Comune di Saint-Suliac – (35)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

Il Commune di Saint-Suliac non ha un proprio stemma formalmente adottato, tuttavia talvolta usa uno stemma “di Alleanza”, derivato dalla vetrata principale della chiesa parrocchiale del XVIII secolo, che mostra lo stemma dell’ultimo feudatario Pierre Jean de la Motte de Lesnage, signore di Vaudoré, fondatore del tempio (che si blasona: “De sable fretté d’or di six pièces – Di nero cancellato di sei pezzi d’oro”), e della moglie Anne Thérèse du Fresne, demoiselle du Colombier (“De sinople au chef denché d’or, chargé de trois tourteaux de gueules – Di verde al capo ondato d’oro, caricato da tre tortelli di rosso”). Il tutto sormontato da una corona comitale.

 

Non è chiaro perché siano stato scelti proprio questi due emblemi, dato che nello stesso luogo erano presenti anche stemmi più antichi: come quello dei Rieux (“D’azur à dix besants d’or, posés 4,3,2,1 – d’azzurro a dieci bisanti d’oro, posti 4, 3, 2, 1), oppure quello dei Beringhen di Châteauneuf (“D’argent à trois pals de gueules, au chef d’azur chargé de 2 quintefeuilles d’argent – D’argento a tre pali di rosso, al capo d’azzurro caricato da 2 pentafolgie d’argento”). In passato, la chiesa di Saint-Suliac era appannaggio del marchesato di Châteauneuf che ha adottato lo stemma Beringhen come proprio.

 

 

Il villaggio di Saint-Suliac si trova nel Dipartimento dell’Ille-et-Vilaine nella regione della Bretagne, sulla riva destra del Rance, in fondo a una cala a forma di teatro.

Nel 2018 è entrato a far parte de «Les Plus Beaux Villages de France».

 

In passato formava una penisola circondata da un “braccio” del fiume Rance chiamato anche Bras di Châteauneuf, di circa di 507 ettari comprendente fino al 1850 il territorio di Ville-es-Nonais che divenne comune autonomo in quel periodo. 

 

È fiancheggiato a nord dalla Pointe de Grinfolet e a sud dalla Pointe du Mont Gareau, uno sperone roccioso naturale da cui si possono vedere a perdita d’occhio la valle del Rance e i suoi villaggi. È anche dalla cima di questo promontorio che, con la bassa marea, nell’Anse du Vigneux, si può scoprire un accampamento vichingo fortificato occupato tra il 900 e il 950 d.C. identificabile secondo alcuni studiosi come la cittadina di Gardaine.

 

Sul territorio comunale sono attestati anche insediamenti ancora più antichi: come il sito preistorico a Grainfolet. Mentre del periodo megalitico rimane il Menhir di Chablé noto come “Dente di Gargantua”. A queste presenze antichissime sono legate alcune leggende: tra queste storie si racconta anche un episodio della vita di Saint-Suliac che sconfisse il Wurm (o drago-serpente). Suliac (o Suliau) era un monaco gallese vissuto che nel VI secolo, discepolo di Saint Samson, che fondò un monastero sul “Mont-Garrot” o “Gareau”, un promontorio dominante la Rance a sud del borgo attuale, sede di un villaggio gallo-romano, ai piedi del quale sorgerà il villaggio che oggi porta il suo nome. Secondo la tradizione morì l’8 novembre 606 all’età di settantasei anni. 

 

Oggi non ci sono resti del monastero fondato da Saint-Suliac. La chiesa, ricostruita nel XII secolo, fu ceduta all’abbazia benedettina di Saint-Florent di Saumur (Anjou) che vi insediò un priorato. Questa chiesa, danneggiata durante i conflitti normanno-bretoni, fu in gran parte ricostruita tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XIV secolo. 

 

Sarà nuovamente assediato durante le Guerre della Lega. I registri parrocchiali riferiscono di una spedizione punitiva nel 1597 delle truppe di Enrico IV composta da ottocento uomini armati e due navi da guerra per bombardare la chiesa dove si erano radunati 250 sostenitori del duca di Mercoeur. Parte del campanile, tra cui la cui guglia e la torretta della scalinata furono distrutte. Le abitazioni raggruppate intorno alla chiesa furono costruite dopo questo conflitto. La maggior parte delle abitazioni elencate risalgono al XVII secolo. 

Il paese è noto anche perché vi è ambientata parte della vicenda che ha come protagonista Joanne nel libro “Tutto il blu del cielo” di Mélissa da Costa.

 

 

Nota di Bruno Fracasso e Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
nero, oro, verde
Partizioni:
capo

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune