Città di Lugo – (RA)

Informazioni

  • Codice Catastale: E730
  • Codice Istat: 39012
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 32777
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 116.92
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Derivata dal romano FUNDUS LUCUS (fondo agricolo presso il ‘bosco sacro’, contrapposto a “silva” che è il ‘bosco selvaggio’), ma certamente di origine più antica (sono state rinvenute tracce di insediamenti risalenti al V millennio prima di Cristo) è nominata, per la prima volta, in un documento di papa Adriano I del 782 dove è riportata come FUNDUS CENTO.

Nel 981 è ridenominata MASSA DE SANCTO ILARO.

Nel 1147 compare come FUNDO LUCUS e, nel 1264, come VILLA LUGI (la pronuncia gutturale delle “g” determinerà il toponimo attuale).

Nel XIII secolo il papa Innocenzo III la cedette all’arcivescovo di Ravenna Alberto, che fece costruire la prima fortificazione, poi inglobata nella Rocca ancora esistente.

Passata sotto il dominio dei Da Polenta, poi dei Pepoli, quindi dei Visconti, dal 1437 appartenne agli Estensi che la manterranno fino al 1597, quando questa dinastia perdette tutti i territori legati al Ducato di Ferrara (mantenendo solo Modena e Reggio Emilia) in favore dello Stato della Chiesa.

Nel 1859, attraverso un plebiscito, LUGO fu annessa al Regno di Sardegna assumendo nel 1868 il determinante DI ROMAGNA (per distinguersi da Lugo di Vicenza), attualmente abolito.

Lo stemma, antico ma riconosciuto dal Capo del Governo solo con Decreto del 7 marzo 1929, testimonia la lunga soggezione all’arcivescovo ravennate, infatti, l’emblema è l’insegna della Diocesi di Ravenna, riportata anche in numerosi documenti e monumenti di epoca bizantina: si tratta essenzialmente di una croce d’altare, segno di stabilità della fede, dalla quale si invola la colomba della pace, in riferimento all’episodio di Noè, che verificò la cessazione del diluvio liberando una colomba che ritornò all’arca con un ramoscello d’ulivo nel becco, segno che la collera divina era placata e che erano tornati a verdeggiare gli alberi.

Blasone: “Di rosso, alla croce, ritrinciata d’argento e pomata nel capo e dal lati, patente in punta, accantonata a destra del capo da una colomba dello stesso, sorante verso il fianco destro dello scudo, con un ramoscello verde d’olivo tenuto nel becco. Ornamenti esteriori da città”.

Il gonfalone, un “Drappo di bianco…”, viene riconosciuto con un D.C.G. del 1° febbraio 1936.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Giovanni Villan per la gentile collaborazione

Stemma Ridisegnato


Fonte: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“Di rosso, alla croce d’argento, ritrinciata e pomata, del campo, e dai lati, patente in punta, accantonata alla destra del capo da una colomba dello stesso metallo, volante verso il fianco destro dello scudo, con un ramoscello verde di olivo tenuto nel becco. Ornamenti esteriori da città”.

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Giovanni Giovinazzo

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini



Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco
Profilo Araldico

“Drappo di bianco caricato in  centro dello stemma comunale…”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
no bandiera
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    1 Febbraio 1936

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    7 Marzo 1929

    Bolla Papale
    concessione

    Concessione di papa Pio VII nel 1817.