Comune di Cetraro – (CS)

Informazioni

  • Codice Catastale: C588
  • Codice Istat: 78040
  • CAP: 87022
  • Numero abitanti: 10125
  • Nome abitanti: cetraresi
  • Altitudine: 120
  • Superficie: 65.69
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 55.4

Storia dello stemma e del comune

Importante centro della provincia di Cosenza di origine antichissima, fu fondato da pescatori come Cyterium, i cui abitanti erano dediti soprattutto alla pesca e alle coltivazioni.

Deve il suo nome infatti alle estese coltivazioni di cedro (“Citrarium”: piantagione di cedri), che fu agrume rinomato quasi come quello prodotto nella vicina Diamante, che spesso veniva selezionato dagli Israeliti per le loro celebrazioni. Teorie toponomastiche alternative hanno voluto collegare il nome della localita’ al fiume Aron, che scorre nel territorio comunale (come “Citra-Aron” o “Citra Rivum”: al di qua del fiume Aron).

Le prime notizie documentate su Cetraro risalgono pero’ alla seconda meta’ del XI secolo quando Citrarium fu acquisita da Roberto il Guiscardo, re dei Normanni.

Nel 1086 fu donata all’abate di Montecassino, Desiderio IV Epifanio, dalla duchessa Sikelgaita, moglie del Guiscardo, quale compenso per aver facilitato la riconciliazione tra i Normanni e il papa Leone IX a Melfi. Divenne quindi un importante centro di studi retto dai padri Benedettini di Montecassino, che vi istituirono un rinomato Convitto.

La citta’ rimase sempre alle dipendenze dell’Abbazia di Montecassino, fino all’abolizione dei feudi nel 1810, quando venne eretta in Comune autonomo.

Per questo motivo ancora oggi il Comune presenta sul gonfalone (del quale pero’ non abbiamo notizia di concessione formale da parte del Presidente della Repubblica) un curioso stemma che si ispira a quello dell’abbazia benedettina, con una insolita “mitra preziosa” (1) a timbrare lo scudo in luogo della corona civica regolamentare, sulle cui infule e’ riportato CIVITAS CITRARI.
All’interno sono rappresentati: un albero di cedro, alludente al toponimo, e un pastorale abbaziale “rivoltato” (2) perche’, secondo un’antica convenzione, gli abati dovevano portarlo con il riccio volto all’indietro, contrariamente ai vescovi che lo rivolgono in “avanti”, in quanto non posseggono la “completa dignita’ episcopale”.

Il Comune e’ attualmente suddiviso in Cetraro Superiore e il moderno centro di Borgo San Marco, oggi stazione balneare posto lungo la costa a due chilometri dal capoluogo, sorto grazie alle sovvenzioni di un comitato del Veneto dopo il terribile terremoto del 1905.

(1): anche se, a rigore, dovrebbe trattarsi di una mitra semplice, del tipo portato dagli abati. E’ da dire, pero’, che attualmente l’abate di Montecassino gode del rango episcopale, in quanto a capo della Congregazione Benedettina Cassinese.

(2): cioe’ col riccio rivolto verso sinistra anziche’ verso destra come ordinariamente sono orientate tutte le figure araldiche (ricordiamo che in Araldica le direzione sono invertite rispetto all’osservatore perche’ riferite all’ipotetico cavaliere che imbraccia lo scudo).


Nota di Massimo Ghirardi

Il comune di Cetraro fa parte della Comunita’ Montana dell’Appennino Paolano.

I comuni confinanti sono: Acquappesa, Bonifati, Fagnano Castello, Guardia Piemontese, Malvito, Sant’Agata di Esaro.

Nel 1543, Ariadeno Barbarossa fece distruggere il cantiere navale di Cetraro, che non sarebbe stato mai piu’ ricostruito. L’abitato fu gravemente danneggiato dai terremoti del 1638 e del 1905.

La chiesa parrocchiale di San Benedetto, ampiamente rifatta in epoca barocca, custodisce al suo interno una statua del Santo titolare risalente al ‘700. La chiesa del Ritiro presenta invece cospicui elementi gotici, come il portale ed i resti del chiostro; nell’interno si possono ammirare le statue e la pala marmorea del XVI secolo.

Cetraro e’ una nota localita’ balneare, grazie alle efficienti strutture ricettive ed al porto turistico.

Note di Luigi Prato.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


Mitria le cui falde riportano la scritta: Civitas Citrarii, sovrastante uno scudo, con fondo bianco e suddiviso in due parti raffiguranti: a sinistra, una pianta di cedro ed a destra un “pastorale”. Detto scudo viene racchiuso, per la parte inferiore, da due ramoscelli di ulivo e quercia legati da un nastro azzurro, il tutto su sfondo azzurro.

Tratto dallo statuto comunale.

Colori dello scudo:
argento
Partizioni:
partito

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di azzurro…”

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune