Comune di Foiano della Chiana – (AR)

Informazioni

  • Codice Catastale: D649
  • Codice Istat: 51018
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 9622
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 40.84
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

L’area dell’attuale Comune di Foiano, come tutta la Val di Chiana, fu popolata fin dall’antichità da genti di civiltà etrusca, che vi edificarono rilevanti centri urbani come Arezzo, Chiusi e Cortona. Dopo la successiva lunga dominazione romana, le invasioni barbariche e il conseguente abbandono delle colture furono la causa dell’impaludamento delle fertili terre chianine.

La comunità di Foiano fu la prima, in Valdichiana, a proclamarsi libero comune, dotandosi di uno statuto cittadino (1084). Foiano, come il resto della valle, fu a lungo contesa tra senesi (XII secolo) e aretini, con questi ultimi che ne mantennero il dominio fino al 1336. In quell’anno furono i fiorentini a espugnare Foiano, radendola praticamente al suolo, ma in breve tempo la Terra venne riedificata. Particolare cura fu dedicata alla cinta muraria, che Niccolò Mannozzi descrisse nel 1613 come «due mane d’honesti muri» di rossi mattoni, «et è tale il lor colore, che da lontano paiono dei vivi carboni accesi, per non dir di minio, o di cinabro dipinti». Foiano venne così inclusa del dominio fiorentino, soggetta a un podestà per le cause civili e al vicario della Val di Chiana per quelle penali.

Nel frattempo l’impaludamento della valle avanzava, tanto che i fiorentini dotarono Foiano di un porto, in modo da facilitare per via d’acqua le comunicazioni con i borghi vicini. Bisognerà attendere il 1788, quando l’illuminato granduca Pietro Leopoldo I di Lorena promosse la bonifica della palude, per dare salubrità e sviluppo al territorio chianino. Assegnò l’incarico all’ingegnere idraulico aretino Vittorio Fossombroni, che lavorò intensamente alla bonifica per un quarantennio.

 

Per quanto attiene l’insegna, un sigillo del XIV secolo, conservato nel Museo di Arte medievale e moderna di Arezzo, attesta l’uso da parte di Foiano del segno del giglio, rappresentato in modo simile al fleur-de-lys francese, privo di stami; del tutto analogo l’esemplare documentato dal libro degli Statuti e Riforme del 1541. Da alcune fonti di metà Cinquecento si ha la prima notizia degli smalti, attestando la bicromia rosso-oro.

Proprio in quegli stessi anni, a fronte della perdita dell’insegna cittadina nel corso di un evento bellico, la Magistratura di Foiano decise di sostituire il giglio con la figura del patrono, san Martino. Tale insegna resta ancora affrescata all’interno del palazzo pubblico.

Ma non è tutto. La maggior parte dei blasonari dei secc. XVII-XVIII attesta per Foiano una ulteriore insegna di tipo naturalistico, con la figura di un candido bue chianino (a volte reso in oro) coricato sulla pianura erbosa in mezzo a due alberi di cipresso, sormontato da una falce lunare. È ipotizzabile che si trattasse del gonfalone che accompagnava la delegazione foianese a Firenze, quando in occasione dei festeggiamenti del santo patrono le terre soggette erano tenute alla simbolica offerta di un cero in segno di reverenza e sottomissione. La lettura di questo esemplare (e il conseguente disegno) da parte dei diversi compilatori dei blasonari è tuttavia spesso affrettata e imprecisa, tanto che l’animale si trova a volte raffigurato come una lepre o un cervo, mentre gli svelti cipressi diventano degli altrettanto affilati coltelli.

In ogni caso tali effimere attestazioni araldiche non risultano essere state in uso localmente, dove in vari contesti ufficiali (palazzo municipale, collegiata di S. Martino, torre civica) si continuò ad apporre in quegli stessi anni il consueto segno del giglio, ancora rappresentato senza stami nel consueto smalto d’oro in campo rosso.

Nel XIX secolo, e in particolar modo negli anni della restaurazione, le insegne più recenti vennero abbandonate, forse è meglio dire dimenticate, e si tornò a far uso in modo univoco di quella più antica. Nel 1864 il giglio foianese si trova rappresentato nel volumetto del Passerini «eguale a quello di Firenze [completo cioè di stami], sebbene diverso nei colori, per alludere all’antico nome del luogo, che si trova nelle più vetuste pergamene detto Floriano».

Tale configurazione fece in seguito testo, tanto da costituire per gli anni a venire un modello non più messo in discussione, formalizzata per mezzo del D.P.R. 18 maggio 1995 che concedette al Comune di Foiano della Chiana uno stemma «di rosso, al giglio d’oro».

Il gonfalone in uso non è invece conforme alla normativa ufficiale, essendo costituito da un drappo rosso, di forma appuntata verso il basso, al centro del quale campeggia il giglio d’oro, privo di scudo e ornamenti esteriori.

 

Nota a cura di Michele Turchi

 

Bibliografia

– N. Mannozzi, Apologia o vero Difesa dell’aria di Foiano, Firenze 1613.

– E. Repetti, Dizionario Geografico, Fisico, Storico della Toscana, Firenze 1833-46.

– L. Passerini, Le armi dei Municipj Toscani, Firenze 1864.

– G.P. Pagnini, Stemmi e gonfaloni della Toscana, in La Toscana e i suoi Comuni. Storia territorio popolazione e gonfaloni delle libere Comunità Toscane, Firenze 1985.

– Gli stemmi dei Comuni toscani al 1860, a cura di G.P. Pagnini, Firenze 1991.

La Toscana paese per paese, voce a cura di Renato Stopani, Firenze 1980.

– C. Cardinali, Un segno per Foiano. Lo stemma araldico, note storiche, Foiano 2008.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Michele Turchi

Stemma Ufficiale


Logo


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Profilo araldico


“Di rosso, al giglio d’oro”.

Colori dello scudo:
rosso
Oggetti dello stemma:
giglio

Gonfalone ridisegnato


Fonte: www.radicedidue.com/Toscana

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini


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Profilo Araldico


“Drappo di rosso…”

Colori del gonfalone: rosso

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    18 Maggio 1995