Comune di Compiano – (PR)

Informazioni

  • Codice Catastale: C934
  • Codice Istat: 34011
  • CAP: 43053
  • Numero abitanti: 1131
  • Nome abitanti: compianesi
  • Altitudine: 520
  • Superficie: 37.15
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 75.0

Storia dello stemma e del comune

Il toponimo non sarebbe, come sembra, derivato da un campo pianeggiante (‘campus planus’) quanto piuttosto dalle proprietà fondiarie di un tale Campilius, da cui Campilianus.

La storia di Compiano è legata al suo castello, già esistente nel 1141, allorché i Malaspina si sottomisero, loro malgrado, al potente Comune di Piacenza. Si fecero investire del feudo dall’imperatore, ma i piacentini avevano già acquistato tutto il territorio e lo governavano attraverso un loro rappresentante, al quale era assegnata una squadra di armati.

Nel 1256 i Consoli del Comune di Piacenza affidarono questo incarico a Ubertino Landi che nel 1257 (grazie all’appoggio di Alberto Pallavicino, vero “deux ex machina” del Consiglio dei Consoli di Piacenza) si fece investire della contea dal Comune di Piacenza: la dinastia governerà, tra alterne vicende e numerosi contrasti con le altre signorie circonvicine, il territorio per quattro secoli. Nel 1551 il conte Agostino, già Governatore imperiale di Borgotaro, fu elevato da Carlo V a Principe della Valtaro e della Valceno, marchese di Bardi e conte di Compiano, quindi signore di un vasto territorio montuoso comprendente gli antichi feudi di Borgotaro (capitale), Compiano e Bardi; che diverrà noto come Stato del Principe Landi o Principato di Valditaro, con trattamento di “Signoria Illustre” (dal 1552).

Nel 1578 la città di Borgotaro si ribellò alla tirannica signoria landesca e si diede al Duca di Parma.

Federico fu l’ultimo conte di Compiano, il feudo passò a Polissena M. Landi che, nel 1627, aveva sposato Gian Andrea II Doria principe di Melfi, il quale si impossessò militarmente del Principato nel 1636, ma ne venne esautorato per intervento della Santa Sede.

Alla morte di Polissena nel 1679 il feudo venne ereditato dal figlio Gian Andrea III Doria, che aveva preso in moglie Anna Pamphili e risiedeva con lei a Roma. Il 20 agosto 1682 il principe vendette tutto Ranuccio II Farnese Duca di Parma e Piacenza.

Nel 1805 il territorio di Compiano, venne incorporato (assieme alla Val Taro) al Dipartimento degli Appennini con capoluogo Chiavari, sottoprefettura di Borgotaro, fino al 1818. Il territorio di Bedonia, fino a quel momento modesto insediamento di secondaria importanza, venne distaccato e creato in “Mairie” autonoma. Anche durante la Restaurazione Compiano perdette importanza in favore della vicina Bedonia, che divenne capoluogo del Mandamento, e che successivamente, dal 1877 al 1891, assorbirà ulteriori 11 frazioni a spese di Compiano.

Dopo l’Unità d’Italia il territorio venne distaccato, con tutti i territori dell’ex Principato Landi, dalla Provincia di Piacenza (che aveva ereditato il territorio dell’omonimo Ducato) e associato a quella di Parma. Ecclesiasticamente le parrocchie del Comune dipendono tutt’ora dalla Diocesi piacentina.

Attualmente il Comune comprende anche il territorio di Isola di Compiano, pur separata dal capoluogo dal fiume Taro, già frazione del Comune di Tornolo.

Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale il piccolo centro (facilmente difendibile com’è: alto sul colle e provvisto di mura) divenne per breve periodo capitale del Territorio Libero della Valtaro e sede del Comando Unico Partigiano, fatto che lo espose alle rappresaglie nazifasciste: il 19 luglio 1944 le truppe tedesche effettueranno un vasto rastrellamento della zona, e trucidarono oltre una ventina di inermi civili.

Il Comune di Compiano ha sede nell’antico palazzo del Consiglio dei Savi, al centro del paese, e ha adottato l’antico stemma del periodo landesco: “D’argento, a due rami di verde, l’uno di palma, l’altro di ulivo, passati in croce di Sant’Andrea e legati da un breve svolazzante in fascia di rosso con la scritta VIRTUS ET HONOS a caratteri maiuscoli di nero”1. Nell’uso ordinario all’interno dello scudo è inserita anche la legenda latina COMPLANI COMUNITAS, in alcune versioni scritta in italiano COMUNE DI COMPIANO, non risulta che lo stemma sia mai stato formalmente riconosciuto in epoca repubblicana.

Lo stemma e il motto sono noti da secoli, il secondo sembra ripreso da un grido di guerra della famiglia Landi (“la virtù e l’onore” associate rispettivamente alla palme e all’alloro) che ebbe in Compiano il loro primo feudo, il ramo di palma e quello di alloro compaiono come emblema sulle monete coniate proprio a Compiano da Federico Landi (1590-1630), Principe della Valtaro. Nelle intenzioni del Comune esso è riferibile anche al sacrificio dei propri cittadini durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringraziano Alessandro Neri e Giancarlo Scarpitta per la gentile collaborazione

1 Nello stemmario “STEMMI delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna”, realizzato a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna sono indicati come “quercia e ulivo”.

Bibliografia:

 

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, Torino 1997 (prima edizione 1990).
AA.VV. STEMMI delle Province e dei Comuni dell’ Emilia Romagna, a cura del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna. Editrice Compositori, Bologna 2003.
Bernardi (Giacomo). LA VALTARO in tasca. Storia, arte, tradizioni, percorsi guidati. Borgo Val di Taro 2008.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini



Profilo araldico


“D’argento, a due rami di verde, l’uno di palma, l’altro di ulivo, passati in croce di Sant’Andrea e legati da un breve svolazzante in fascia di rosso con la scritta VIRTUS ET HONOS a caratteri maiuscoli di nero”

Colori dello scudo:
argento

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di azzurro bordato di giallo…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
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  • motto
  • istituzione nuovo comune