Città di Policoro – (MT)

Informazioni

  • Codice Catastale: G786
  • Codice Istat: 77021
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 16407
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 67.31
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Policoro (dal greco Polùchoros con il significato di luogo “ampio e spazioso”) viene citata per la prima volta in una donazione fatta nel 1112 da Alberada, signora di Colobraro e Policoro, alla badia di Carbone, in quest’atto viene ceduta la chiesa di s. Pietro in castro Pollicorii alla Badia; la cittadina vanta però una discendenza più antica e cioè quella dalla città magno-greca di Herakleia (anche Heraclea) di Lucania, colonia di Taranto fondata nel 432 a.C., che sorgeva nelle vicinanze del centro moderno; in seguito, dallo spopolamento di Herakleia (dovuto alla malaria), si pensa abbia avuto origine Policoro. Nel 1232 vi tenne parlamento l’imperatore Federico II prima di intraprendere una spedizione contro alcune città siciliane che si erano ribellate e dal 1300 al 1600 fu feudo dei Sanseverino, in seguito il feudo venne donato ai Padri Gesuiti; dopo la loro cacciata, avvenuta nel 1767, fu nel 1771 venduto dal Regio Fisco alla principessa Serra-Cassano di Gerace per venire infine acquistato, nel 1893, dal marchese Berlingeri; dal 1º marzo 1871 fu amministrativamente parte del comune di Montalbano Ionico. Il feudo Berlingeri fu espropriato negli anni ’50 del ‘900 dall’Ente Riforma Fondiaria; a questo esproprio, seguito dall’assegnazione delle terre ai contadini e alla costruzione da parte dell’Ente di scuole e servizi, si deve lo sviluppo di Policoro. Il centro passa infatti dagli 861 abitanti del 1951 ai quasi 4000 del ’57 e ai 14.000 del ’59, al 2011 contava circa 16.000 abitanti.

Divenuto Comune autonomo (decreto del Presidente della Repubblica n. 124 del 26 febbraio 1959) fu alle monete coniate da Herakleia che gli amministratori s’ispirarono per lo stemma civico. Il soggetto più diffuso su queste monete è infatti la prima delle dodici fatiche del semidio Eracle (l’Ercole latino), eroe eponimo, che lotta contro il leone di Nemea (le armi di Eracle, clava e arco, rivelatesi inutili contro la belva sono poste sul terreno), e fu proprio questo tema quello prescelto per campeggiare sullo stemma civico (anche lo stemma di Vaglio Basilicata ha la stessa origine ma ha assunto un disegno differente). Con decreto del Presidente Cossiga del 15 settembre 1988 è stato concesso al Comune di Policoro il titolo di Città.

Lo stemma si può blasonare nel seguente modo: “di cielo, all’Ercole di carnagione nell’atto di strangolare il leone sulla campagna erbosa, sulla quale sta la clava posta in fascia verso l’angolo sinistro della punta, il tutto al naturale; alla scritta ΗΡΑΚΛΕΙΩΝ posta in sbarra nel cantone destro del capo. Ornamenti esteriori da Città.

Nota di Giovanni Giovinazzo e Massimo Ghirardi

Bibliografia

C.G. Gattini, Delle armi de’ comuni della provincia di Basilicata, pp. 51-52 e 96, Matera, B. Conti, 1910.
Giovanni Antonucci, Albereda di Chiaromonte, signora di Colubraro e Policoro in «Archivio storico per la Calabria e la Lucania», a. XIII fasc. III (1943-1944), pp. 129-142

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
campo di cielo
Oggetti dello stemma:
Ercole, leone

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo partito di bianco e di azzurro…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    15 Settembre 1988