Comune di San Giovanni in Marignano – (RN)

Informazioni

  • Codice Catastale: H921
  • Codice Istat: 99017
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 9090
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 21.21
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il toponimo San Giovanni richiama la titolazione della prima chiesa del borgo, San Giovanni Battista in Castelvecchio, databile alla prima metà del XII secolo; il determinante in Marignano deriva da un antico fondo agrario, il fundus rusticus Mariniani, appartenuto a tale Marinius di epoca tardo-romana, allorché i Romani, fondarono un insediamento nella zona della Madonna del Monte che, con ogni probabilità, era caratterizzato da una villa dedita alla produzione agricola.

 

Grazie all’opera di bonifica attuata dai monaci benedettini, probabilmente nella seconda

metà del XIII secolo, l’abitato si è spostato in pianura in prossimità del torrente Ventena, presso una cappella dedicata al santo precursore, portando con sé anche la denominazione dell’antico centro.

 

Durante la signoria di Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, l’abitato di San Giovanni ricevette tra il 1438 e il 1442 la nuova cinta muraria che si vuole progettata da Filippo Brunelleschi, con otto torri e due porte dotate di ponte levatoio, tutt’ora parzialmente visibile.

 

Questo impianto, realizzato in pianura, difendeva l’importante deposito di grano conservato nel sottosuolo del borgo fortificato, dotato di numerose fosse ipogee per la conservazione cerealicola, che hanno attribuito a San Giovanni il nome di “Granaio dei Malatesta”.

 

Col passaggio allo Stato Pontificio, nel 1529, la cittadina non ebbe un particolare rilievo rientrando nel territorio di Cattolica, il dominio della Chiesa che, fatta salva la parentesi napoleonica tra il 1797 e il 1814, durerà fino al 1859.

 

Nel 1897, ottenne l’autonomia da Cattolica di qualche anno precedente è l’adozione dello stemma con la figura del santo patrono che, comunque, rappresentava la parrocchia da tempo, la versione dell’emblema in uso fino al 2003 si blasonava:

 

Campo di cielo, al San Giovanni assiso di carnagione, con manto di rosso, aureolato d’oro, tenente con la mano sinistra una croce processionale dal legno bruno al naturale, la destra in atto di accarezzare un agnello dal bianco vello saliente sulle ginocchia; la pacata figurazione riposa sopra un terreno erboso al naturale con radicato sulla destra un albero del medesimo, attraversante lo sfondo di un mare d’azzurro, increspato d’argento”.

 

Con D.P.R. 24 febbraio 2003 viene concesso la Comune un nuovo stemma e un nuovo gonfalone, che si blasona:

 

Troncato, di azzurro e di verde, al San Giovanni Battista, visto di tre quarti, attraversante, il viso, le braccia, il petto, le gambe di carnagione, succintamente coperto da pelli di capra, di nero, capelluto e barbuto, dello stesso, seduto sul masso di pietra, di rosso, tenente con la mano sinistra la croce tipica del Battista, attraversante, in palo, di nero, ornata dal nastro svolazzante in palo, di argento, con la scritta ECCE AGNUS DEI, di nero, il Santo con la mano destra posata sul dorso dell’agnello rivoltato, di argento, posto in sbarra abbassata, con l’arto anteriore destro poggiato sulla gamba sinistra del Santo; il tutto accompagnato a destra dall’albero con la chioma di verde e il tronco al naturale, nodrito nella linea di partizione”.

 

Mentre il gonfalone è descritto come “Drappo di bianco con la bordatura di azzurro…”.

 

La figura di San Giovanni Battista, con l’agnello che di consueto è il suo attributo, seduto è ripresa dalle note figurazioni agiografiche, da quelle pittoriche a quelle dei popolari “santini” devozionali è stata adottata forse in data anteriore al 1851, infatti il 17 luglio 1851 il Comune risponde al card. Gaetano Bedini, cha stava facendo un’indagine sugli stemmi dei comuni delle Legazione di Forlì in vista di una visita papale (mai avvenuta): “… per l’abbruciamento di tutti gli atti di questo Archivio Comunale avvenuto nel 1814 non ho potuto raccorre in questo Ufficio nessun indizio sull’Epoca in cui lo Stemma […] sia stato assunto, o concesso. Però fin da antico in Comune […] ha sempre levato lo stemma […] e di ciò se ne trae pure una prova dalla costante sua immemorabile sua esistenza nel Banvone del Magistrato […]”.

 

Nota di Alessandro Savorelli e Massimo Ghirardi

 

 

Bibliografia:

 

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, p. 682.

 

Plessi G. GLI STEMMI DEI COMUNI DELLE QUATTRO LEGAZIONI. Forni, Bologna 1969, p.464.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Troncato, di azzurro e di verde, al San Giovanni Battista, visto di tre quarti, attraversante, il viso, le braccia, il petto, le gambe di carnagione, succintamente coperto da pelli di capra, di nero, capelluto e barbuto, dello stesso, seduto sul masso di pietra, di rosso, tenente con la mano sinistra la croce tipica del Battista, attraversante, in palo, di nero, ornata dal nastro svolazzante in palo, di argento, con la scritta ECCE AGNUS DEI, di nero, il Santo con la mano destra posata sul dorso dell’agnello rivoltato, di argento, posto in sbarra abbassata, con l’arto anteriore destro poggiato sulla gamba sinistra del Santo; il tutto accompagnato a destra dall’albero con la chioma di verde e il tronco al naturale, nodrito nella linea di partizione”

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco alla bordura di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, bianco
Partizioni del gonfalone: bordato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    24 Febbraio 2003