Comune di Barst-Marienthal – (57)

Informazioni

Storia dello stemma e del comune

’attuale circoscrizione amministrativa del comune di Barst-Marienthal è stata formata nel1811, dall’unione dei due territori di Barst e di Marienthal, precedentemente indipendenti. Si trova nel dipartimento della Moselle (Mosella), della regione della Lorraine (Lorena).

 

BARST

 

È documentato dal 755 come Barnescheyt, un toponimo di origine celtica (da ‘cheyt’: foresta), indicante una posizione strategica per la sorveglianza dell’accesso alla valle della Sarre. Tra il X e l’XI secolo il toponimo subì diverse modificazioni, prima Barneseit (974), poi Bach nel 1093, per riassumere la forma di nel Barnescheyt 1139, che verrà modificata nel 1607 in Baxst, per poi essere fissata nella forma vigente nel 1869.
Nel IX secolo, con i villaggi di Hoste e di Maxstadt, era parte di un territorio soggetto alla badessa del monastero di Sainte-Glossinde di Metz, che lo manterrà fino al XVII secolo, pur nel rispetto delle prerogative del vescovo-conte messino che, più tardi, comprenderà il territorio nella signoria (Vouerie) di Hombourg-Saint-Avold. Quando quest’ultima nel 1572 verrà ceduta al duca di Guisa e poi, nel 1581 al duca di Lorena, Barst resterà feudo temporale vescovile, solo nel 1648 passerà (con i beni episcopali) al Regno di Francia.

 

Nel XIII secolo il villaggio fu concesso dal vescovo ai signori di Hingsange (dal nome di un castello, oggi scomparso, a sud di Gros-Tenquin), gli Hérange, poi Bliesbrücken.

 

Nel 1621 il duca di Lorena acquistò parte del feudo dai Lixheim, per cederlo al cugino Louis de Guise, barone d’Ancerville (dal 1614 marchese di Boulay) sposo di Henriette, nipote del duca. Nel 1624 il duce acquisirà anche l’altra parte di Barst appartenente agli Hérange per unire il tutto alla signoria del principato di Lixheim (già di Phalsbourg) appannaggio di Louis de Guise.

 

Il castello baronale venne pressoché distrutto durante la Guerra dei Trent’Anni e completamente cancellato da un incendio nel 1872, sulle sue rovine gli abitanti costruirono le loro case (nel 1835 tale Polti fece costruire un nuovo castello di Barst nel parco di Forgets, già pertinenza dell’antico maniero).

 

MARIENTHAL
Il villaggio compare col nome di Klein Helleringen nel XVII secolo, dal 1682 verrà denominato Mariendale, poi Marienthal (“valle di santa Maria”) nel 1779, fissato nel 1869.

 

Unito a Barst nel 1811, e come quello compreso anticamente nel feudo vescovile di Hombourg – St.Avold, del quale seguirà le sorti venendo concesso al duca di Guisa (contrariamente a Barst) nel 1572, poi al duca di Lorena nel 1581.

 

Nel 1593 il duca lo unì a Merlebach e Guenviller nellla signoria (dal 1629 marchesato) di Faulquement, concesso agli Haraucourt, poi i De Bissy nel 1743 e i Choiseul-Beaupré dal 1751.

 

Durante l’invasione tedesca il14 e il 17 giugno 1940 il villaggio venne pesantemente bombardato, e ancora il 20 e il 28 novembre 1944. Per questo venne insignito della Croix-de-Guerre con stella di bronzo.

 

 

 

Lo stemma attuale del comune si blasona: “D’azur à l’agneau d’argent surmonté d’une fleur de lys d’or; à la bordure d’argent” (D’azzurro all’agnello d’argento sormontato da un giglio d’oro, alla bordura d’argento).

 

L’agnello e il giglio sono i simboli dell’eremita saint Wendelin (san Vendelino), popolare santo dell’area germanica titolare della chiesa parrocchiale, mentre la bordura d’argento vuole richiamare il velo monacale di sainte Glossinde, patrona dell’abbazia messina che fu feudataria del territorio in nome del vescovo-conte di Metz.

 

Vendelino, secondo la leggenda era un pellegrino (“Wendelin” può avere il significato di ‘errante’ in vetero-tedesco) di origine scozzese che, sulla via del ritorno da un pellegrinaggio a Roma, si stabilì a Westrich, nel territorio dell’arcidiocesi di Treviri (della quale sarebbe anche diventato vescovo) in romitaggio. Quando un ricco possidente lo criticò per la sua vita oziosa, si decise a passare al suo servizio come pastore di pecore, ma un miracolo obbligò il proprietario a permettergli di tornare alla sua vita solitaria.

 

“Si racconta infatti che Wendelin spesso portava il suo gregge in cima al monte per pregare in silenzio. Una volta che il suo padrone lo vide lassù, si arrabbiò perché non poteva immaginare che Wendelin avrebbe avuto il tempo per tornare a casa prima del tramonto col gregge. Tuttavia, quando il padrone arrivò a casa scoprì che il pastore e il suo gregge erano già lì. Rendendosi conto che si trattava di un miracolo di Dio, concesse a Wendelin di realizzare il suo più grande desiderio e gli lasciò costruire una propria cella eremitica nelle vicinanze della fattoria” (www.santiebeati.it) .

 

Intorno al suo romitorio Wendelin costituì un gruppo di eremiti da ebbe origine l’Abbazia benedettina di Tholey nel Saarland, della quale sarebbe stato eletto abate intorno al 597. intorno si sarebbe poi sviluppata la città di Sankt Wendel.

 

 

 

Nota di Massimo Ghirardi

Stemma Ridisegnato


Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“D’azzurro all’agnello d’argento sormontato da un giglio d’oro, alla bordura d’argento”.

Colori dello scudo:
argento, azzurro
Partizioni:
bordato
Oggetti dello stemma:
agnello, giglio
Pezze onorevoli dello scudo:
bordura
Attributi araldici:
sormontato

LEGENDA

  • stemma
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