Comune di Cabiate – (CO)

Informazioni

  • Codice Catastale: B313
  • Codice Istat: 13035
  • CAP: 22060
  • Numero abitanti: 7394
  • Nome abitanti: cabiatesi
  • Altitudine: 237
  • Superficie: 3.22
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 26.8

Storia dello stemma e del comune

Cabiate deriva il proprio toponimo dal latino Caveato, ed è un centro di probabile origine longobarda, forse derivato dal personale latino Cavius o da Cavea ‘cavità, recinto’. È documentato dal 745 come Vico Capiete, un primitivo borgo sviluppatosi intorno ad un castello presso il torrente Terò.

Anche ecclesiasticamente il territorio di Cabià era parte del territorio della pieve di Mariano (Mariano Comense) a sua volta dipendenza del monastero di San Vittore di Meda, la cui badessa Allegrezza ne cedette l’amministrazione al nobile Giacomo da Rho, capostipite di quella dinastia, che erigerà a Cabiate una propria residenza.

 

Successivamente entrò nel grande dominio dei duchi Visconti-Sforza di Milano, nel 1450 il territorio venne concesso in feudo ai Marliani che lo vendette ai Giussani nel 1538, ai quali succedettero i Taverna, ancora i Marliani che lo cedettero a Flaminio Crivelli di Inverigo nel 1683.

 

Con l’amministrazione asburgica nel 1751 il comune assorbì anche i territori delle “cascine” Pallazzina, Poradella e “Del Bertino”, ma con la riorganizzazione amministrativa napoleonica il territorio venne unito al comune di Mariano.

La situazione precedente venne ripristinata con il ritorno del governo austriaco con l’annessione alla provincia di Como.

 

Anche se nello “Stemmario Trivulziano” a Cabiate è attribuito uno stemma “d’oro al castello di rosso, merlato alla guelfa, aperto e finestrato del campo, sostenente tra i due torrioni un levriere ritto d’argento con il collare del medesimo inanellato d’oro, innalzante, con la zampa destra una gabbia dalle grate nere”.

 

La figura della gabbia è in evidente funzione “parlante”, essendo assonante con la versione vernacolare del toponimo “Gabià” e alla, supposta, etimologia da “cabia” (gabbia) nel senso di “recinto” che delimitava l’antico insediamento intorno al castello; il cane potrebbe essere un riferimento allo stemma di Cantù.

 

Un primo stemma, proposto all’amministrazione guidata dal sindaco Arturo Salice il 15 dicembre 1935 dallo Studio Araldico di Padova, prevedeva l’adozione del supposto stemma dei “conti di Cabiate” e alla Consulta Araldica il 22 dicembre 1939 venne inviato un bozzetto che presentava: “un drago di verde su fondo rosso che vomita fuoco dalla bocca”.

 

La pratica non ebbe esito fino al 1955, quando il Capo di Gabinetto della Consulta la respinse formalmente per ragioni tecniche (secondo la “norma” una figura di smalto verde non dovrebbe essere messa su un fondo di altro smalto rosso) e storiche: l’ufficio metteva in dubbio l’esistenza della famiglia Da Cabiate o Cabiati.

 

Il 18 febbraio 1958, il sindaco Giovanni Orsi, con delibera n. 9 del 3 marzo 1959, propose una seconda istanza elaborata sempre dallo Studio Araldico di Padova, che rievocava l’antica cappella di San Giorgio, intorno al quale si sviluppò il nuovo insediamento che gli abitanti decisero di ricostruire su un territorio non soggetto alla badessa medese.

 

La figurazione con San Giorgio che atterra il drago, simbolico anche della lotta contro le ingiustizie, venne adottata “rivoltata” (cioè orientata verso sinistra) per distinguersi dal, supposto, stemma nobiliare.

 

La concessione formale avvenne con DPR del 24 maggio 1959, dove lo stemma in uso si blasona: “D’azzurro, al San Giorgio armato di argento su cavallo baio e rivolto che colpisce con la spada nelle fauci fiammeggianti il drago, il tutto al naturale”. Lo stemma in uso viene rappresentato abitualmente armato di lancia, mentre sul gonfalone (“drappo partito di bianco e azzurro”) è regolarmente mostrato impugnante una spada, come da blasone.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Si ringrazia Jack Aliu Çelpica per la gentile collaborazione

 

 

Bibliografia:

 

Genovese C. 2006 – STEMMI DEI COMUNI DELLA PROVINCIA DI COMO. pp. 82-83

AA.VV. 1997 – DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani. UTET, p. 129.

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro, al San Giorgio armato d’argento, su cavallo baio e rivolto che colpisce con la spada nelle fauci fiammeggianti il drago, il tutto al naturale”.

Colori dello scudo:
azzurro
Oggetti dello stemma:
San Giorgio, cavallo, drago, fauci, spada
Attributi araldici:
armato, baio, fiammeggiante, rivolto

Gonfalone ridisegnato


Reperito da: Luigi Ferrara

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


Altre immagini



Profilo Araldico


“Drappo partito di bianco e di azzurro…”.

Colori del gonfalone: azzurro, bianco
Partizioni del gonfalone: partito

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    24 Maggio 1959