Città di Lodi – (LO)

Informazioni

  • Codice Catastale: E648
  • Codice Istat: 98031
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 44401
  • Nome abitanti: lodigiani
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 41.43
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Su un insediamento di una tribù celtica, appartenente al grande gruppo dei Galli Boi, i Romani fondarono Laus Pompeia in onore del Console Gneo Pompeo Strabone, colui che concesse ai Celti la cittadinanza Romana.

In seguito si sviluppò una città (o Municipium) che avrà come vescovo San Bassiano (319-409) amico di Sant’Ambrogio di Milano.

Intorno all’XI secolo i cittadini si diedero Statuto di Libero Comune, di tipo consolare, e cercarono in ogni modo di svincolarsi dal dominio di Milano. Questo ingenerò cruenti conflitti che culminarono nella totale distruzione di Lodi da parte dei Milanesi il 24 maggio 1111. Il 3 agosto 1158 dello stesso anno l’imperatore Federico I di Svevia (detto “Barbarossa”) venne in Italia per ridurre all’obbedienza i Comuni (guidati da Milano nella celebre Lega Lombarda) ribelli alla sua autorità, e rifondò quindi la città in una località poco distante nota come Colle Eghezzone nei pressi del porto sul fiume Adda della antica Laus; per questo motivo Lodi restò sempre riconoscente all’Impero, anche dopo l’adesione formale alla Lega Lombarda (che qualcuno vuole forzata dai Milanesi).

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Da quel momento si distinguerà la nuova città: LODI vera e propria, da LODI VECCHIO (ancora esistente, oggi Comune autonomo, che conserva l’antica basilica romanico-gotica dedicata a San Bassiano, unica superstite delle distruzioni milanesi). L’imperatore concesse anche il rango di “città imperiale” il 3 dicembre 1158 (riconosciuto con Imperial Regia Lettera Patente del 24 aprile 1815, nel periodo del Regno Lombardo-Veneto soggetto all’Impero austriaco).

La nuova fondazione diventerà un centro di commercio e un importante snodo stradale, fino ad essere dominante su un’ampia area tra l’Adda e il Po.

Divenuta possesso dei Visconti nel XIV secolo, vi edificarono il castello che divenne la sede di Giovanni Vignati, per un breve periodo signore della città.

All’inizio del XV secolo Lodi entrò nei territori del Ducato di Milano e, tra cruente battaglie (storiche quelle di Agnadello, Melegnano e Pavia), fu sottomessa a diversi dominatori: dopo i Visconti e gli Sforza, i Francesi, gli Spagnoli e infine gli Austriaci.

Nel 1786 diventò capoluogo di Provincia comprendente, oltre al Lodigiano, Gera d’Adda e (dal 1815) anche Crema, già possedimenti della Repubblica di Venezia.

La Provincia di Lodi e Crema verrà abolita nel 1859: Lodi sarà assoggettata a Milano, mentre Crema e Gera a Cremona.

È tornata ad essere capoluogo di Provincia1 dal 27 gennaio 1992.

Lo stemma è in uso ab antiquo, ed è così blasonato dal Regio Decreto2 di formale concessione del 9 novembre 1933: “D’oro alla croce piana di rosso. Ornamenti esteriori da Città, lo scudo accostato da due rami d’alloro, al naturale”; la corona è quella di “città” del vecchio tipo precedente alla regolamentazione araldica 1943.

Il serto di solo alloro, in luogo di quello regolamentare di alloro e quercia, lo distingue da quello pressoché identico della città di Schio (Vicenza) che, a sua volta, porta un serto di olivo.

Per ulteriore distinzione la città di Lodi usa abitualmente una figurazione aulica, non pribva di eleganza, che risale alla precedente concessione, infatti con lettera ministeriale del 16 aprile 1865 era già stato concesso l’uso di uno stemma: “D’oro alla croce di rosso. Ornamenti esteriori da Città, lo scudo accostato da due rami d’alloro, al naturale”.

Sulle origini dell’emblema non vi sono certezze: tradizionalmente si sostiene che risalga all’epoca della Prima Crociata del 1095, ma la cosa è storicamente inattendibile, gli stemmi, come li conosciamo oggi, non compaiono prima della fine del XII secolo; inoltre non esiste fonte che attesti la partecipazione della città all’impresa.

Probabilmente lo stemma deriva dal vessillo imperiale, che portava una croce d’oro in campo rosso, derivato dal vessillo di Costantino, con i colori invertiti, per dichiarare la fedeltà della città alla causa ghibellina, il campo oro distingue anche l’arme lodigiana da quella di Milano.

Il gonfalone comunale riproduce sul fronte lo stemma e, sul retro, due scene: una dedicata al patrono San Bassiano, e la seconda rappresenta il Barbarossa nell’atto di consegnare ai notabili di Lodi le insegne della nuova città.

(1): Nota: Nella nuova Provincia di Lodi non è compreso il vicino Comune di San Colombano al Lambro, la cui popolazione ha deciso di restare aggregata alla Provincia di Milano, diventando così un “enclave” milanese in territorio lodigiano.

(2): LL.PP. 5 marzo 1935 Libro Araldico Enti Morali – vol. II pag. 427.

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo araldico


“D’oro alla croce di rosso. Ornamenti esteriori da Città”. 

Oggetti dello stemma:
croce

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro
Profilo Araldico

“Drappo di giallo alla croce di rosso…”

bandiera ridisegnata

Disegnato da: Bruno Fracasso

bandiera Ufficiale
no bandiera
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LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    24 Aprile 1815

    Regio Decreto (RD)
    concessione
    9 Novembre 1933

    Libro Araldico Enti Morali – vol. II pag. 427

    LL.PP. 5 marzo 1935

    Libro Araldico Enti Morali – vol. II pag. 427

    Lettera Ministeriale del 16 aprile 1865