Comune di Ferruzzano – (RC)

Informazioni

  • Codice Catastale: D557
  • Codice Istat: 80033
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 795
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 19.09
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

L’origine del nome di Ferruzzano è piuttosto incerta e, pertanto le ipotesi sono innumerevoli.

  • alcuni lo fanno derivare da ferru e nsanu vale a dire ferro saldo poiché l’abitato è ben ancorato alla roccia;
  • alcuni dalla presenza nella di una pianta chiamata ferra in dialetto, da cui il nome;
  • altri ancora dalla presenza di una sorgente di acqua ricca di zolfo e di ferro da cuiil nome;
  • altri ancora lo fanno derivare da unprediale Ferrucianus o da un cognome Ferocianus;
  • altri, infine, e pare l’ipotesi più plausibile, dal greco peri + Bruzzano, latinizzato in pheri Bruzzano cioè villaggio o luogo che sorge nei pressi di Bruzzano.

Se si fanno risalire le origini del paese al 1.500, si sa comunque che, nel 925, esisteva un piccolo insediamento di persone che si erano spostate da Bruzzano e Pietracucca a seguito delle incursioni saracene.

Faceva parte, nel XV secolo, della baronia di Bruzzano e i suoi feudatari, i Cellentes, erano in conflitto con i re Aragonesi. Ferruzzano era poco popolata.

Nel 1494, viene avanzata una richiesta da parte del ducato di Bruzzano al re affinché il sistema fiscale diventi meno pesante per la popolazione, ma gli abitanti diminuiscono in continuazione. In quel periodo, la baronia di Bianco, Bovalino e Bruzzano passa a Tommaso Marullo, ma, a fine secolo, Ferruzzano risulta quasi completamente spopolata anche per le continue incursioni dei Saraceni. Proprio intorno al 1500 i saraceni invadono l’Italia meridionale e per questo vengono erette vicino ai porti delle torri di avvistamento. Tra Capo Spartivento e punta Stilo sono state erette 15 torri distanti circa 6 miglia l’una dall’altra. La costruzione della torre di Capo Bruzzano, così come la manutenzione e fornitura della guarnigione erano a carico del Duca di Bruzzano. Nella torre c’era un “torriero” responsabile della torre e i “cavallari” che sorvegliavano le acque. In caso di navi sospette i “Cavallari” davano l’allarme con segnali di fumo, di fuoco o con spari di “bombarde”. Una volta dato l’allarme i “Cavallari ” dovevano correre a rifugiarsi entro le mura del castello di Bruzzano Vetere. La paga del torriero era quasi il doppio di quella dei cavallari. L’attività di sorveglianza delle acque antistanti la torre durò circa 200 anni, fino a quando il duca di Bruzzano decise di abbandonare la torre la cui struttura era stata minata dagli agenti atmosferici.

A questi eventi si unisce la carestia che decima la popolazione della zona e a Ferruzzano sopravvivono solo alcune decine di persone.

Nel settecento il ducato di Bruzzano è messo a dura prova sia dalla prepotenza dei feudatari, che imponevano tasse insostenibili, sia dalle calamità naturali. Nel 1721 e nel 1743 ci furono dei tumulti popolari che furono sedati con difficoltà dai soldati del Duca.

Oltre a ciò, in questo periodo, le calamità naturali si accaniscono seminando morte e distruzione. Nel 1783, si registra un violentissimo terremoto che distrugge la chiesa di Ferruzzano e moltissime abitazioni mietendo un sacco di vittime.

La chiesa verrà ricostruita, ma il ducato non riesce a superare la crisi economica.

Nel 1750, la famiglia Caffarelli si trasferisce da Bruzzano a Ferruzzano e il controllo di Ferruzzano ricevendolo dalla famiglia Carafa. Questa famiglia governerà il paese fino a metà dell’ottocento.

Il 4 maggio del 1811 Ferruzzano diventa comune.

Nel 1814, i Borboni rientrano nel Regno di Napoli.

Viene abolita la “manomorta ecclesiastica” e, quindi, le terre possedute dalla chiesa passano ai privati che le possono coltivare liberamente, così molte persone dai paesi vicini si trasferiscono a Ferruzzano e a Bruzzano. Intanto, a Ferruzzano, la famiglia Caffarelli incentiva l’allevamento del baco da seta. Con una riforma agraria, le varie contrade di Ferruzzano furono destinate a coltivazioni legate alla natura del terreno e le zone meno produttive furono utilizzate per la pastorizia.

Nel 1847 la popolazione si ribellò per le mancate riforme liberali e le sommosse, represse finirono con arresti ed esecuzioni capitali.

Con l’unione del Regno d’Italia riemergono i malcontenti tra la popolazione poiché i beni demaniali e i terreni della manomorta ecclesiastica vengono venduti. Gli agricoltori che avevano occupato precedentemente queste terre perdono tutto. Nasce così il brigantaggio. Il clero si schiera con i ribelli anche perché anche gli ecclesiastici si erano visti privare delle terre e di privilegi.

La lotta era tra i briganti appoggiati dal clero e i Borboni, aiutati dall’esercito piemontese, durò a lungo con scontri a fuoco, morti e feriti, ma l’esercito piemontese non riuscì a sconfiggere il fenomeno. Nel frattempo, la famiglia Caffarelli, indebitatasi, dovette cedere la maggior parte dei propri possedimenti.

Il 23 ottobre 1907, alle ore 21:25, un terribile terremoto, con epicentro proprio a Ferruzzano distrugge la maggior parte del paese e causa, all’incirca, 160 morti. I soccorsi saranno lenti sia per la mancanza di strade sia per la mancanza di mezzi di comunicazione.  La popolazione superstite era ridotta sul lastrico, molti nuclei famigliari erano stati cancellati, pochissime abitazioni erano rimaste in piedi. Inizia così la cosiddetta “fuga verso l’America” dei giovani che avevano perso tutto.

Oltre a questo, la prima Guerra Mondiale toglie a Ferruzzano gran parte della forza lavoro e la situazione economica del paese declina. Intanto, finisce la dinastia dei Cafarelli che vende ogni proprietà.

Al ritorno dalla guerra i giovani superstiti si uniscono in una cooperativa rossa, occupando il latifondo, lavorando le terre incolte e ottenendo la fermata della linea ferroviaria che mise in contatto la gente con il mondo esterno.

Con il fascismo, nel 1929, a Ferruzzano c’erano i proprietari terrieri e professionisti che vivevano nell’agiatezza, mentre gli agricoltori, i braccianti e i pastori vivevano in miseria. Fu in questo periodo che, sotto la spinta di un predicatore pentecostale, Giuseppe Costa, molti aderirono a questa religione, malgrado le persecuzioni delle autorità, mancando altri punti di riferimento. Per le persecuzioni fasciste, la gente si riuniva di notte e in segreto.

Anche la seconda guerra mondiale fu per Ferruzzano un periodo di sofferenze. Molti, per paura dei bombardamenti, si rifugiano nelle campagne. Finita la guerra, la situazione economica si ristabilisce e si ha un periodo di tranquillità.

Nel 1978 un altro forte terremoto si scatena sulla costa ionica, ma fortunatamente si registrano solo notevoli danni alle cose. Tanto da decidere per un trasferimento del paese in contrada Canalello, vicino al mare.

Lo stemma del Comune di Ferruzzano è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica del 13 febbraio 2006 e si blasona: «Di azzurro, alla torre d’argento, murata di nero, merlata alla guelfa di cinque, finestrata con finestrella tonda di nero, chiusa dello stesso, fondata sulla pianura di verde, sormontata dalla stella di cinque raggi, raggiante, d’oro, essa torre accompagnata da due spighe di grano d’oro, poste in palo, una a destra, l’altra a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune». La torre, con tutta probabilità, si riferisce alla torre costruita in funzione antisaracena dal barone di Bruzzano, mentre le spighe alludono alla produzione agricola della zona.
Con lo stesso decreto  viene concesso un gonfalone che consiste in un “D
rappo di giallo con la bordatura di azzurro…”

 

Note di Bruno Fracasso

Liberamente tratte da differenti siti

Stemma Ridisegnato


Fonte: Dipartimento di Araldica Pubblica

Disegnato da: Pasquale Fiumanò

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Di azzurro, alla torre d’argento, murata di nero, merlata alla guelfa di cinque, finestrata con finestrella tonda di nero, chiusa dello stesso, fondata sulla pianura di verde, sormontata dalla stella di cinque raggi, raggiante, d’oro, essa torre accompagnata da due spighe di grano d’oro, poste in palo, una a destra, l’altra a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune”.

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Dipartimento di Araldica Pubblica

Disegnato da: Pasquale Fiumanò

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di giallo con la bordatura di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro, giallo
Partizioni del gonfalone: bordato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    13 Febbraio 2006