Città di Rimini – (RN)

Informazioni

  • Codice Catastale: H294
  • Codice Istat: 99014
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 143321
  • Nome abitanti: riminesi
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 134.49
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

 

La più antica redazione degli Statuti del Libero Comune di Rimini è datata 26 novembre 1334, ma solo il 20 giugno 1343 ebbe l’approvazione del Legato Pontificio. Si tratta comunque di una raccolta e riorganizzazione dell’attività legislativa delle magistrature comunali precedenti.

Il “corpus” statutario del 1334 è diviso in 3 libri: il primo tratta dell’ordinamento del Comune e definisce le spettanze delle singole magistrature (Consiglio Generale, Consiglio di Credenza, Podestà, giudici, ufficiali, ecc.); il secondo libro detta norme di diritto privato e regola il comportamento dei cittadini; il terzo libro raccoglie disposizioni di diritto amministrativo e disciplina le molteplici attività economiche. Successivamente fu aggiunto un quarto libro che affronta la stessa materia del terzo; in appendice furono pubblicati gli statuti delle principali corporazioni di mestiere (arte della lana, arte del cuoio, corporazione degli speziali)1.

Lo “stemma antico” della città è costituito dai due principali monumenti romani della città: il ponte di Tiberio (completato nell’anno 21 d.C.) sovrastato dall’arco di Augusto (del 28 a.C. il più antico arco trionfale romano esistente), senza le merlature medioevali: entrambi sono rappresentati nei più antichi sigilli della comunità e testimoniano l’orgoglio per l’origine romana di ARIMINUM (forma aggettivale da ARIMINUS, il nome antico del fiume cittadino: il Marecchia, col significato quindi di “città sul Marecchia”).

 

Il 26 febbraio 1509 papa Giulio II Della Rovere con la cosiddetta “Bolla Sipontina”, dal titolo del cardinale Antonio Maria Ciocchi da Monte San Savino (1461-1533), arcivescovo di Siponto, con la quale concede diversi privilegi alla città e il nuovo stemma: un “croce d’argento caricata di una croce rossa diminuita”, vale a dire una croce rossa bordata d’argento in campo rosso con il motto “LIBERTAS ECCLESIASTICA” (formula di prammatica di un privilegio concesso tramite Bolla pontificia) in riferimento alla fine della “tirannia” dei Malatesta, che Pandolfo IV Malatesta (1475-1534) aveva venduto alla Serenissima Repubblica di Venezia, ed il ritorno sotto il governo diretto della Santa Sede (il territorio di Rimini era un Vicariato, concesso dal papa ad una famiglia che lo governava in sua vece). Priva di fondamento è la tradizione che vuole che la croce sia derivata dalla partecipazione dei riminesi alla Lega Lombarda del 1167.

 

Gli statuti trecenteschi furono riapprovati nel 1509, dopo la caduta dei Malatesta, e rimasero in vigore fino al 1797 con le opportune modifiche ed integrazioni.

 

Il territorio della signoria riminese si era però notevolmente ridotto nel tempo: Gradara apparteneva agli Sforza di Pesaro fin dal 1461, Sassocorvaro fu ceduta ai Montefeltro nel 1463 e Monte Cerignone nel 1464; nello stesso anno Montebello diventava feudo dei conti Guidi di Bagno. Anche dopo il 1509 Rimini perse diversi “Castelli”: Santarcangelo venne concessa agli Zampeschi di Forlimpopoli; Torriana e Verucchio (che era la patria dei Malatesta, detti appunto “Malatesta di Verucchio”) che era rimasta soggetta direttamente a papa Giulio II, dal successore Leone X De’ Medici venne concessa nel 1516 un musicista suo favorito, un ebreo convertito di origine tedesca, cui concesse il titolo di conte e anche di portare il cognome del papa:  Giovanni Maria Giudeo Alemanno-De’ Medici; mentre Coriano venne concessa ai Sassatelli di Imola.

 

Nel 1929 il Comune avviò la pratica per il riconoscimento dello stemma come si presenta oggi, ma con il motto ARIMINI LIBERTAS, che venne respinto dalla Consulta Araldica. Il progetto venne affidato dal podestà a Carlo Lucchesi, amministratore della Biblioteca Gambalunghiana, che si riferì al cosiddetto “sigillo del Duca Orso” attribuito al X secolo e ritrovato durante alcuni lavori di scavo del 1865 riportante l’arco e il ponte e che si vuole fossero gli emblemi del vessillo dei riminesi alla battaglia della Lega Lombarda contro l’imperatore Federico I “Barbarossa” del 1167.

 

Il Decreto di Riconoscimento del Capo del Governo del 31 marzo 1930 blasona: “nel primo d’argento, al ponte di cinque arcate sormontato da un arco trionfale romano, il tutto al naturale movente da un mare azzurro ombrato d’argento; nel secondo di rosso, alla croce dello stesso colore bordato d’argento. Motto: JACTA EST ALEA”2.

 

Il motto, traducibile letteralmente con “il dado è stato lanciato” è un chiaro riferimento alla frase che secondo Svetonio, venne pronunciata da Giulio Cesare attraversando il fiume Rubicone (che scorre a poca distanza dal capoluogo) o il torrente Pisciatello (che attraversa il centro della città) nella notte del 13 gennaio del 49 d.C, che rendeva inevitabile lo scontro con le armate della Repubblica, dato che Cesare violava apertamente la legge che proibiva l’ingresso armato entro i confini dell’Italia e dando il via alla Seconda Guerra Civile.

 

Il gonfalone in uso attualmente, da parte del Comune, si presenta come un “drappo partito di rosso e di bianco” con tre punte nel margine inferiore, la scritta “COMUNE DI RIMINI” e il motto “ALEA EST JACTA” su un piccolo nastro svolazzante nei colori del drappo. Ha sostituito quello precedente, pressoché identico, ma con il margine inferiore bifido, la scritta “MUNICIPIO DI RIMINI” e il motto libero nel campo.

Vi è appuntata la Medaglia d’oro al Merito Civile concessa con DPR del 16 gennaio 1961, perché: “Fedele alle sue più nobili tradizioni, subiva stoicamente le distruzioni più gravi della guerra per la liberazione, attestando, con il sacrificio eroico di numerosi suoi figli, la sua purissima fede in un’Italia migliore, libera e democratica. 1940-1945”.

 

Curiosità: il Comune, come indicato anche nello Statuto, possiede ben tre esemplari del gonfalone3.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

 

 

(1): https://www.comune.rimini.it/comune-e-citta/comune/ufficio-relazioni-con-il-pubblico/guida-ai-servizi/nome-stemma-civico-gonfalone-antichi-statuti

 

(2): https://www.comune.rimini.it/trasparenza-e-servizi/trasparenza/amministrazione-trasparente/disposizioni-generali/atti-generali/regolamenti/affari-4

 

(3): https://www.comune.rimini.it/trasparenza-e-servizi/trasparenza/amministrazione-trasparente/disposizioni-generali/atti-generali/regolamenti/affari-4

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Anna Bertola

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Partito: nel 1° d’argento, al ponte di cinque archi, sormontato da un arco trionfale romano, il tutto al naturale, movente da un mare di azzurro, ombrato d’argento; nel 2° di rosso, alla croce dello stesso bordata d’argento. Ornamenti esteriori da Città. Motto: Iacta est alea”.

Colori dello scudo:
argento, rosso
Partizioni:
partito
Oggetti dello stemma:
arco, arco trionfale, croce, mare, ponte
Attributi araldici:
bordato, movente, ombrato, romano, sormontato

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo partito di rosso e di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    16 Marzo 1936

    Concessione motto


    Regie Lettere Patenti (RRLLPP)
    concessione
    22 Novembre 1937

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    31 Marzo 1930

    Libro Araldico Enti Morali volume I, pag. 207