Comune di Torre de’ Busi – (BG)

Informazioni

  • Codice Catastale: L257
  • Codice Istat: 97080
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 1970
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 9.15
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il nome di Torre de’ Busi, centro boschivo della Valle San Martino, ha origine dalla presenza di una “casa fornita di torre” più la specificazione del casato possessore (Busi),[1][2] questo toponimo viene riportato per la prima volta nel 1435 negli Statuta Municipalia Vallis Sancti Martini (del 1596 il primo utilizzo per indicare un’unità amministrativa) mentre in precedenza, come si ricava dagli Statuti Pergami del 1331, il luogo era indicato come Valle Beretta o Bretta.[3]

Parte del ducato milanese sotto i Visconti passò nel 1423 alla Repubblica di Venezia, sotto il cui dominio le popolazioni della Valle godettero di ampia autonomia, entrandone a far parte in modo definitivo nel 1454.[4] Sempre all’epoca iniziale del governo veneziano deve risalire la concessione feudale alla famiglia Busi, insediata in loco almeno dal 1287 e che negli stessi anni rivestiva importanti incarichi ecclesiastici e amministrativi, e l’erezione della “torre”, oggi scomparsa, probabilmente dovuta, visto che si trattava di un territorio di confine, a motivi militari.[5] A fine ‘700, con l’ondata rivoluzionaria conseguente all’arrivo delle armate francesi, Torre entrò a far parte della Repubblica Cisalpina, poi del napoleonico Regno d’Italia (1805), nel 1816 dell’austriaco Regno Lombardo-Veneto e infine (1859) dei domini sabaudi costituiti, di lì a poco, in Regno d’Italia.[6]

Il 27 gennaio 2018 il comune di Torre de’ Busi è passato dalla provincia di Lecco, nella quale era stato compreso alla sua costituzione nel 1992, alla provincia di Bergamo a cui apparteneva in precedenza.

L’iter per dotare il Comune di un proprio segno identificativo ebbe inizio con la delibera consiliare del 3 giugno 1988 con la quale si indicava l’emblema desiderato allegando copia degli Stemmari Manganoni (1656) e Camozzi Vertova (1888) riportanti l’arma dell’estinta famiglia Busi; nell’ultima opera esso è presente al n. 2107 come “Busi da Valbrembana (discesi da Torre de’ Busi)” (stemmi simili, ma con smalti differenti, sono riportati dal Crollalanza e dallo Spreti per la famiglia Fracasetti).[7] [8]

Lo stemma comunale, concesso con decreto del Presidente della Repubblica del 6 agosto 1988, ha il seguente blasone: D’azzurro, alla torre d’argento, merlata alla ghibellina, chiusa e finestrata di due in fascia, di nero, murata dello stesso, fondata sulla collina di verde, fondata in punta, essa torre sostenuta con le zampe anteriori dai due leoni di rosso, affrontati e poggianti le zampe posteriori sulla collina;[9] il gonfalone civico è un drappo partito di bianco e di rosso.

Da un punto di vista simbolico «[…] la torre indica il simbolo architettonico e funzionale che designa il comune, i leoni rampanti simboleggiano la forza e la determinazione degli abitanti […]»[10].

Nota di Giovanni Giovinazzo

Bibliografia

Domenico Petronilla, Stemma e storia di Torre de’ Busi, Comune di Torre de’ Busi ICA Bergamo, 1989

Marco Foppoli, Vittorio Mezzera, Stemmario lecchese. Gli stemmi dei Comuni della Provincia di Lecco, Cattaneo Paolo Grafiche srl, Oggiono, 2005, pp. 216-7

[1] Vacchetta, cit., p. 11; AA.VV., Nomi d’Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i Comuni, Istituto Geografico De Agostini, Novara, 2006, p. 663

[2] Foppoli, Mezzera, cit.

[3] Petronilla, cit., pp. 19 e 23

[4] Petronilla, cit., pp. 29-31

[5] Petronilla, cit., pp. 33-35

[6] Petronilla, cit., p. 42

[7] Petronilla, cit., p. 43

[8] Foppoli, Mezzera, cit.

[9] Foppoli, Mezzera, cit.

[10] Petronilla, cit., p. 47

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Dueffesport

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“D’azzurro, alla torre d’argento, merlata alla ghibellina, chiusa e finestrata di due in fascia, di nero, murata dello stesso, fondata sulla collina di verde, fondata in punta, essa torre sostenuta con le zampe anteriori dai due leoni di rosso, affrontati e poggianti le zampe posteriori sulla collina”

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo partito di bianco e di rosso…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    3729
    concessione
    6 Agosto 1988