Città di Castrovillari – (CS)

Informazioni

  • Codice Catastale: C349
  • Codice Istat: 78033
  • CAP: 87012
  • Numero abitanti: 22561
  • Nome abitanti: castrovillaresi
  • Altitudine: 362
  • Superficie: 130.18
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 71.1

Storia dello stemma e del comune

Castrovillari si sviluppa su due parti: la parte antica con i suoi eleganti monumenti, chiamata Civita e collocata all’estremità di uno sperone roccioso, e la parte nuova ubicata in una vasta conca ai piedi del Monte Pollino.

Vari reperti archeologici testimoniano le prime forme di vita organizzata nell’epoca ellenica e bruzia anche se sono stati rinvenuti altri reperti archeologici, lungo sulle sponde del fiume Coscile (antico “Subaris”) e custoditi nel Museo Civico della città, risalenti all’epoca Paleolitica. Inoltre, il rinvenimento di alcuni ruderi di ville romane confermano che il luogo ebbe una colonizzazione romana, da cui deriverebbe l’antico nome della città Castrum Villarum vale a dire “Fortezza delle ville“, nome che appare anche in un diploma del conte Ruggero nel 1094.

Le origini certe del paese risalgono al medioevo, e sin da allora, grazie alla sua posizione strategica e ai sufficienti collegamenti tra la costa e l’entroterra, divenne uno dei più importanti centri economici e commerciali della zona.

Una notevole ripresa della città di Castrovillari si riscontra intorno al secolo XI sotto il dominio svevo che ne amplia i confini tanto da definirla “Città nuova degli Svevi”, infatti nel 1064 d.C. i Normanni, con a capo Roberto il Guiscardo, assediarono e conquistarono il centro abitato.

Il dominio normanno si prolungò fino al 1189, quando Costanza d’Altavilla, ultima discendente della famiglia normanna, sposò Arrigo VI della famiglia sveva, e di conseguenza il potere passò nelle mani degli Svevi. Gli Svevi dominarono la città fino alla battaglia di Benevento, nel 1266, in cui tutta l’Italia meridionale, compresa Castrovillari, passò nelle mani degli Angioini, che dominarono fino al 1400, fino a quando, cioè, Ferdinando I d’Aragona riuscì a conquistare definitivamente Castrovillari.

A questo periodo dobbiamo il Castello Aragonese, che finito di costruire nel 1480, non aveva come scopo quello di proteggere i cittadini, bensì di tenere a freno le continue rivolte dei Castrovillaresi, da sempre ostili agli aragonesi: questo scopo è testimoniato dalla frase in latino incisa sotto lo stemma che troneggia sull’ingresso del castello: “ad continendos in fide cives”.

In seguito la città passò direttamente sotto l’autorità imperiale per finire poi infeudata alla famiglia degli Spinelli di Cariati, che la ressero quasi ininterrottamente fino all’eversione della feudalità, tranne dal 1579 al 1610 durante il quale la città appartenne alla famiglia Sanseverino di Bisignano. Nel 1700 i Borbone si impossessarono di tutta l’Italia meridionale, ma nel 1806 le truppe borboniche furono sconfitte a Campotenese dall’esercito francese di Napoleone che conquistò la città. L’arrivo dei francesi portò grandi novità: venne abolita la feudalità, furono soppressi gli ordini monastici, vennero concesse alla ricca borghesia emergente enormi quantità di terreno, mentre la nobiltà si vide costretta a vendere anche i propri titoli nobiliari. Le novità francesi portarono all’urbanizzazione del Piano dei peri, e consentì alla città di espandersi verso l’attuale corso Garibaldi (come attestano anche gli ampi marciapiedi costruiti a immagine dei boulevards francesi). Sotto il dominio francese fu istituito anche il Distretto di Castrovillari che riconobbe alla città il ruolo di guida del suo territorio.

Caduto il dominio napoleonico, con il congresso di Vienna, nel 1820, i Borboni ripresero il controllo fino a che il Risorgimento italiano non fuse la storia di Castrovillari con quella del resto d’Italia. Castrovillari diede un contributo importante all’Unificazione d’Italia, nel 1860 Giuseppe Garibaldi ospitato dal colonnello Giuseppe Pace arrivò trionfante a Castrovillari e poco dopo, in piazza San Giuliano, si svolse il plebiscito popolare.

Lo stemma della città è stato concesso con DPR del 7 aprile 1994, contempraneamente al gonfalone.

Si blasona: “Di azzurro, alla muraglia di argento, murata di nero, uscente dai fianchi e fondata in punta, merlata alla guelfa di otto, munita di porta centrale, di nero, accompagnata da due finestrelle rotonde, una a destra, l’altra a sinistra, dello stesso, essa muraglia sostenente il castello di argento, murato di nero, formato dal corpo basamentale, trapezoidale, sostenente tre torri merlate alla guelfa, le torri laterali merlate di tre, finestrate di uno con finestre larghe e basse, di nero, la torre centrale, più alta e più larga, merlata di quattro, unita con raccordo concavo alle torri laterali, finestrata con finestra alta e stretta, di nero. Ornamenti esteriori da Città”, mentre il gonfalone è un “Drappo di bianco…”.

Note di Bruno Fracasso

Lliberamente tratte dal sito istituzionale

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Di azzurro, alla muraglia di argento, murata di nero, uscente dai fianchi e fondata in punta, merlata alla guelfa di otto, munita di porta centrale, di nero, accompagnata da due finestrelle rotonde, una a destra, l’altra a sinistra, dello stesso, essa muraglia sostenente il castello di argento, murato di nero, formato dal corpo basamentale, trapezoidale, sostenente tre torri merlate alla guelfa, le torri laterali merlate di tre, finestrate di uno con finestre larghe e basse, di nero, la torre centrale, più alta e più larga, merlata di quattro, unita con raccordo concavo alle torri laterali, finestrata con finestra alta e stretta, di nero. Ornamenti esteriori da Città”.

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco…”

Colori del gonfalone: bianco

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    7 Aprile 1994

    Trascritto nel Registro Araldico dell’Archivio Centrale dello Stato il 25 aprile 1994


    Regio Decreto (RD)
    concessione

    Concessione dell’Imperatore Carlo V nel 1535.