Comune di Villastellone – (TO)

Informazioni

  • Codice Catastale: M027
  • Codice Istat: 1308
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 4898
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 19.68
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il borgo di Villastellone risale al XIII secolo, un atto, redatto in Chieri il 13 dicembre 1203, ne sanciva il passaggio dall’ordine dei Cavalieri del Tempio (o Templari) al Comune di Chieri.

 

Questo nuovo possedimento serviva al Comune di Chieri per creare un avamposto contro il marchese di Saluzzo e di Provana. Infatti, il Comune vi fece costruire una fortezza e il villaggio si popolò rapidamente di gente proveniente dai paesi limitrofi, grazie a franchigie ed esenzioni: ad ogni nucleo famigliare venne concessa una casa e un appezzamento di terra che i concessionari si impegnarono a coltivare.

 

Inizialmente, il paese viene denominato Villanova di San Martino dello Stellone perché situato vicino alla chiesa di San Martino dei Templari. Il contratto però poneva delle difficili condizioni, quindi dalla sua stipulazione alla reale fondazione della nuova villa passarono circa quarantadue anni, fino a quando l’Imperatore Federico II risolse la questione fra i Templari e il Comune di Chieri, confermando l’atto di vendita. 

Negli anni successivi San Martino di Stellone, seguì il destino della più potente Chieri, la quale, per il trattato di pace con Asti, cedette metà del villaggio. Il dominio astigiano durò tredici anni, dopo di che il paese ritornò in mano a Chieri che, nel frattempo, vistasi minacciata dal Monferrato, da Saluzzo e dagli Acaya, aveva offerto la propria sudditanza ai Savoia. 

In quel periodo assume il nuovo nome di Villa Stellonis in seguito Villastellone.

 

Nel XIV secolo carestie, pestilenze, continue scorribande di armati e guerre nonché un furioso incendio nel 1325 distrussero interamente il paese che si trovò nuovamente spopolato al punto che Chieri decise nuovamente di incentivare l’arrivo di gente, assegnando loro delle terre e il diritto d’esenzione dai carichi fiscali. Risposero all’invito, ottanta famiglie provenienti dalla Val Chisone e da Pragelato. L’impegno di Chieri fu subito quello di erigere delle fortificazioni e di provvedere alla loro difesa.

 

Ben presto, il Comune di Chieri, si rese conto di quanto questo impegno fosse gravoso per la sua economia e così chiese al Conte di Savoia e al Principe d’Acaya, il permesso di cedere Villastellone in feudo al patrizio chierese Franceschino Della Villa (1396) e ai suoi discendenti per linea maschile. Nel contratto d’acquisto il Della Villa ottenne l’esenzione dai tributi, ma venne inserita quella di provvedere militi all’esercito comunale per dieci anni. Dalla data d’acquisto, da parte del patrizio, Villastellone diventò stabilmente feudo della famiglia e dei suoi membri.

 

Fu grazie a Franceschino della Villa che la casata conobbe le massime fortune. Dopo l’acquisto di Villastellone, egli comprò e ottenne l’investitura feudale di Bardassano, Canova e Tondonito sulle colline torinesi (1408-1416); divenne, inoltre, consigliere del principe Ludovico di Savoia-Acaja.

 

La famiglia Della Villa si estinse allorché morì l’ultimo Marchese, Carlo, il 22 settembre 1866 a Villastellone senza discendenza. Per successione il territorio passò ai Morra di Lavriano, antica famiglia piemontese originaria di Pancalieri che s’imparentò con i Della Villa per mezzo del matrimonio che la sorella di Carlo Della Villa, Clara Maria, contrasse nel 1858 con il conte Carlo Morra di Lavriano, capitano di cavalleria e poi d’artiglieria. Dal loro matrimonio discendono gli attuali proprietari del castello, le cui forma attuali hanno visto l’intervento del celebre architetto Filippo Juvarra.

Lo stemma del Comune si blasona: “Inquartato: il 1º, d’argento, alla testa e collo della donna mora, di nero; il 2º, di azzurro, alla stella di sei raggi, d’oro; il 3º, d’azzurro, alle tre calendule d’oro; al 4º, di argento, alla croce di otto punte, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune”.”.

La stella oro richiama foneticamente il torrente Stellone da cui ha preso nome il capoluogo (“villa/paese sullo Stellone”); la grande croce rossa vuole richiamare il simbolo dei Templari, che fu un’antica e importante presenza sul territorio;

(Armi dei Templari)

la testa di donna mora è tratta dallo stemma dei marchesi Morra di Lavriano (bandato di rosso e d’azzurro orlato d’argento, con il capo d’argento carico di una testa di donna mora, al naturale)

(Armi dei Morra di Lavriano)

discendenti degli antichi feudatari del territorio, mentre le calendule dorate sono tratte dallo stemma dei conti De Maistre, proprietari di Borgo Cornalese, aggregato a Villastellone nel 1799 . I De Maistre alzavano lo stemma “d’azzurro a tre calendule d’oro” col motto “Fors l’honneur nul souci” (“Al di fuori dell’onore nessuna preoccupazione”) alludendo al noto proverbio francese: ” Si les valets ont la peine, le Maistre a les soucis” (traducibile con: “Se i valletti hanno il disturbo, il Maestro ha le preoccupazioni”) e giocando con la parola “souci” (preoccupazione) e “souci” (calendula).

(Armi dei De Maistre)

 

 

Nota di Massimo Ghirardi e Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Fonte: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Inquartato: il 1º, d’argento, alla testa e collo della donna mora, di nero; il 2º, di azzurro, alla stella di sei raggi, d’oro; il 3º, d’azzurro, alle tre calendule d’oro; al 4º, di argento, alla croce di otto punte, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
argento, azzurro
Partizioni:
inquartato
Oggetti dello stemma:
croce, pianta di calendula, punta, stella, testa di donna
Attributi araldici:
moro, posto 2-1, rivoltato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Fonte: Giovanni Giovinazzo

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    9 Ottobre 2002

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    13 Gennaio 1918