Comune di Celleno – (VT)

Informazioni

  • Codice Catastale: C446
  • Codice Istat: 56019
  • CAP: 1020
  • Numero abitanti: 1362
  • Nome abitanti: cellenesi
  • Altitudine: 407
  • Superficie: 24.59
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 17.9

Storia dello stemma e del comune

Celleno è un comune italiano della provincia di Viterbo.

Celleno è ubicato su uno sperone tufaceo e formazioni arenarie della Valle del Tevere.

Secondo alcune ipotesi il nome Celleno ha origini antichissime che ci riconducono all’antica civiltà etrusca e greca. Suggestiva, ma senza riscontri oggettivi, è la tesi della toponomastica associata al critico e storico greco, Dionigi di Alicarnasso, secondo cui Celleno sarebbe stata fondata da “Italo discendente di Enotro, in memoria della sua figlia Cilenia; e ciò molti anni prima dell’assedio di Troia”. Celeno, nella mitologia greca, era una delle tre arpie figlie di Taumante e Elettra.

Per un’altra ipotesi, la parola Celleno può voler significare cella in senso di cavità.

Nella fascia della Valle del Tevere lungo i suoi tributari di destra in un raggio di 30 km tra Civita di Bagnoregio e Celleno, Grotte Santo Stefano, Orte, sono state individuate aree di industria litica.

Sul pianoro tufaceo del centro storico di Celleno è probabile la presenza di un insediamento sin dall’epoca etrusca VII a.C., ne dà testimonianza la grande cisterna per l’acqua e una particolare anfora, usata per l’allevamento del ghiro, datata circa VI a.C.

Sono state scoperte diverse necropoli che presentano due tipi di sepolture: a fossa, più antica e provvista di loculo laterale per l’inserimento del sarcofago per il corredo, e con camera sotterranea completamente scavata nel banco tufaceo.

Le prime specifiche notizie riguardo alla fondazione del castello di Celleno risalgono all’anno 1026 quando Corrado II Il Salico concesse questo territorio alla famiglia Conti di Bagnoregio, che ne fece un avamposto strategico per il controllo della zona; all’inizio del XII secolo il castello di Celleno risulta incluso nell’elenco dei luoghi alleati della Chiesa contro la minaccia imperiale. Entro la fine del secolo successivo l’insediamento fortificato passò sotto l’egemonia del potente Comune di Viterbo e così rimase coinvolto in varie vicende belliche del territorio, quali la distruzione di Ferento e la disputa con la città di Orvieto. Costituitasi in libero Comune, Celleno continuava la sua storia di alleanze con Viterbo, impegnandosi nelle dure dispute con Roma.

Durante il Trecento il castello conobbe le alterne vicende della rivalità tra Guelfi e Ghibellini;

Nel XV secolo divenne possedimento della famiglia Gatti, mentre dal 1527 al 1580 fu feudo degli Orsini. Dalla fine del Cinquecento Celleno venne riassorbito dallo Stato Pontificio, perdendo progressivamente la sua importanza strategica per il dominio del territorio e andando incontro a un’inesorabile decadenza del centro abitato.

Durante i moti rivoluzionari della Repubblica romana del 1848-49 Giuseppe Garibaldi soggiornò a Celleno ospite di Pacifico Caprini e suo fratello Francesco.

Il 19 marzo del 1944 a Celleno al mattino giunsero una quarantina di militi fascisti, armati di mitra pistole e bombe a mano, scortati da due carri armati tedeschi. Di lì a poco nel paese regnò il terrore.

L’originario insediamento medievale per motivi socio-economici e di instabilità dei pendii fu abbandonato a partire dagli anni Cinquanta del XX secolo. Il 18 marzo 1951 il Consiglio Comunale decretava il trasferimento della popolazione da Celleno vecchio al nuovo insediamento di Celleno Nuovo.

Il 15 ottobre 1934, durante il regime fascista, il Podestà avrebbe voluto acquistare dei terreni nei pressi del Convento per costruirvi le case popolari, la palestra, la casa dei balilla ed il “campo di istruzione militare”.

Sarà il presidente della Repubblica Luigi Einaudi che alla vigilia di Natale del 1951 sancì la morte dell’antico abitato di Celleno trasferendo coattamente la popolazione residente in luogo più sicuro, ma solo negli anni Sessanta avvenne il trasferimento a “Celleno Nuovo” delle funzioni amministrative e sociali: la scuola elementare, l’edificio comunale e la chiesa di San Donato.

Lo stemma comunale riprende l’etimologia di Celleno che fa derivare il nome da una delle arpie, Celena appunto.

Sul gonfalone comunale (Drappo di azzurro…) compare un differente stemma in cui però comunque è rappresentata un’arpia. Né lo stemma né il gonfalone risultano ufficialmente concessi per cui risulta impossibile dire quale possa essere lo stemma comunale. Certamente lo stemma in uso sembra avere più somiglianze con uno stemma ufficialmente concesso.

 

Note a cura di Bruno Fracasso

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo  di azzurro…”

Colori del gonfalone: azzurro

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
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  • istituzione nuovo comune