Città di Bagnoregio – (VT)

Informazioni

  • Codice Catastale: A577
  • Codice Istat: 56003
  • CAP: 1022
  • Numero abitanti: 3678
  • Nome abitanti: bagnoresi
  • Altitudine: 484
  • Superficie: 72.61
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 30.2

Storia dello stemma e del comune

Lo stemma di Bagnoregio è stato formalmente concesso con Decreto del Presidente Oscar Luigi Scalfaro del 22 aprile 1998, dove è descritto: “di rosso, alla torre di due palchi, d’oro, murata di nero, merlata alla guelfa, il palco superiore merlato di tre, finestrato con grande finestra di nero, sostenuto a sinistra dal leone d’oro, poggiante la zampa posteriore sinistra sul merlo laterale del palco inferiore, la zampa posteriore destra sul fianco del palco superiore, la zampa anteriore destra sulla cinta sostenente la merlartura, la zampa anteriore sinistra sul merlo laterale del detto palco; il palco inferiore merlato di quattro e chiuso con grande porta di nero; essa torre sostenuta dal drago di due zampe, di verde, con la testa rivoltata, allumato di rosso, vomitante fiamme dello stesso, le fiamme attraversanti sul palco inferiore, la coda del drago munita di triplice punta, il tutto accompagnato nel canton destro del capo delle chiavi decussate, con gli anlli all’insù con gli anelli trifogliati, la chiave in banda di oro, attraversante, quella in sbarra di argento, esse chiavilegate d’oro. Ornamenti esteriori da Città”.

Con lo stesso decreto è stato concesso anche il gonfalone civico: “drappo di bianco con la bordatura di rosso, riccamente ornato di ricami di oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrale d’oro, recante la denominazione della Città. Le parti di
metallo ed i cordoni saranno dorati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il Comune. Cravatta con nastri tricolorati dai colori
nazionali frangiati d’oro”.

Dai documenti e dagli antichi Statuti del Comune si evince che lo stemma primitivo era costituito da un leone rampante in campo rosso, nel cap. XVI del primo LIBER DE REGI, Statuto del 1373 si prescrive che nelle manifestazioni si devono innalzare le insegne del Comune e della Chiesa.

Il drago “umiliato” dalla torre, al peso della quale sembra ribellarsi, simboleggerebbe le forze del male vinte dalla “Civitas Dei” governata dal popolo (simboleggiato dal leone) e sotto la guida di Santa Romana Chiesa (richiamata dalle chiavi pontificie), queste ultime sono state aggiunte probabilmente per ultime, a significare il governatorato della Chiesa.

Il Comune è famoso per la sua frazione di Civita, antichissimo centro etrusco soggetto a Volsinii (l’attuale Orvieto) che fu il centro principale del territorio, conquistata dai Romani nel 265 a.C.

Poi conosciuta come Bagnorea, derivato probabilmente dal toponimo di epoca longobarda Balneum Regis, un “bagno termale” di proprietà regia nel 599, in riferimento alle acque termali dalle particolari proprietà terapeutiche. Secondo la leggenda il re Desiderio (o Alboino) sarebbe guarito da una grave malattia, grazie proprio alle acque termali che scaturivano nei pressi della località. Di quel periodo è la testimonianza di Gregorio Magno che la cita come sede episcopale (da una lettera del pontefice al vescovo Ecclesio).

Dopo la dominazione di Visigoti, Goti, Bizantini, poi dei Longobardi venne conquistata dai Franchi di Carlo Magno che consegnarono il territorio ai papi, la concessero in feudo ai conti Monaldeschi della Cervara, che si rivelarono dei tiranni e costrinsero la città alla rivolta, a seguito della quale si instaurò il Libero Comune (intorno al 1161).

I Monaldeschi tentano di minacciare Bagnoregio con la costruzione, iniziata nel 1318, del Castello della Cervara, distrutto però nel 1458 dalla popolazione nuovamente in rivolta.

Dopo analogo tentativo dei Conti Baglioni del Castel di Piero, con la fondazione di Castel Cellesi, nel XVI secolo, la popolazione di Bagnoregio però preferisce un cardinale governatore pontificio pur rinunciando ad alcune delle proprie libertà civili.

Il 10 giugno 1695 un violento terremoto colpisce il territorio, creando uno spettacolare dirupo che separa Bagnorea propriamente detta, dalle contrade di Mercato (oggi Mercatello, dove era la sede comunale) e Rota (dove verrà trasferita la cattedrale): in quest’ultima località si trasferirà la maggior parte della popolazione divenendo la nuova Bagnorea, ossia l’attuale Bagnoregio.

Con Decreto Regio Decreto del 18 giugno 1922 n. 879 di Vittorio Emanuele III il Comune di Bagnorea assume al denominazione di Bagnoregio, riferita all’antica denominazione.

Mentre nel 1927, a seguito del riordino delle Circoscrizioni Provinciali attuata col Regio Decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, viene istituita la Provincia di Viterbo, distaccandone il territorio dalla Provincia di Roma, Bagnoregio ne entra a far parta.

Nota di Massimo Ghirardi
Si ringrazia Alessandro Neri per la gentile collaborazione

Bibliografia:

AA.VV. DIZIONARIO DI TOPONOMASTICA. Storia e significato dei nomi geografici italiani, UTET, Torino 1997, p.65.

Scuderi (Giuliana). Ripensare le connessioni urbane di Civita di Bagnoregio, Streetlib, 2015.

Stemma Ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Fonte: Comune di Bagnoregio

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Fonte: Comune di Bagnoregio

Disegnato da: Massimo Ghirardi

Stemma Ufficiale


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Profilo araldico


“Di rosso, alla torre di due palchi, d’oro, murata di nero, merlata alla guelfa, il palco superiore merlato di tre, finestrato con grande finestra di nero, sostenuto a sinistra dal leone d’oro, poggiante la zampa posteriore sinistra sul merlo laterale del palco inferiore, la zampa posteriore destra sul fianco del palco superiore, la zampa anteriore destra sulla cinta sostenente la merlatura, la zampa anteriore sinistra sul merlo laterale del detto palco; il palco inferiore merlato di quattro e chiuso con grande porta di nero; essa torre sostenuta dal drago di due zampe, di verde, con la testa rivoltata, allumato di rosso, vomitante fiamme dello stesso, le fiamme attraversanti sul palco inferiore, la coda del drago munita di triplice punta, il tutto accompagnato nel canton destro del capo dalle chiavi decussate, con gli ingegni all’insù con gli anelli trifogliati, la chiave in banda di oro, attraversante, quella in sbarra di argento, esse chiavi legate d’oro. Ornamenti esteriori da Città”.

Gonfalone ridisegnato


Fonte: Giancarlo Scarpitta

Disegnato da: Bruno Fracasso

Gonfalone Ufficiale


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Profilo Araldico


“Drappo di bianco con la bordatura di rosso, riccamente ornato di ricami di oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrale d’oro, recantre la denominazione della Città. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della città e sul gambo inciso il nome del Comune. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’oro”

Colori del gonfalone: bianco, rosso
Partizioni del gonfalone: bordato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    22 Aprile 1998