Città di Viterbo – (VT)
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Informazioni
- Codice Catastale: M082
- Codice Istat: 56059
- CAP: 1100
- Numero abitanti: 63597
- Nome abitanti: viterbesi
- Altitudine: 326
- Superficie: 406.30
- Prefisso telefonico: 0
- Distanza capoluogo: 0.0
Storia dello stemma e del comune
Lo stemma della città di Viterbo è caratterizzato da alcuni elementi derivati dalle complesse vicende storiche del capoluogo della Tuscia sulla cui origine non c’è unanime accordo: innanzitutto il leone, che è considerato il più antico simbolo della città e attestato dall’XI secolo.
La tradizione vuol far derivate il leone dall’origine etrusca della città, denominata SURINA o SURENA perché le vicine fonti termali erano dedicate al dio infero Suri, altrove si dice che sia la pelle leonina di Eracle che avrebbe dimorato nella regione dopo aver sconfitto Caco a Roma sul colle Aventino: versione che testimonia simbolicamente il passaggio dalla cultura tirrena a quella ellenica; sul colle della cattedrale esisteva un tempio dedicato ad Ercole divinizzato (la sala grande del vicino palazzo dei Priori era detta “Erculea”).
In verità si ritiene che all’epoca della contrapposizione tra Guelfi filo-papali e Ghibellini filo-imperiali la città aderì alla fazione guelfa e adottò il leone in contrasto con le città ghibelline che avevano adottato l’aquila imperiale.
Secondo la cronaca dello storico Lancillotto papa Clemente III donò il vessillo rosso con croce e chiavi d’argento in premio ai viterbesi per aver liberato alcuni cardinali durante una contesa tra i due partiti, vessati dal conte Aldobrandino, tramite Bernardo de Cucujaco, vicario del Patrimonio di San Pietro (l’insieme delle proprietà terriere , con i relativi diritti temporali connessi, frutto delle donazioni alla Santa Sede , così denominato perché le donazioni erano indirizzate “ai santi Pietro e Paolo”)) che cosegnò ai viterbesi il privilegio di inserire, accanto al leone presente nel blasone della città, la bandiera con quattro chiavi il 3 novembre 1316.
Secondo altri invece fu Bernard de Coucy che la concesse per l’aiuto avuto.
La bandiera, che alcuni identificano con il gonfalone della Chiesa, sarebbe invece il vessillo imperiale caricato di quattro chiavi d’argento allusive a quelle pontificie.
L’equivoco è indotto dal fatto che, effettivamente, nel 1315 il leone portava il vessillo della Chiesa in quella forma: ma che è in realtà d’argento alla croce rossa, e “corretto” da Federico I “Barbarossa” con apposita concessione del 19 marzo 1172 alla quale risale anche l’asta di color verde cimata dall’aquila imperiale.
Anticamente il leone teneva il vessillo appoggiandosi ad un globo azzurro crociato d’oro con l’acrostico FAVL e lo stemma era accompagnato dal motto NON METUENS VERBUM, LEO SUM QUI SIGNO VITERBIUM (“Non temendo alcun offesa, io sono il leone che rappresenta Viterbo”). Per inciso ricordiamo che il simbolo della bandiera è pressoché identico a quello della città di Chieti.
La palma fruttifera è l’antico simbolo della città rivale di Ferento, definitivamente sconfitta dai Viterbesi e assoggettata nel 1172, anno in cui venne inserita nello stemma alle spalle del leone.
Nel XVIII secolo si cercò anche di spiegare la presenza della corona sul capo del leone: col riferimento ad un oscuro quanto remoto principato etrusco goduto dalla città di Surina.
Lo stemma si blasona: “d’azzurro, al leone leopardito coronato d’oro, sopra una pianura di verde, accollato ad una palma, fruttata di rosso, al naturale, tenente con la branca anteriore destra una bandiera bifida rossa, alla croce d’argento, cantonata di quattro chiavi dello stesso, poste in palo con l’ingegno all’insù e asta di verde”. Ornamenti esteriori di città.
Secondo lo Statuto Comunale lo stemma civico potrebbe essere rappresentato accollato alla Croce di Malta, concessione del Gran Maestro dell’Ordine Gerosolimitano del 28 gennaio 1964, a ricordo della sede mantenuta nella città dall’Ordine dal 1524 al 1528.
Nota di Massimo Ghirardi
- Altre informazioni:
Palazzo dei Priori
Stemma Ridisegnato
Reperito da: Giovanni Giovinazzo
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Stemma Ufficiale
Logo
Altre immagini
Profilo araldico
“D’azzurro, al leone leopardito coronato d’oro sopra pianura di verde, accollato ad una palma fruttata di rosso, al naturale, tenente con la branca anteriore destra una bandiera bifida rossa, alla croce d’argento, cantonata di quattro chiavi di argento, poste in palo, con l’ingegno all’insù ed astato di verde”.
Gonfalone ridisegnato
Reperito da: Luigi Ferrara
Disegnato da: Pasquale Fiumanò
Gonfalone Ufficiale
Altre immagini
Profilo Araldico
“Drappo di azzurro…”
“Drappo di azzurro al terzo al ventame di giallo…”
Fonte: Roberto Breschi
Disegnato da: Bruno Fracasso
Bandiera precedentemente in uso.
Disegnato da: Massimo Ghirardi
Bandiera precedentemente in uso.
LEGENDA
- stemma
- gonfalone
- bandiera
- sigillo
- città
- altro
- motto
- istituzione nuovo comune
Concessione di Federico Barbarossa nel 1160.