Città di Soncino – (CR)

Informazioni

  • Codice Catastale: I827
  • Codice Istat: 19097
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 7767
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 45.32
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Secondo la tradizione la città (titolo del quale può fregiarsi formalmente dal 2004) di Soncino venne fondata dai Goti su una basso rilievo al quale dettero un nome che, secondo un etimo germanico, significherebbe “re delle acque” ad indicare come la zona fosse al sicuro dalle paludi e dalle esondazioni del fiume Oglio.

 

Nel 1118 venne istituito il “Borgo Franco” che diede impulso all’espansione demografica ed economica divenendo un importante caposaldo del Cremonese ed entrando in diretto conflitto con i Bresciani, i quali fondarono dirimpetto il nuovo borgo di Orzinuovi (dal nome del precedente borgo di Orzivecchi che si trova nelle vicinanze).

Nel corso del secolo, sotto la signoria di Buoso della Duera, il borgo venne fortificato, venne potenziata la vecchia rocca e la cinta di mura urbane.

 

 

Con il privilegio del 1311 Soncino venne sottoposta direttamente all’Imperatore (divenendo “terra separata”) svincolata dal controllo di ogni altra città, compresa Cremona. La concessione intese favorire l’espansione commerciale di questo territorio.

 

Nel 1313, l’imperatore Enrico VII investe feudatario di Soncino Giovanni I, conte del Forese, assegnazione molto formale che non impedì l’indipendenza e la libertà della comunità.

 

Durante il dominio dei Visconti di Milano, tra il 1385 e il 1454, il ruolo strategico di Soncino aumenta, divenendo una importante roccaforte tra il ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, la quale riuscì ad impadronirsi per ben tre volte della città nel XV secolo; il dominio della Serenissima non venne però percepito come impositivo, poiché il suo  governo fu abbastanza positivo. L’attività imprenditoriale, che già vedeva all’opera numerosi mulini, si sviluppa, anche grazie all’apporto della comunità ebraica, specializzandosi nella produzione di panni pregiati.

 

Gli Sforza, che successero ai Visconti nel 1454, restaurarono la rocca e le mura per renderle adeguate alle rinnovate tecniche belliche, anche gli Sforza ebbero grande considerazione di Soncino per la sua posizione strategicamente importante all’interno dello scacchiere militare dell’Italia settentrionale, per questo lo dotarono di imponenti strutture difensive. È in questi periodo che Leonardo da Vinci, accompagnato da Luca Pacioli, soggiorna a Soncino (come annota lui stesso), dove si occupa dello studio di opere idrauliche e difensive.

 

Con l’arrivo degli spagnoli, nel 1536, inizia il periodo di decadenza, l’imperatore Carlo V ne infeuda gli Stampa, col titolo di Marchesi, e limita l’autonomia del comune. L’oneroso stanziamento di truppe militari spagnole contribuisce all’impoverimento del territorio.

 

Con l’arrivo degli Austriaci nel XVIII secolo avviene lo smantellamento delle opere militari, che verrà completato con l’abbattimento delle quattro porte civiche di origine medioevale durante il dominio napoleonico.

 

 

Lo stemma civico di Soncino è direttamente derivato da quello dell’omonima famiglia feudale dei marchesi Stampa di Soncino, poi confluita nei Casati, da cui il predicato Casati-Stampa di Soncino.

 

Si blasona: “troncato: al primo d’argento all’aquila di nero al volo spiegato, coronata d’oro; al secondo di rosso al castello d’oro, aperto del campo e murato di nero, munito di tre torri, di cui la centrale più alta, merlate alla ghibellina di tre, finestrate di tre del campo, due e una. Sotto lo scudo su lista bifida e svolazzante d’argento, il motto in lettere capitali di nero: Nec Aspera Terrent”.

 

 

Sia nel celebre armoriale noto come Codice Cremosano (oggi a Milano) del 1673 che nell’analogo Codice Archinto, alla città è attribuito uno stemma differente: “di rosso alla croce d’argento”: argento e rosso sono gli elementi rimasti allo stemma attuale che è stato integrato con la figura del castello e dell’aquila imperiale. La figura allude alla rocca, una delle principali emergenze castrensi del tardo medioevo lombardo, documentata come Castrum Sonzini nei documenti dell’epoca dell’imperatore Enrico VII di Lussemburgo del 1311 e del successore Ludovico IV di Baviera del 1327 i quali beneficiarono la località e il suo castello per assicurarsene la fedeltà ghibellina.

 

Il motto NEC ASPERA TERRENT (che possiamo tradurre con “Le difficoltà non spaventano”) è un’impresa adottata all’epoca del dominio francese.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Fonte: Il sindaco del Comune di Soncino

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


D.P.R. 18 novembre 2004

Note stemma


Fonte:
Francesco Pedretti
sindaco del Comune di Soncino

Colori dello scudo:
argento, rosso
Partizioni:
troncato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini



Profilo Araldico


“Drappo di rosso…”

Colori del gonfalone: rosso
Profilo Araldico

Bandiera della città:
“Drappo fasciato di cinque pezzi, il primo, il terzo, il quinto, di bianco, il secondo e il quarto, di rosso. L’asta sara’ ornata dalla cravatta con i nastri tricolorati dai colori nazionali”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
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LEGENDA

  • stemma
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  • sigillo
  • città
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  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    18 Novembre 2004

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    27 Settembre 1985

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    3 Ottobre 2005