Comune di Samer – (62)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Samer è un comune del dipartimento del Pas-de-Calais, nella regione dell’Hauts-de-France.

Durante il regno del re Childerico, un giovane monaco di nome Wulmer (o Wilmar) dell’abbazia di Hautmont decise di fondare un nuovo monastero nel 688 nella località di Sylviacum, dal gallo-romano “luogo ricco di selve”, in quanto parte della vasta foresta di Boulogne, poi denominato Saint-Wulmer-au-Bois (e Sint-Wulmaars, in fiammingo), che ha determinato il toponimo attuale.

Wulmer era di nobili origini, figlio di Walbert e di Dude, della famiglia dei conti di Boulogne, aveva un fratello minore di nome Walmers. Secondo la leggenda si era innamorato della bella Osterhilda, ma dopo il matrimonio con essa, si scoprì che era già promessa a tale Wilmer, il quale reclamò i suoi diritti, secondo il diritto Franco, e la povera donna dovette lasciare il giovane marito, e il matrimonio dichiarato nullo.

Il povero Wulmer si disperò e cercò consolazione presso i monaci dell’abbazia di Hautmont nel 642, dove qualche tempo dopo, decise di prendere i voti, l’abate allora gli affidò l’incarico di andare per legna con un carro tirato da due buoi. Per penitenza il giovane decise, nottetempo, di prelevare le calzature dei monaci, ripulirle e restituirle senza farsi riconoscere. L’abate però lo scoprì, ma non lo rivelò ai confratelli. La benevolenza del superiore permise a Wulmer di apprendere a leggere e scrivere e ottenere così il diritto di essere ordinato sacerdote.

Dopo l’ordinazione Wulmer chiese di potersi ritirare a vita solitaria e, ottenuto il permesso, si portò nelle estese foreste delle Fiandre, dove una grande quercia cava divenne la sua casa. Qui condusse vita appartata cercando la penitenza con il digiuno.

Dio però apparve in sogno ad un possidente che viveva in quella regione dicendogli: “Voi mangiate dei cibi deliziosi e bevete dei vini squisiti, mentre il mio servo Wulmer muore di fame dentro all’albero dove abita!”.  Il giorno successivo il nobiluomo esplorò la foresto con dei viveri e trovò Wulmer mentre cantava le lodi del signore, gli propose quindi di costruire un romitaggio.

La fama del giovane eremita si diffuse e, grazie ad alcuni prodigi dei quali fu autore per intercessione divina, divenne il capo di una comunità di religiosi. Disturbato da tutta quella gente Wulmer decise di andare alla ricerca di un nuovo luogo di solitudine nelle foreste di Desvres e Tangry, di proprietà della sua famiglia.

Un giorno il fratello Walmers, durante una battuta di caccia, scoprì l’eremita senza riconoscerlo, inizialmente infastidito rimase colpito dalla fede dell’uomo, per poi commuoversi quando egli rivelò la sua identità. Anche in quel luogo Wulmer divenne un soggetto ammirato e venerato, e si risolse a costruire un monastero di capanne per i seguaci.

La fama di Wulmer si diffuse anche nelle isole britanniche, nel 688 il re Cædwalla del Wessex, durante il suo viaggio verso Roma, dove doveva farsi battezzare dal papa, decise di fermarsi in quel luogo per conoscerlo. Il re fece una generosa donazione per la costruzione del monastero, che venne riedificato in pietra e dedicato alla Vergine Maria e a San Pietro Apostolo. Il complesso assunse il nome di Area, e Wulmer fece edificare poco lontano anche un altro monastero per una comunità di monache, denominato Wileria (poi Vilière, oggi Wierre-au-Bois), a capo del quale mise la propria nipote Bertane (o Heremberthe), figlia di Walmers.

La pietà e la saggezza di Wulmer ebbe grande risonanza e alla sua morte, il 20 luglio 697, cominciò ad essere venerato come santo, successivamente il monastero assunse la denominazione di Saint Wulmar o Saint Vilmer, poi Salmer, oggi nel comune di Samer.

Attaccato dalle orde normanne venne incendiato e saccheggiato nell’882, gravemente danneggiato fu ricostruito alle bell’e meglio, ma nel 974 Arnoul I di Fiandra fece traslare le reliquie di Sain Wulmer a Gand per sicurezza, poi a Boulogne-sur-Mer. Solo due secoli dopo, nel 1108, Ida di Boulogne, madre di Goffredo di Buglione, fece ricostruire il monastero completamente, che venne elevato ad “abbazia” dipendente fino al 1557 dal vescovo di Théruanne, vicino a Reims.

Nel 1107 il conte Eustache III di Boulogne, d’accordo col vescovo di Théruanne, Jean I de Warneton, e con l’aiuto dell’abate di Saint-Bertin di Saint-Omer, decise di sottomettere l’abbazia di Saint-Wulmer alla riforma intrapresa da Ugo, abate di Cluny. L’abbazia diverrà il luogo di sepolture preferito dei conti di Boulogne, che elargiranno grandi benefici alla comunità, i quali si riservarono i diritti di caccia nei territori dell’abbazia.

Dopo la battaglia di Crécy nel 1346 i soldati di Edoardo III distrussero l’abbazia e il borgo, che vennero faticosamente ricostruiti, per essere poi incendiati nel 1412 dalle armate del conte di Warwick e del conte del Kent.

Ancora nel 1522 e nel 1540 gli edifici vennero dati alle fiamme, nel 1608 vennero restaurati. Intanto dal 1567 l’abbazia venne riunita alla Diocesi di Boulogne, alla quale resterà legata fino al 1790.

Padre Plouvier nel 1655 promosse il restauro della chiesa, che venne iniziato nel 1669 e completato nel 1674 con la cerimonia di benedizione. Nel 1708 venne rifatto anche il chiostro, le cui gallerie vennero coperte nel 1721. Nel 1765 vennero iniziati grandi lavori di restauro, sotto la direzione dell’architetto Giraud Sannier.

L’abbazia venne soppressa nel periodo rivoluzionario. Degli antichi edifici rimangono l’ala occidentale e le rovine di quella meridionale, nonché la torre, ricostruita dai benedettini della Congregazione Maurista, che prese in possesso nel 1661 di ciò che restava degli edifici, devastati dalla guerra con gli inglesi, divenne un centro importante di studio ma nel 1790, all’approssimarsi della soppressione, non aveva che sette monaci residenti.

Lo stemma dell’abbazia è noto dall’Armorial Général de France, redatto da Charles D’Hozier (edizione del 1696), dove è rappresentato a colori, anche se non proprio correttamente (i pastorali e il cervo sono disegnati in oro e non in nero), è stato adottato invariato dall’attuale comune di Samer, che si considera l’erede amministrativo dell’abbazia.

Si può blasonare: “D’or à deux crosses adossées et passées en sautoir de sable, surmontées d’un rencontre de cerf de même et cantonnée de trois tourteaux de gueules, deux en flanc et un en pointe.” (“D’oro, a due pastorali addossati e posti in croce di Sant’Andrea di nero, sormontati da un rincontro di cervo dello stesso e accantonati da tre tortelli di rosso, due ai fianchi e uno in punta”).

Date le prerogative feudali lo stemma era timbrato dalla corona comitale, come si può vedere nella vetrata del XIX secolo della chiesa parrocchiale di Samer. I tortelli rossi sono un riferimento allo stemma dei conti di Boulogne, alla cui famiglia è tradizionalmente iscritto anche Wulmer. La testa di cervo (tecnicamente “rincontro”) richiama i diritti di caccia dei conti sui terreni abbaziali.

Questo stemma fu stato ideato da Jean-Yvres Lallart, membro fondatore della Société Académique de Boulogne-sur-Mer nel 1980; quando fu giovane sotto-prefetto del Pas-de-Calais, ideò diversi stemmi dei comuni della regione. Tra i quali quelli di Hesdin-l’Abbé, Samer, Vieil-Moutier. A questi tre comuni egli assegnò lo stesso stemma identico, con la motivazione che tutti appartennero durante l’ l’Ancien régime all’abbazia di Samer. Col tempo, giustamente, solo Samer mantenne le armi proprie dell’abbazia, che mostra i due pastorali incrociati, i tortelli rossi dei conti di Boulogne (protettori dell’abbazia), e la testa di cervo (tecnicamente: rincontro) simboleggiante il diritto di caccia degli stessi sui territori abbaziali.

Come si vede Hesdin-l’Abbé mise lo stemma su un grande campo azzurro, mentre Vieil-Moutier ha partito lo scudo, con lo stemma di Samer e la figura di un monastero stilizzato (in funzione “parlante”: “viel moutier” significa “vecchio monastero”).

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’oro a due pastorali di nero posti in decusse, accantonati in capo da un massacro di cervo dello stesso, ai fianchi e in punta da tra tortelli di rosso”.

Colori dello scudo:
oro
Oggetti dello stemma:
massacro di cervo, pastorale, tortello
Attributi araldici:
accantonato, al fianco, in decusse, in punta

LEGENDA

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  • istituzione nuovo comune