Comune di Santeramo in Colle – (BA)

Informazioni

  • Codice Catastale: I330
  • Codice Istat: 72041
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 26854
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 143.42
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il paese, fino al 1863, si chiamava semplicemente SANTÈRAMO: in quell’anno, a seguito dell’ordinanza prefettizia che rendeva esecutiva la legislazione sulla toponomastica del nuovo Regno d’Italia, fu adottato il determinante IN COLLE per via della posizione elevata dell’insediamento.

Il nome è una corruzione di SANT’ERASMO, in riferimento a Erasmo vescovo di Antiochia, patrono della località (come di Formia, dove nel 303 fu ucciso durante la persecuzione di Diocleziano, e di Gaeta, dove i superstiti di Formia distrutta dai Saraceni nel 842 fuggirono portando le spoglie del santo).

Alla figura del vescovo antiocheno è legato il fenomeno dei “Fuochi di Sant’Elmo” (altra deformazione del nome di Erasmo). Secondo una nota versione della leggenda riportata da Alfredo Cattabiani* alcuni marinai napoletani spaventati dalle scariche di elettricità statica sui pennoni delle navi, che parevano preludere alla tempesta implorarono il loro patrono Sant’Elmo e il fenomeno, conosciutissimo in natura, ereditò la denominazione (che per i latini pagani era manifestazione dei “Fratres Helenae, lucida siderea” da questa derivò probabilmente una primitiva denominazione “cristianizzata” di “Fuoco di Sant’Elena” poi confusa con Ermo ed Elmo).

Il motivo per il quale S. Erasmo è considerato il protettore dei marinai è dovuto alla leggenda che vuole che un giorno, impegnato in una predica, il santo non si lasciasse interrompere nemmeno dai fulmini di un furioso temporale scoppiato improvvisamente. Il suo “patronato” ha fatto sì che il santo fosse rappresentato spesso accanto ad un argano, strumento marinaro, e questo alimentò un’ulteriore leggenda: che fosse stato torturato con l’estrazione degli intestini con quello strumento (e perciò invocato anche contro le coliche addominali).

Il Comune di Santèramo ha adottato uno scudo troncato d’azzurro e di rosso, caricato da una croce astile e un pastorale decussati e timbrati da una mitra vescovile d’argento, evidente allusione al santo patrono. Lo stemma è stato riconosciuto con Regio Decreto di Vittorio Emanuele III del 6 settembre 1934.

Nota: l’accostamento dei due “smalti” azzurro e rosso è considerato “irregolare” in Araldica (che prevede l’associazione di uno smalto ad un metallo, oro o argento, o ad una pelliccia: vajo e armellino), ma è molto diffuso in Italia.

Per maggiori informazioni e per confronti vedi: Gaeta (LT), Guastalla (RE); Provincia di Roma, Provincia di Forlì-Cesena. (*) Alfredo Cattabiani, SANTI D’ITALIA, BUR 1999

 

Note di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Bruno Dinardo per la collaborazione

Stemma Ridisegnato


Fonte: Pasquale Fiumanò

Fonte: Giovanni Giovinazzo

Reperito da: Anna Bertola

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Troncato d’azzurro e di rosso, alla mitria vescovile poggiante sulla partizione con la croce e il pastorale in decusse. Motto: “TERRA S. ERASMI”. Ornamenti esteriori da Comune”.

Colori dello scudo:
azzurro, rosso
Partizioni:
troncato
Oggetti dello stemma:
croce, mitria, pastorale
Pezze onorevoli dello scudo:
partizione
Attributi araldici:
in decusse, poggiante, vescovile

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Pasquale Fiumanò

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di verde…”

Colori del gonfalone: verde

LEGENDA

  • stemma
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