Comune di Aviano – (PN)

Informazioni

  • Codice Catastale: A516
  • Codice Istat: 93004
  • CAP: 33081
  • Numero abitanti: 9270
  • Nome abitanti: avianesi
  • Altitudine: 159
  • Superficie: 113.56
  • Prefisso telefonico: 0
  • Distanza capoluogo: 30.4

Storia dello stemma e del comune

In una zona abitata fin dalla più remota antichità e collegata attraverso antiche vie di comunicazione, intorno al II secolo a.C. avvenne una colonizzazione dei Romani, i quali governavano il territorio dalla sede del Municipium di Concordia Sagittaria. AVIANO è un toponimo prediale, cioè riferito ad un fondo agricolo appartenuto ad un personaggio di nome Avilius (o Avidius), da cui AVILIANUS (o AVIDIANUS).

Nell’XI secolo fu soggetto al vescovo di Concordia, quindi al Patriarca d’Aquileja, al quale è da attribuire la costruzione di un primo castello, che fu oggetto nei secoli di aspre contese e che «portò ad un’organizzazione particolare del territorio, che si sviluppò attorno al castello. Alcuni nobili – chiamati habitatores – furono investiti del Castello, con l’obbligo di residenza e servizio militare e questi costruirono le loro case tra il castello e il percorso della collina. La nuova comunità aveva istituito anche una domus communis per l’amministrazione dei beni, la sorveglianza delle campagne e la riscossione dei tributi. Questo consorzio entrò a far parte del Parlamento della Patria del Friuli, organismo che dai primi del Duecento affiancava il patriarca nelle questioni belliche, politiche, giudiziarie e fiscali» (dal sito del Comune di Aviano).

Nel XII-XIII secolo si registra la presenza nel territori di tre “pievi” (sedi amministrative ecclesiastiche e civili): S. Maria di Calaresio (Montereale); S. Maria di Giais e S. Maria del Castello (di Aviano, detta poi di Santa Giuliana dopo la costruzione della nuova chiesa nel 1329). Tra il XIII e il XIV secolo, la villa di Aviano si sviluppò con un ordinamento di tipo comunale, la Gastaldia, separato dal Castello, tanto da poter entrare anch’essa a far parte del Parlamento della Patria del Friuli.

«Caratteristica della storia avianese di questo periodo, e del suo successivo sviluppo è una “dualità” tra castello – dove aveva sede il capitano e vigeva il diritto militare – e comunità, centro di una gastaldia comprendente anche Montereale e la Valcellina. Questo regime comportò una separazione anche in campo religioso con l’individuazione di una pieve autonoma, nella chiesa di San Zenone, e l’obbedienza a Concordia» (idem).

Nel 1403 il Patriarca Antonio II Pancera promosse una raccolta di tutte le norme e delle consuetudini del territorio, che andò a formare gli Statuti.

Dal 1419 tutto il territorio del Patriarcato aquilejese entrò a far parte della Repubblica di Venezia, Aviano venne assoggettato a Sacile. Nel 1424 tornò autonoma.

Tra il 1477 e il 1499 Aviano, ed i paesi limitrofi furono, saccheggiati e devastati da incursioni dei turchi Ottomani: un gran numero degli abitanti fu ucciso o venduto prigioniero dei musulmani.

Con la caduta della Repubblica di Venezia (1797), Aviano entrò a far parte dell’Impero Napoleonico (che istituì il Comune, con Aviano come capoluogo di Cantone) e, successivamente del Regno Lombardo-Veneto dell’Austria-Ungheria fino al 1866, quando venne annesso al Regno d’Italia.

Nel 1910, nella località di “Comina” nasceva la prima “scuola di volo” che richiamò l’attenzione dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano che era interessato a costruire un campo di aviazione militare, effettivamente sorto nel 1911, e che, negli anni successivi, è stato potenziato fino a diventare la base NATO “Aviano AFB” negli anni ’50.

Il primo simbolo associabile alla Comunità di Aviano è un sigillo della metà del XV secolo riportante un’aquila monocefala (ispirata, forse, all’emblema del Patriarcato d’Aquileja – che alzava un’aquila d’oro in campo azzurro, attuale emblema della Regione Friuli-Venezia Giulia), sul bordo del sigillo compare la scritta “S(IGILVM) CHOMVNIS DAVIANO”. Nel 1597 il Consiglio dei Dieci veneziano stabilisce, tra le altre cose che «detta comunità sia reintegrata a poter in le cose li occorrerà i usar il suo sigillo antico come fanno le altre Comunità della patria…», non viene però specificato quale sia la figura usata sul sigillo. Nel 1607 risulta invece usato – su un cippo confinario – quale simbolo della Comunità un’aquila bicipite; nel 1691 sul sigillo campeggia un’aquila monocipite ma in una raccolta di documenti del 1742 è presente un’aquila bicipite sormontata da una corona (invece del giglio usato di norma).

L’aquila infatti è sormontata solitamente da un giglio araldico schiacciato, che ricorda come nel Medioevo «…quelli di Aviano domandano a quelli di Sacile 20 balestrieri per difendersi da quelli di Polcenigo. (…) loro insegna nel giglio araldico che, assieme all’aquila campeggia ancora oggi nello stemma del comune di Aviano» (Tito Miotti, Castelli del Friuli: Feudi e giurisdizioni del Friuli occidentale). Il giglio era presente nello stemma della famiglia Policreti (linea Castel d’Aviano): “partito, al 1º d’azzurro, al braccio destro, movente dal fianco destro dello scudo, vestito di rosso, tenente con la mano di carnagione una spada d’argento posta in palo; nel 2º, che è d’Aviano, di rosso allo scaglione, accompagnato in punta da un giglio, il tutto d’oro; i due punti con la bordatura d’oro”,1 ed è presente, quale simbolo dei nobili d’abitanza, nei tre architravi della chiesa di Santa Giuliana di Castel d’Aviano.2

Nella prima metà del secolo XIX, durante la dominazione dell’Impero Austro-ungarico, un sigillo rotondo, attualmente conservato presso il Museo del castello di Udine, porta un’aquila bicipite avente in petto uno scudo partito, i cui colori, desunti dai tratteggi riportati, sono: al 1º di azzurro, al 2º di argento; l’aquila non ha tratteggio ma essendo di forma imperiale dovrebbe essere nera; la scritta circolare riporta “RAPPRESENTANZA COMUNALE DI AVIANO”.3

L’aquila continua ad avere due teste anche dopo l’Unità d’Italia, infatti il Comune, alla richiesta nel 1877 di produrre l’arma comunale inviò due disegni; nel primo essa è “di azzurro all’aquila bicipite di nero, sormontata da un fiore di rosso [il giglio schiacciato n.d.r.], bordato di rosa…”, nel secondo “d’argento all’aquila bicipite di azzurro, rostrata e armata di rosso”.4

L’emblema comunale non venne usato durante la prima guerra mondiale, in quanto troppo simile al simbolo della monarchia Austro-ungarica ora avversaria. Nel 1925, l’aquila bicipite venne sostituita con delibera consiliare da un’«aquila italiana a volo spiegato reggente negli artigli un nastro con il motto latino: COMUNITAS AVIANENSIS».

In seguito fu istruita la pratica per ottenere il regolare riconoscimento, secondo quanto previsto dalle leggi dello Stato, dello stemma comunale. Nella seduta della Commissione araldica veneziana dell’8 giugno 1932 la proposta del Comune, che «aveva chiesto che gli fosse concesso di modificare il suo stemma in cui figurava “una vecchia aquila di tipo amburghese”», veniva respinta perché gli elementi del bozzetto presentato erano contrari ad ogni regola araldica, il relatore perciò proponeva il riconoscimento di uno stemma: d’azzurro all’aquila bicipite d’argento. Esiste anche un bozzetto, presumibilmente dello stesso periodo, che presenta uno stemma “d’argento, all’aquila di nero, coronata d’oro (Capo del Littorio)”.5 Il provvedimento di riconoscimento, un decreto del Capo del Governo, fu emesso undici anni dopo la seduta della commissione, il 16 febbraio 1943, e riportava la seguente descrizione: “d’azzurro, all’aquila monocefala d’argento, coronata d’oro (Capo del Littorio)”.6

Il “Capo del Littorio”: è una pezza araldica ispirato dall’uso Napoleonico che fu ideata per contrassegnare tutti gli stemmi civici; si presenta: “Di porpora al fascio littorio d’oro circondato da una corona composta di un ramo d’alloro e uno di quercia legati da un nastro con i colori nazionali”. Il fascio è un’insegna di origine etrusca costituito da un mazzo di verghe e da una scure, tenute insieme per mezzo di corregge: è il simbolo del potere coercitivo della legge, quindi dell’autorità dello Stato. Era portato da Littori, ufficiali di scorta al servizio degli alti magistrati Romani che, con il loro ufficio comminavano pene corporali e capitali. Mussolini lo rese obbligatorio (R.D. n. 1440 del 12 ottobre 1933) ma, alla sua caduta, la norma che lo imponeva fu cancellata e la figura abrasa dagli stemmi (D.L. del 26 ottobre 1944).

Lo stemma concesso nel 1943, anche per gli eventi bellici concomitanti, non entrò mai in uso e nel 1945 venne ristabilita l’antica aquila bicipite.

Se, come abbiamo detto sopra, l’aquila ad un testa è ispirata a quella portata dal Patriarcato d’Aquileja quella bicipite potrebbe essere un’allusione alla doppia sovranità (Gastaldia e Castello) e quindi al doppio voto di cui Aviano godeva in seno al Parlamento della Patria del Friuli, oppure potrebbe trattarsi, ma l’ipotesi è dubbia, «di un riconoscimento concesso agli avianesi dagli imperiali di Pordenone».7

È da dire che l’aquila si ricollega anche al latino “avius” (uccello) che, para-etimologicamente, richiama il toponimo e, in riferimento alla storia recente della località, alla presenza in loco della base dell’aeronautica militare.

Abitualmente, l’aquila presente sullo stemma in uso dal comune porta accollato al petto uno scudetto d’argento, con la scritta COMUNE DI AVIANO.

Note

1 Araldica civica…, op. cit., p 49
2 Altan, op. cit., p. 157
3 Altan, op. cit., pp. 155-6
4 Araldica civica…, op. cit., p 49
5 Araldica civica…, op. cit., p 51
6 Altan, op. cit., p. 156
7 Altan, op. cit., pp. 156-7

Nota di Massimo Ghirardi e Giovanni Giovinazzo

Bibliografia:

Valsecchi A., Bibliografia analitica degli statuti italiani esistenti nella privata biblioteca del D.r Antonio Valsecchi, Vol. 1º, Padova, 1862.
Bollettino del Museo civico di Padova, Museo civico di Padova, 1901.
Araldica Civica del Friuli, pp. 49-51, a cura di Giovanni Maria Del Basso, Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, Fagagna 1978.
M.G.B. Altan, Lo stemma del comune di Aviano in Avian : 52. Congres, 21 setembar 1975, pp. 155-159, Società filologica friulana, 1975.

Stemma Ridisegnato


Stemma Ufficiale


Logo


Altre immagini





Profilo Araldico


Non ancora una blasonatura

Colori dello scudo:
azzurro

Gonfalone ridisegnato


Gonfalone Ufficiale


Profilo Araldico


“Drappo di colore bianco ai due pali d’azzurro posti ai lati…”

Colori del gonfalone: azzurro, bianco
Partizioni del gonfalone: palato

LEGENDA

  • stemma
  • gonfalone
  • bandiera
  • sigillo
  • città
  • altro
  • motto
  • istituzione nuovo comune

    Decreto del Capo del Governo (DCG)
    riconoscimento
    16 Febbraio 1943

    Decreto del Presidente della Repubblica (DPR)
    concessione
    1 Febbraio 1957