Comune di Volvera – (TO)

Informazioni

  • Codice Catastale: M133
  • Codice Istat: 1315
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 8707
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 20.94
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Nel 1029 il marchese Olderico Manfredi donò all’abbazia benedettina di San Giusto di Susa, da lui fondata, una metà del villaggio di Volveria, mentre la restante parte venne ceduta allo stesso monastero dal prete Sigifredo, evidentemente di origine nobile e possidente della zona, un poco più tardi, nel 1037. La documentazione relativa alle donazioni è la più antica pervenutaci che riporta la denominazione del paese.

Il toponimo è quindi antico, anche se non c’è accordo sulla sua origine:

1) La teoria più nota lo fa derivare da “Laurera”, ossia “zona ricca di allori”, con particolare riferimento al luogo dove venne edificato il castello. Come riporta il teologo e storico Giovanni Elia “Si vuole dagli studiosi delle antichità che questo borgo anticamente si appellasse Laurera da una folte siepe di Lauro, che circondava il Castello ora scomparso, giusta una tradizione locale; ed infatti lo stemma del Comune anche presentemente è la simbolica e aromatica pianta del Lauro sempre verde, con cui s’inghirlandava la fronte dei poeti, dei dotti, dei benemeriti nei tempi andati …”.
2) Alcuni riportano un toponimo antico: Volveria, che deriverebbe dal verbo latino “volvo – volvere”, a testimonianza dell’evoluzione compiuta dall’originario centro abitato con il suo trasferimento nella sua attuale collocazione, più a ponente rispetto alla collocazione originaria e considerata più salubre, durante la pestilenza del XVI secolo.
3) Alcuni indicano la derivazione di “Volvera” come estensione della parola latina “ulva” da cui nasce la forma dialettale piemontese “vòlva – vòrva” tesi riportata da Renzo Ambrogio, che riporta: -Volvera (To) – Attestato come “de Ulparia” nel 1162, può essere interpretato come la continuazione di “Ulvaria”, derivato in “-airus” dal latino “ulva” (erba palustre), donde il piemontese “vòlva” (pula del grano), quindi “(luogo) propriamente della pula del grano”-. L’ipotesi è sostenuta anche dallo studioso Camillo Brero che però alla parola di origine latina “vòlva” o “vulva” associa un significato orientato ad attestare e riconoscere la fertilità del terreno e della campagna volverese. Un riferimento che, seguendo la dizione popolare “la Volvera” ordinariamente utilizzata per indicare il paese, richiama la “Volvera” quindi il “luogo dove si coltiva/macina il grano”.
4) Lo stesso Camillo Brero ritiene che si potrebbe ricercare l’origine nella parola latina “volva” o “vulva” nel senso di “apertura” verso la pianura fertile.
5) Altri ancora pensano che il nome Volvera derivi da “volgo”, “popolo” o “contadini”, col significato di “luogo abitato da contadini”.

Presto divenne possedimento della famiglia Piossasco, il conte Gualtieri I infatti ne conquistò il territorio, togliendone il governo ai monaci di Susa, nonostante l’accoglimento della protesta del 1134 degli stessi di fronte al conte Amedeo III di Savoia, il quale però non fece null’altro che un “appello” al rispetto del diritto, probabilmente per non urtarsi coi Piossasco, suoi fedeli alleati. Rimarrà soggetta alla famiglia fino all’abolizione dei diritti feudali nel XVIII secolo.

Oggi Volvera ha un carattere artigianale e agricolo, con importanti insediamenti industriali.

Lo stemma civico sormontato dalla scritta “Communitas Volveriæ” risulta rappresentato, in una stile “naturalistico”, nella locale chiesa di san Giovanni Battista, prima parrocchiale del luogo; la versione attuale mostra un albero di alloro (lauro) stilizzato in campo azzurro, adottando di fatto la tesi dell’origine del nome da quell’arbusto, inoltre questo elemento è da molto tempo simbolo del luogo “come si può leggere in alcuni testi di storia locale scritti nel corso del 1800, come si può vedere nei vecchi affreschi della chiesa di San Giovanni o come i Volveresi più anziani lo ricorderanno dipinto sulla facciata del vecchio municipio”; su una lista bifida e svolazzante pure di colore azzurro recante il motto “Ingenio virtutique decus” (“ornamento per l’ingegno e il valore” con riferimento all’uso celebrativo dell’alloro). Il gonfalone è costituito da un drappo rettangolare di colore rosso: entrambi sono stati concessi con Decreto del Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, del 19 Gennaio 1999 a seguito della domanda richiesta di “regolarizzazione” degli emblemi civici presentata dal Comune con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 46 del 29 Giugno 1998.

La pratica di concessione era già stata avviata nel 1938, ma venne interrotta dagli eventi bellici, poi ripresa nel 1949, venne di nuovo interrotta nel 1953, probabilmente per contrasti tra Comune e Ufficio Araldico. Nel 1963 comunque il Comune fece predisporre lo stemma e il gonfalone.

 

Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997.
Ambrogio, Renzo. NOMI D’ITALIA. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i Comuni. Istituto Geografico De agostini, Novara 2006.
Casalis, Goffredo. DIZIONARIO GEOGRAFICO, STORICO, STATISTICO, COMMERCIALE degli Stati di S.M. il Re di Sardegna. Torino, 1833 – 1856.
Elia, Giovanni. Brevi cenni storici intorno al Comune di Volvera. Torino, 1896.
Volvera, assessorato alla cultura – gruppo fotografico volverese. Savigliano, 1995.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“Di azzurro, all’albero di lauro di verde, fustato al naturale, nodrito nella pianura diminuita di rosso, munito di sei rametti, tre in banda e tre in sbarra, ciascuno con tre foglie poste a ventaglio sulla sommità, e di altra foglia, posta in palo sulla sommità dell’albero, i rametti alternati da quattro ramoscelli, due in banda e due in sbarra, ognuno cimato dalla drupa di nero. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto in lettere maiuscole di nero, INGENIO VIRTUTIQUE DECUS. Ornamenti esteriori da Comune”.

D.P.R. 19 gennaio 1999

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di rosso, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento, recante la denominazione del comune. Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L’asta verticale è ricoperta di velluto rosso con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati di argento”.

Colori del gonfalone: rosso

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    19 Gennaio 1999