Zwolle

Sint-Agnietenklooster van Nemelenberg

(Ex monastero di Sant’Agnese del Nemelenberg) – Canonici Regolari di Windesheim



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Lo stemma del priorato

Il monastero di Zwolle è legato alla vicenda storica dei “Fratelli della vita comune”( Fratres Vitæ Communis , in latino, o Broeders van het Gemene Leven) fondata dal predicatore Geert Groote (1340-1384), nella seconda metà del XIV secolo; egli, dopo un periodo di sette anni di assoluta solitudine, cominciò a predicare il pentimento e l’espiazione nei Paesi Bassi andando di villaggio in villaggio, proclamando la bellezza dell’amore divino e denunciando il lassismo del clero e dei suoi costumi empi. Il fervore e il potere trascinante delle sue parole favorì le conversioni e l’adesione di molti seguaci: un gruppo in particolare si unì a lui per aiutarlo e si denominò Fratelli (e Sorelle) della Vita Comune.

 

Come prevedibile si attirò feroci accuse di eresia da parte dei nobili e dell’alto clero, ma il movimento ottenne l’approvazione di papa Bonifacio IX nel 1395. Dopo a morte di Groote, il successore  Florence Radewyns fondò il monastero di Windesheim, che divenne la casa madre del nuovo ordine di canonici, che adottò la regola agostiniana (unita a proprie Costituzioni), e residenza del Priore Generale con l’approvazione nel 1414 da papa Martino V durante il Concilio di Costanza. Nel 1573 papa Gregorio XIII disgiunse la carica di priore di Windesheim da quella di priore generale, quest’ultimo dal 1731 ha assunto il titolo di Preposito Generale.

 

Analogamente all’esperienza delle Beghine e dei Begardi, anche i Fratelli della Vita Comune non pronunciavano i voti canonici,conducevano una vita semplice e si mantenevano grazie al ricavato del loro lavoro personale. Il loro scopo era quello di coltivare la propria vita interiore e in tal senso si dedicavano alla preghiera, allo studio e all’insegnamento (Sacre Scritture, Latino e anche opere letterarie) assumendo una forte connotazione intellettuale.

 

Groote era convinto che la combinazione di religione, onesto lavoro e insegnamento/apprendimento fossero una via sicura per la salvezza e l’evoluzione spirituale delle persone: tutti quindi dovevano essere messi nelle condizioni di leggere e comprendere la Bibbia, che lo stesso Groote tradusse nella lingua del popolo. Suoi seguaci furono Niccolò Cusano, Erasmo da Rotterdam, Adrian Florenzs (eletto papa Adriano VI)

 

La comunità di Sint-Agnietenberg di Zwolle venne fondata nel 1384 da tre monaci provenienti dalla comunità di Windesheim, presso una preesistente cappella dedicata a Sant’Agnese e a Santa Maria Maddalena, posta su una modesta altura detta Nemelerberg poche miglia a nord di Zwolle, col benestare del vescovo di Utrecht, Frederik van Blankenheim, del 18 gennaio 1398. Il primo priore fu padre Johannes Haemerkken , fratello del letterato e teologo Thomas Haemerkken  (noto come Thomas van Kempis o Tommaso Malleolo in italiano: “piccolo martello”, traduzione letterale del cognome), che entrò anch’egli tra i canonici di Sint Agnietenberg, al quale è attribuita la stesura del libro “De imitatione Christi” (l’imitazione di Cristo) che è il secondo libro più venduto e letto nella letteratura cristiana dopo la Bibbia. Padre Thomas morì nel 1472, il 25 luglio, nel monastero dove condusse vita appartata e schiva.

 

Nell’opera “L’imitazione di Cristo” si propone l’abbandono del proprio volere, viene minimizzata l’importanza delle forme esteriori di religiosità a favore di una ricerca interiore fatta di silenzio e contemplazione. Una vita essenziale, semplice, pratica, che può venire seguita sia da laici che religiosi per la propria crescita spirituale, eliminando i gesti esteriori formali.

 

Il consiglio cittadino di Zwolle però non vedevano di buon occhio il nuovo convento, dato che i suoi beni godevano dell’esenzione dalle tasse e avrebbero comportato un mancato introito da parte della città. Quindi i canonici, il 25 marzo 1398, dovettero trasferirsi a Dalfsen, nella tenuta denominata Westerhof. Tuttavia il 26 agosto 1398 l’intervento del vescovo van Blankenheim consentì ai frati di tornare sul Nemelerberg.

 

Il vescovo van Blankenheim morì il 10 ottobre 1423, i monaci di Zwolle si trovarono coinvolti nella contestata elezione del successore: il 6 febbraio 1425 venne eletto Zweder van Culemborg, al quale la borghesia e i nobili di Utrecht imposero il 26 settembre 1426 Rudolf van Diepholt, che il papa Martino V non riconobbe e i monaci di Zwolle con lui. Il monastero perse quindi molti dei privilegi concessi dai predecessori e fu per osservare l’interdetto scagliato dal papa contro l’ “antivescovo” che i monaci si trasferirono in Frisia, dove rimasero dal 1429 al 1432, quando il vescovo van Culemborg venne deposto e van Diepholt “legittimato” (il 10 dicembre 1432) , al loro ritorno furono costretti ad affrontare una nuova epidemia di peste nera, che imperversò sui Paesi Bassi dal 1440 e per un intero anno, ma il nuovo vescovo permise loro di ingrandire la chiesa abbaziale e donò un nuovo reliquiario per i resti di Sant’Agnese.

 

Con l’avvento della Riforma calvinista si rese necessaria la riorganizzazione delle Diocesi cattoliche dei Paesi Bassi, il monastero di Zwolle venne soppresso e il suo patrimonio assegnato alla Mensa della nuova sede vescovile di Deventer, inizialmente assegnata a Johannes Mahusius, che però non riuscì ad essere consacrato, il primo vescovo fu il minorita italiano Egidio I de Monte, imposto dagli Spagnoli, che prese possesso dell’ex monastero di Sint-Agnietenberg nel 1571 e fece trasferire i canonici a Leuven, nel vecchio convento di Sint-Maartens, la biblioteca venne dispersa. Nel 1580 la città di Zwolle aderì ufficialmente alla Riforma protestante, il culto cattolico venne proibito.

 

Tra il 1581, quando persino la casa madre di Windesheim fu distrutta, e il 1591 il municipio di Zwolle (i cui membri erano tutti ferventi protestanti) fecero demolire gli edifici dell’ex monastero (oggi ne romane solo il cimitero).

 

Il colto pastore Arnold Waeijer, arciprete di Zwolle, fece in tempo però esumare le spoglie di Thomas van Kempis e le fece nascondere nella chiesa cattolica “nascosta” denominata “Onder de Bogen” che si trovava all’interno di un edificio privato nella Nieuwstraat . 

 

Nel 1672 Zwolle fu assediata dalle truppe del principe-vescovo di Colonia e del vescovo di  Münster, che inflissero pesanti distruzioni.

 

Nel 1674 Hermanus van Arnhem fece costruire un elaborato reliquiario per preservare le ossa di Thomas van Kempis, che venne spostato più volte nelle varie chiese della parrocchia, per finire in quella di San Michele (Michaëlkerk) in Roggenstraat, costruita nel 1892 da Friedrich Mengelberg grazie anche alle generose donazioni di nobili di vari paesi. Purtroppo questa chiesa neogotica venne demolita nel 1966 e il monumento-reliquiario di Thomas van Kempis distrutto, nonostante le vivaci proteste dei parrocchiani.

Dal 5 giugno 2006 le spoglie del celebre mistico riposano nella Onze Lieve Vrouwebasiliek (Basilica di Nostra Signora Assunte) di Zwolle, in un modesto ma onorevole cofano decorato.

 

Oggi esistono due Congregazionei di Windesheim: quella Riformata che appartiene alla Chiesa protestante nei Paesi Bassi e mantiene una sede a Windesheim, in quello che in origine fu il birrificio del monastero, e una cattolica che dal XVII era stata aggregata alla Congregazione dei Canonici Lateranensi come Congregazione Laterano-Vindesemense che, dopo la distruzione della sede di Windesheim, trasferì la sede a Colonia. Di fatto estinta nel XIX secolo (nel 1865, l’ultimo canonico di Windesheim morì nel monastero Grauhof vicino a Goslar), se non formalmente, venne fattivamente ricostituita nel 1960 dall’abate lateranense Karl Egger (fondatore nel 1958 della Congregazione dei Canonici Regolari di Sant’Agostino) latinista ufficiale della Santa Sede, papa Giovanni XXIII ne approvò le costituzioni nel 1961. Il primo Monastero, intitolato a Santa Maria Regina, fu fondato dallo stesso abate Egger a Tor Lupara (frazione di Fonte Nuova), nella periferia di Roma, il 25 marzo 1963. La casa generalizia attualmente si trova presso il Monastero di Sank Michael a Paring (Langquaid), presso Ratisbona, che nel 1616 fu sede di un tentativo di rinascita da parte dei benedettini di Andechs (vittima della secolarizzazione del 1803).

 

Non siamo venuti a conoscenza di uno stemma proprio del monastero di Sint-Agnietenberg. Oggi la Congregazione Riformata possiede un sigillo storico, con una pianta di vite accollata ad un palo, circondata dal motto “O, Windesem, Vinea Dei Sempiterna- JHO 15,5” (“O, Windesheim, Vigna del Signore di Sempre” JHO 15,5), il riferimento è al versetto al Vangelo di Givanni 15,5: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.” E chiarisce il significato della figurazione.

 

L’Ordine dei Canonici regolari di Sant’Agostino della Congregazione di Windesheim  ha un suo proprio stemma, che si blasona: “D’azzurro a a due ali spiegate d’argento sormontate da una stella a sei raggi d’oro. Lo scudo accollato dal pastorale e timbrato da un cappello a 12 fiocchi nero”.

Non si conosce esattamente il significato degli elementi presenti nell’attuale stemma, anche se le ali spiegate, nell’araldica religiosa, sono generalmente un attributo angelico, in particolare dell’arcangelo Michele, mentre la stella è uno degli attributi iconografici della Vergine Maria e della fede in Dio. Sono un riferimento all’abbazia di Santa Maria Regina di Tor Lupara dove ebbe sede il primo priorato alla ricostituzione dell’Ordine. L’abate Egger ebbe una particolare devozione ai Santi Angeli, in particolare all’Arcangelo san Michele, patrono della Chiesa Universale insieme a s. Giuseppe, al quale dedicò l’Associazione “Milizia di s. Michele Arcangelo” che venne canonicamente eretta il 6 gennaio del 1980 nella cappella del monastero Santa Maria Regina a Tor Lupara.

Dal 2011 si trova in commercio la birra Agnieten Beer, prodotta dalla Brouwerij Hettinga di Zwolle (di proprietà di Joyce and Focke Hettinga), che viene servita nel ristorante e nella Theehuis (“sala da the”) che sorge sul luogo dell’antico monastero, erede della “locanda contadina” del 1717. Tramanda la memoria dell’antica comunità monastica ai cui postulanti si chiedeva di “dormire bene, mangiare bene e obbedire bene” poiché “… questi tre punti sono il fondamento della stabilità nella vita monastica“.

 

L’immagine di Thomas van Kempis compare sulle etichette, tratta da un dipinto di paesaggio dove si vede il monastero come sfondo alla sua figura, seduta, con un libro in mano. La birra è nata come strumento di pubblicità di una mostra del 2011 dedicata alla “Modern Devotion” organizzata dall’Historisch Centrum Overijssel sull’esperienza dei Fratelli della Vita Comune. 

 

La “Agnieten Beer” è una bionda dorata, no filtrata, con un volume alcoolico del 5,5%. Una curiosità: per la produzione viene utilizzata “acqua vitalizzata”secondo il modello biodinamico.