente, vomitante fiamme dalla bocca e dalle narici.

China

variante portoghese di Cina (anticamente Catai) che è rimasto nell’uso ricercato attuale (nonché nell’inchiostro “di China”). Cinese.

Chiodi della Passione

figura formata da tre chiodi, con la capocchia piramidale, riuniti a ventaglio colle punte verso il basso.

Chiodo a Quattro Punte

vedi Tribolo.

Chiuso

1) del Castello, torre o altra costruzione provvisti di porta ma di colore diverso da quella dell’edificio o del campo. Nella pratica sulla differenza tra “aperto” e “chiuso” c’è una certa ambiguità, comunque se il blasone non specifica la costruzione si intende senza aperture. Cfr. con aperto. Vedi anche finestrato. 2) delle mani, delle corone, degli elmi, delle porte. 3) del volo degli uccelli quando non è spiegato. Meglio Abbassato.

Chrismon (e Krismon)

termine greco che indica il monogramma formato dalle lettere X (chi) e P (ro), con la X accollata al piede della P, ritenuto monogramma di Cristo da tempi remoti. In oro caricava le armi dei militi bizantini, in alternativa alla semplice croce d’oro. Secondo alcuni fu questo il “segno” apparso in sogno a Costantino il Grande prima della battaglia di Ponte Milvio, che decretò la sua vittoria su Massenzio per la carica imperiale. Vedi anche Beta, Monferrato, Paleologo.

Ciclamoro

da “Kycklos” (giro), grande anello quando si trova raffigurato isolato nello scudo senza altre figure di accompagnamento.

Cielo (Campo di)

vedi Campo di Cielo.

Cignale

nome aulico del Cinghiale.

Cigno

se fermo non si blasona, può essere sorante, collarinato, natante, golato, imbeccato, membrato, accollato, col collo intrecciato…

Cima

vedi Vetta.

Cimato

che ha un oggetto piantato sulla cima. Di figure che ne sostengono un’altra sulla cima. Cfr. Nodrito, Sostenente, Sostenuto, Sormontato.

Cimiero

qualsiasi figura che cima l’elmo, che serviva come abbellimento ma anche come riparo dal sole. Quando l’elmo ha una corona di grado, il cimiero si pone sempre sopra questa.
Sull’elmo, in origine un semplice casco metallico o un cilindro chiuso superiormente (detto “a bigoncia”) e libero da decorazioni, si cominciò a mettere un cimiero araldico ispirato ai colori o alle figure dello scudo, o riproducente animali ed oggetti di particolare valore simbolico. Si pensa che il popolarissimo emblema dei Visconti fosse stato in origine un cimiero e solo successivamente venisse inserito nel campo dello scudo. Più tardi venne rimpiazzato da piume di struzzo.

Cinghiale (o Cignale)

si rappresenta passante, passante, difeso (quando le zanne sono evidenti e di colore diverso dal corpo), accollato, lampassato.

Cinghiato

animale (cinghiale, porco, cavallo, elefante, pesce…) che ha una cintura in forma di fascia o cinghia nel mezzo del corpo di colore differente. Cfr. Stolato.

Cingolo

1) cintura di cuoio o di stoffa che cingeva le vesti dei soldati romani. 2) cintura in forma di fune con fiocchi alle estremità, con cui il sacerdote si cinge il camice intorno al corpo.

Cinquefoglie (anche Quinfolio, raro Quinquefolio, Pentafolio, Pentafillo)

figura convenzionale rappresentata come un fiore con cinque petali e un buco al centro che lascia intravedere il campo (se di colore differente si dice bottonata di…). Termine invariabile: pl. Cinquefoglie. Secondo alcuni rappresenterebbe il fiore di pervinca (Vinca Major). Cfr. Rosa.

Cinta

1) che gira intorno allo scudo, come la bordura, ma ridotta della metà e dista dai bordi quanto il suo spessore. Può essere dentata, merlata, merlettata, verso l’esterno o l’interno; doppia, tripla. 2) le mura che cingono una torre, un edificio, una città; possono esser merlate o meno.

Cinta (ordinati in)

pezze disposte intorno al bordo dello scudo.

Cipro (arma)

1) Antica: è lo scudo inquartato con le armi di Gerusalemme, Lusignano, Armenia e Lussemburgo. 2) Moderna: d’argento, ai due leopardi al naturale posti uno sull’altro.

Circoli

grandi anelli che si raffigurano sempre in due o tre, concentrici.

Cistercense (Ordine)

Ordine monastico nato dalla riforma dell’Ordine Benedettino. Vedi Ordine Cistercense.

Città

titolo onorifico concesso dal Capo dello Stato agli agglomerati urbani secondo norme precise. Attualmente “il titolo di città può essere concesso ai Comuni” con popolazione agglomerata al capoluogo non inferiore ai 10.000 abitanti “ai quali non sia già stato riconosciuto, insigni per ricordi e monumenti storici o per attuale importanza, purché abbiano provveduto lodevolmente a tutti i pubblici servizi ed in particolar modo alla pubblica assistenza” (art. 32 del RD del 7 giugno 1943 nr. 651). Il titolo è concesso altresì ai capoluoghi di Provincia. I comuni insigniti del titolo civico possono timbrare il proprio scudo con la corona del rango di “città”.

Clarinato

animale che porta al collo un sonaglio o campanello. Cfr. Accampanato, Squillato.

Clipeo

scudo rotondo usato dai Romani.

Coburgo (e Coburg)

arma “di nero al leone d’oro, lampassato di rosso”.

Cocadrillo o Cocatrice (e Cocatrix)

basilisco, termine brutalmente derivato dal tardo latino Cocatrix, spesso più simile ad un gallo nero con coda appuntita e ali di pipistrello.