Comune di Gela – (CL)

Informazioni

  • Codice Catastale: D960
  • Codice Istat: 85007
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 77360
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 277.31
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Lo stemma del Comune di Gela è costituito da un’aquila coronata con le ali spiegate che poggia le zampe su un basamento, formato dai capitelli contigui di due colonne doriche, in campo rosso. Questi elementi sono costanti nella figurazione dell’emblema della città anche se i colori non sono mai stati precisati tecnicamente. Intorno al 1910 i capitelli delle due colonne vennero rappresentati in forma ionico-corinzia; e durante il Fascismo venne imposto, come su tutti gli emblemi italiani, il “Capo del Littorio”.
La figura dell’aquila richiama quella “sveva” dell’imperatore Federico II, identificante anche il Regno di Sicilia, in riferimento alla fondazione della città di Heraclea-Terranova da parte di quell’imperatore nel 1233. La corona di rango ducale, che normalmente timbra lo scudo, viene fatta risalire al periodo di dominio della dinastia dei Pignatelli d’Aragona Cortes, che ebbero titolo di “duchi di Terranova e Monteleone”.
Fino al XVIII secolo lo stemma era accompagnato dal motto: Heraclea Civitas Antiquissima.
Le colonne sono un riferimento alla fondazione greca (“dorica”) della città e alla rifondazione sveva, all’epoca della quale dovevano ancora essere presenti in loco diverse colonne greche, delle quali ne rimane un esemplare nel Parco delle Rimembranze e che fece probabilmente da “modello” per quelle dello stemma, del quale non si conosce chiaramente l’istituzione che viene fatta risalire tradizionalmente all’epoca federiciana.
Il gonfalone in uso (Statuto Comunale, art. 2) è in forma di labaro, di colore “cremisi” (ossia: rosso porpora) caricato dall’aquila e dalle colonne senza scudo.
L’attuale denominazione di Gela, venne ripristinata nel 1927, in sostituzione di Terranova di Sicilia, riprendendo quello della colonia dorica fondata da navigatori provenienti da Lindos (presso Rodi) nel 688 a.C. come riportato dallo storico ateniese Tucidide, il quale racconta (VI,4, 3-4) che furono i coloni greci, provenienti da Rodi e da Creta e guidati rispettivamente da Antifemo e Entimo, ad occupare lo spazio “dove ora si trova la città che si chiama Lindioi e che per primo fu cinto da mura”.
Nel 505 a.C. a Gela ebbe dominio il tiranno Cleandro, figlio di Pantares. L’uccisione di Cleandro avvenuta nel 498 a.C. da parte di Sabillo, segnò la salita al potere del fratello, Ippocrate. Sotto il suo governo Gela visse momenti di grande splendore economico e politico. Nell’ultimo decennio del V sec. i Cartaginesi, partiti da Agrigento, distrussero Gela nel 405 a.C. con le milizie guidate da Imilcone.
La ricostruzione di Gela avvenne sotto la figura del condottiero corinzio Timoleonte, il quale vi insediò coloni dell’isola di Kos guidati da Gorgos. Gela visse un lungo periodo di pace.
Scomparsa e dimenticata dopo la distruzione e la dispersione degli abitanti ad opera del tiranno Finzia di Akragas (Agrigento), la città rinacque nel 1233 per volontà di Federico II di Svevia che le diede il nome di Terra Nova, che poi assunse il determinante Eraclea: Heraclea Terranova (lett. “Terra Nuova di Eracle/Ercole”).
Con l’Unità d’Italia nel 1861 la città assunse il nome di Terranova di Sicilia, che nel 1927 fu nuovamente mutato in quello, originario, di Gela.
Appartenente in epoca medievale come feudo dell’Abbazia di Santa Maria di Terrana, e in epoca borbonica inclusa nella Provincia di Caltanissetta, con una delibera del consiglio comunale del settembre 2015 la città ha chiesto, senza esito, di aderire alla Città metropolitana di Catania.

La città di Gela è gemellata dal 1976 con quella greca di Eleusi in nome del grande tragediografo greco Eschilo nato nella cittadina greca, ma vissuto e morto nella cittadina siciliana.
Dal 2013, grazie al record del mondo su ultraleggero di Giuseppe Alabiso, è stato formalizzato il gemellaggio tra l’estremo nord e l’estremo sud d’Europa (Gela e Nordkapp).
Anche la città tedesca di Wittingen ha un rapporto di gemellaggio.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Altre immagini



Profilo araldico


“Di rosso all’aquila dal volo spiegato al naturale, imbeccata e rostrata d’oro, poggiante con gli artigli su due colonne doriche d’argento poste una accanto all’altro e moventi dalla punta”.

Nostro blasone

Colori dello scudo:
rosso

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo color cremisi con ricamati in oro lo stemma e il nome “Città di Gela”. L’asta è sormontata dalla scultura raffigurante l’aquila sveva poggiante su due colonne doriche”

Colori del gonfalone: porpora

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
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  • istituzione nuovo comune