Comune di Crotta d’Adda – (CR)

Informazioni

  • Codice Catastale: D186
  • Codice Istat: 19038
  • CAP: 0
  • Numero abitanti: 678
  • Altitudine: 0
  • Superficie: 13.02
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 0.0

Storia dello stemma e del comune

Il toponimo deriverebbe da crotta voce longobarda per “cantina/luogo incavato” (analogo all’italiano “grotta”) che indicherebbe un rifugio in una zona protetta e rilevata al di sopra delle vaste paludi che caratterizzavano il territorio in passato, dove sarebbe sorto il primo insediamento.

 

La tradizione vuole che sia connesso alla famiglia Crotti, nobile stirpe bergamasca di origine longobarda. Secondo questa ipotesi, proposta dallo storico Giuseppe Bresciani (1599-1670), Gherardo Crotto avrebbe acquistato terreni in zona, allora denominata Vico Siculo, allorché si trasferì a Cremona per evitare i contrasti con i fratelli di Bergamo, dove costruì un nuovo borgo che denominò Crotta in onore della sua famiglia.

 

Con l’arrivo dei longobardi comunque il territorio verrà governato attraverso le “Corti” e il gastaldo risiedeva nella località di Tencara, fino alla cessione del potere al vescovo-conte di Cremona (Enrico IV ne investì il vescovo Siccardo nel 1187), che dovette però presto cedere in parte il potere sul contado al Comune di Cremona: Crotta divenne “comune rurale” riferito alla contrada cittadina di Porta Ariberti.

 

Nel XIV secolo il territorio cremonese venne assoggettato ai Visconti di Milano. Nelle successive guerre per il dominio, tra Milano e Venezia, tra Francia e Spagna, la posizione strategica del borgo ne fece oggetto di attacchi e saccheggi.

 

Dal XVI secolo il territorio fertile di Crotta divenne oggetto di investimenti da parte delle famiglie patrizie cremonesi, tra le quali emerse progressivamente quella degli Stanga, che nel XVIII secolo ottennero il titolo di “marchesi” che mantengono tutt’ora. Gli stanga promossero grandi lavori di bonifica, in particolare Vincenzo Stanga finanziò la costruzione della “Roggia Nuova” (detta anche “Roggia Stanga” o “Bernerdella”) che, dalla presa preso Soresina al Naviglio Pallavicino, porta acque irrigue alle coltivazioni di Crotta.

 

Lo stemma del Comune è stato formalmente concesso con DPR del 27 luglio 1987, dove si blasona: “Inquartato: nel primo e nel quarto di rosso, al leone d’oro; nel secondo e nel terzo di azzurro, alla lista bifida d’argento accollata di tre spire ad un bastone nero, quello del secondo in sbarra, quello del terzo in banda, caricata dal motto, in caratteri lapidari romani in nero, “Fatalis Fortitudo”. Il tutto è abbassato sotto un campo d’argento caricato con un’aquila di azzurro, rivoltata, coronata all’antica di cinque dello stesso. Segni esterni del Comune”.

 

La figurazione, sulla quale lo Studio Araldico di Genova ha fatto una ricerca nel 1985 su incarico del Comune, riprende quello scolpito nella lapide commemorativa dei caduti e dispersi della Prima Guerra Mondiale che si trova sotto il portico del municipio.

 

Nello stesso decreto viene concesso anche il gonfalone, descritto come: “Drappo di bianco…”.

Il motto “FORTITUDO FATALIS” (fatale fortezza) riportato su un listello attorcigliato ad un bastone, venne adottato dalla famiglia cremonese degli Stanga. A partire dai primi anni del XII, dopo la morte di Mantricardo Stanga, la famiglia si divise in due rami con a capo i due figli Oliviero e Ubertino. Da Oliviero discende il ramo dei conti di Castelnuovo Bocca d’Adda (riconosciuti con diploma del 6 ottobre 1496 dell’imperatore Massimiliano poi confermato nel 1816 dall’imperatore Francesco I). Da Ubertino discende invece il ramo dei marchesi d’Annicco, il cui titolo fu conferito da Ranuccio Farnese, duca di Parma, con diploma del 13 gennaio 1686, a Carlo Stanga, quest’ultimo per eredità materna aveva assunto il cognome Trecco, a questo ramo appartengono gli Stanga di Crotta.

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Alessandro Neri per la gentile collaborazione

 

 

Bibliografia:

 

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997, pag. 282.

Stemma Ridisegnato


Reperito da: Pasquale Fiumanò

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Inquartato: nel primo e nel quarto di rosso, al leone d’oro; nel secondo e nel terzo di azzurro, alla lista bifida d’argento accollata di tre spire ad un bastone nero, quello del secondo in sbarra, quello del terzo in banda, caricata dal motto, in caratteri lapidari romani in nero, “Fatalis Fortitudo”. Il tutto è abbassato sotto un capo d’argento caricato con un’aquila di azzurro, rivoltata, coronata all’antica di cinque dello stesso. Segni esterni del Comune”

Colori dello scudo:
argento, oro, rosso
Partizioni:
capo, inquartato
Oggetti dello stemma:
aquila, bastone, carattere, leone, lista, motto, spira
Attributi araldici:
abbassato, accollato, bifido, caricato, coronato all'antica, in banda, in sbarra, lapidario, rivoltato, romano

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Pasquale Fiumanò

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    27 Luglio 1987