Comune di Rocca Canterano – (RM)

Informazioni

  • Codice Catastale: H387
  • Codice Istat: 58084
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 202
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 15.75
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Lo stemma di Rocca Canterano mostra, in funzione “parlante”, una “rocca” in forma di torre fondata su un monte, alludente alla posizione montana della località, posta a 700 metri di altitudine. Il fortilizio venne effettivamente costruito per volere dell’abate di Subiaco, nel 1084, presso quella che fu una ricercata meta di villeggiatura delle famiglie gentilizie romane. Lo scopo era quello di proteggere la popolazione e il territorio contro le mire espansionistiche di Landone, signore di Bellegra e Cerreto, e dei vescovi di Tivoli.

Il motto “Nec Vi, Nec Auro” è ripreso dal proverbio latino “Nec vi nec auro, sed justitia” traducibile con “né con la violenza né col denaro, ma con la giustizia” (si potrà conquistare la Rocca).

 

Non è chiara l’etimologia del toponimo Canterano. Secondo alcuni, deriverebbe da “Kan”, (signore) un capotribù della popolazione pelasgica e da “terapne” (abitazione) quindi “dimora del Kan”.

Altri ritengono che il nome derivi da un fondatore, tale Giovanni Di Camorrano.

Un’ultima ipotesi vuole la derivazione dalla gens Cantoria: che originò il fundus latino Cantorianum, vale a dire “fondo della gente Cantoria”, o forse intendendo che il fondo agricolo di Canterano era appannaggio dei cantori di una chiesa, dignitari capitolari molto stimati che insegnavano a leggere e a cantare presso un’ istituzione religiosa (probabilmente l’abbazia di Subiaco).

Abitatori del paese sarebbero stati pertanto i Pelasgi che costruirono a loro difesa le mura pelasgiche, dette anche ciclopiche, per contenere gli attacchi dei Siculi, primissimi abitatori della Valle dell’Aniene. I Pelasgi sarebbero giunti in Italia nel 13 a.C. provenienti dal Peloponneso.

Dopo i Pelasgi, il territorio di Canterano, fu occupato dagli Equi, antica popolazione italica, che abitava le montagne tra il lago Fucino e l’alta Valle dell’Aniene fino ai monti Simbruini che circondano la odierna cittadina di Subiaco. Dopo numerose lotte, durate più secoli, nel 458 a.C. furono vinti da Cincinnato.

 

Il nome di Cantorano o Cantorunu o Cantoranum appare in una lapide murata nel chiostro dell’abbazia di Santa Scolastica di Subiaco, della quale fu un fondum e successivamente castellum, parte del complesso sistema di difesa del territorio sublacense.

Tra l’XI e il XII secolo, l’abbazia aveva raggiunto il suo massimo splendore e possedeva un territorio molto esteso, comprendente tutti i centri della Valle dell’Aniene e oltre.

La giurisdizione dell’abbazia fu continuamente contrastata dai vescovi di Tivoli, finché si giunse ad un accordo nel 1564 stabilendo il governo “spirituale” del vescovo tiburtino (all’epoca Andrea Croci) su Canterano e altri paesi. Ma papa Urbano VIII, dal il 15 novembre 1638, lo riassegnò definitivamente agli abati sublacensi che lo governarono fino al 1753 quando venne gestito dalla Congregazione del Buon Governo, la quale approvava o meno le richieste che venivano avanzate dal governatore abbaziale.

 

Cessato il ruolo militare della rocca, cadde in abbandono, sulle sue rovine verrà costruito il palazzo Moretti.

 

Nel 1777 il territorio venne concesso in feudo ai Colonna di Roma.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
argento

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
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