Kelso

Blessed Virgin and Saint John Abbey of Kelso

(Ex abbazia della Beata Vergine e di San Giovanni di Kelso) – Monaci Benedettini della Congregazione Tironese



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Una prima fondazione monastica avvenne presso Selkirk da parte di un gruppo di monaci provenienti dall’abbazia francese della Santissima Trinità di Tiron (oggi Thiron-Gardais, vicino a Chartres, che fu casa-madre della Congregazione benedettina Tironese) intorno al 1113, grazie all’iniziativa del principe David di Cumbria, durante il regno del fratello Alexander I di Scozia.

 

Già nel 1126 però la comunità si trasferì a Kelso, alla confluenza del fiume Tweed con il Teviot, presso la città di Roxburg (“Royal Burgh”), che David, divenuto re di Scozia, stava sviluppando come importante centro politico ed economico del potere regio, con il benestare del vescovo John di Glasgow. La data di fondazione è stata registrata il 3 maggio 1128 (come ricorda una pietra posta nel 1978, 850° anniversario, tra le rovine dell’abbazia).

 

Nel 1143 i monaci furono in gradi di edificare una prima abbazia, dedicandola alla Beata Vergine e a San Giovani, che fu in grado di accogliere le spoglie mortali del figlio del re, Henry conte di Northumbria, morto nel 1152. In breve tempo divenne una della più potenti del regno e l’abate John (1160-1180) fu il primo abate scozzese a ricevere il privilegio di indossare la mitra nel 1165.

 

Durante le guerre di indipendenza scozzese, trovandosi l’abbazia molto vicina al confine inglese, ne subì le conseguenze. Nel 1299 l’abate di Kelso fu un inglese, Thomas di Durham (1299-1307), anche se la comunità difendeva con veemenza la propria identià “scozzese”.

Roxburgh e Berwick up on Tweed, che era il principale porto scozzese della regione, furono spesso conquistate dalle armate inglesi, che non risparmiavano il monastero.

 

Nel 1460 il re Giacomo II fu ucciso in battaglia presso l’abbazia, che fu scelta per l’incoronazione del neonato principe Giacomo, come Giacomo III di Scozia. Seguì un periodo di relativa pace e prosperità, interrotto nel 1517 da un nuovo attacco inglese.

 

Dopo il 1544 gli edifici vennero pesantemente devastati dalle truppe di Enrico VIII Tudor, re d’Inghilterra, che inviò il conte di Hertford a distruggere le abbazie della Scozia meridionale: Kelso, Melrose, Dryburgh, Jedburgh, durante disputa con la regina Maria Stuart regina di Scozia, che venne definita “Rough Wooing”. Ne 1545 i difensori si ritirarono in una delle grandi torri, ma tutti furono infine massacrati, compresi i dodici monaci presenti.

 

La comunità si riprese, bene o male, ma con l’istituzione della Riforma protestante scozzese nel 1560 venne decretata la soppressione dell’abbazia. Un piccolo contingente di monaci rimase sul posto, ma nel 1587 risulta ufficialmente abbandonata.

 

Nel 1607 il sito divenne una signoria secolare, con il titolo di Holydean, concesso all’ultimo abate commendatario dell’abbazia, Robert Ker di Cesford, poi conte di Roxburghe.

Tra il 1647 e il 1771 la parte degli edifici, ormai in rovina, venne trasformata in chiesa parrocchiale; questo almeno ne preservò quella parte, dato che il resto venne demolito e le pietre utilizzate per la costruzione di altri edifici nella cittadina di Kelso.

Nel 1805 anche la chiesa venne demolita e, oggi, rimangono solo la torre occidentale con arte della facciata e il transetto della antica chiesa abbaziale. Nel 1903 vi sono state aggiunte alcune parti a formare il mausoleo dei duchi di Roxburghe, su progetto di Reginald Fairlie, in forma di chiostro medioevale: la “Roxburghe Aisle”.

 

L’antico sigillo dell’abbazia mostra la figura della Vergine col bambino tenente un ramo (forse di rosa, assonante a Roxburg) sul quale è posata una colomba.

 

 

La birra “Selkirk Abbey”, è curiosamente prodotta dalla Selkirk Abbey Brewing Company fondata nel 2011 a Post Falls, nell’Idaho (USA) tra le città di Spokane e Coeur d’Alene, e  ricorda nella denominazione il primo sito di fondazione della comunità monastica scozzese di Kelso. La ditta ha, come simbolo, una croce che rassomiglia a quella nota come “Croce di San Benedetto” (con la legenda est. 2011). Si può degustare presso il pub aziendale in vari tipi dai nomi evocativi:

 

  • Selkirk Abbey “8°” Dubbel, in stile “abbazia” belga all’8,5 %
  • Selkirk Abbey “10°” Quad (quadrupel) al 9,8%
  • Selkirk Abbey “12°” Strong Dark, scura all’11,8%
  • Selkirk Abbey “Afterlife” (Aldilà) IPA belga al 5,7%
  • Selkirk Abbey “Atonement” (Espiazione) tripel all’8,6%
  • Selkirk Abbey “Deacon” (Diacono), Pale Ale belga al 5,5%
  • Selkirk Abbey “Chapel” (Cappella), bianca belga al 4,9%
  • Selkirk Abbey “Infidel” (Infedele), IPA belga “imperiale” all’ 8,2%
  • Selkirk Abbey “Guilt” (Colpa), Porter aromatizzata al caffè, all’8,3%
  • Selkirk Abbey “Saint Augustine”, estiva al 6%
  • Selkirk Abbey “Selkirk Grace” (Grazie Scozzese), Ale al 6,5%

 

E altre varietà, tra le quali molte stagionali