Hoegaarden

Sint-Gorgonius Collegialekerk van Hoegaarden

(Chiesa Collegiata di San Gorgonio di Hoegaarden) – Ex Canonicato del Capitolo della Cattedrale di Colonia



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Oggi la cittadina di Hoegaarden è caratterizzata dalla grande chiesa barocca dedicata al santo martire Gorgonio di Nicomedia, costruita tra il 1754 e il 1759, testimonianza dell’ultima fase storica del Capitolo di Huardis, composto da canonici della Cattedrale di Colonia, fondato sul terreno del castello donato dalla contessa Alpaïdis (o Alpeide) di Brunengruz/Bruningerode alla fine de X secolo. Alla morte della contessa nel 987, ultima della sua stirpe, l’imperatore Ottone III, concesse il feudo a Notger, primo principe-vescovo di Liegi, del quale divenne un enclave all’interno del ducato di Brabante.

 

Durante il regno dell’imperatore Carlo V d’Asburgo Hoengaarden ebbe un periodo di vita tranquillo, ma quando il figlio Filippo II di Spagna, signore dei Paesi Bassi Spagnoli, inviò come governatore il duca d’Alba per ristabilire l’ordine nei domini in rivolta ebbe inizio un periodo di persecuzioni e terrore, anche la cittadina ne subì le conseguenze, come per tutto il periodo delle guerre di religione. Nella guerra di Luigi XIV contro l’Olanda anche Hoengaarden fu costretta a sostenre le spese di guerra del principato di Liegi, alleato del re francese. Solo con il dominio austriaco, tra il 1713 e il 1794, la regione conobbe un periodo di pace e prosperità, soprattutto grazie alla produzione locale di birra (1726 erano attivi 36 birrifici). Fu proprio agli introiti della produzione brassicola che si poté ricostruire la chiesa romanica e trasformarla nella grande chiesa barocca-rococò che vediamo oggi.

 

La Rivoluzione francese mise fine al periodo d’oro, successivamente la concorrenza dovuta alla predilezione di birre leggere tipo lager e, soprattutto, ai saccheggi durante le due guerre mondiali hanno avuto un effetto devastante sull’industria della birra di Hoegaarden. L’ultimo birrificio fu chiuso nel 1957. 

 

Solo nel 1966 Pierre Celis prese la decisione di ripristinare la tradizione brassicola del luogo, aprendo il birrificio De Kluis ( “il Monastero” in neerlandese), nel 1988 venne devastato da un furioso incendio e nel 1989 venne acquisito dalla Interbrew di Lovanio (ora parte del gruppo multinazionale Anheuser-Busch In Bev) che continua la produzione con la denominazione “Hoengaarden”. Pierre Celis decide di emigrare negli Stati Uniti, dove fondò la birreria Celis ad Austin in Texas.

 

Dal 2004 il parco di 4 ettari della collegiata è un parco pubblico comprendente 26 giardini tematici (“De Tuinen van Hoegaarden”).

 

La birra Hoegaarden è considerata la “regina” delle birre bianche (bière blanche/witbier), termine che, in questo caso calza a pennello: la bevanda è caratterizzata da un colore estremamente chiaro.

 

Si producono attualmente:

  • Hoengaarden Witbier, bianca con schiuma persistente e profumata di scorze d’arancia, dal gusto fresco, leggermente acidulo dovuto al frumento non maltato, e un retrogusto lieve ma persistente di agrumi (la ricetta comprende coriandolo e scorza d’arancia).
  • Hoegaarden Grand Cru: si tratta di una ale forte (gradazione alcolica 8,6% vol.).
  • Hoegaarden Speciale: versione più invernale; più ambrata, corposa e ricca nel gusto. Gradazione alcolica 5,7% vol.

La data del 1445, che compare sulle etichette, si riferisce all’anno nel quale i canonici di Hoengaarden misero a punto la loro ricetta per la produzione della birra per il loro fabbisogno.

Sulle bottiglie compaiono anche due stemmi: quello proprio della collegiata, con cuna mano insignita di un manipolo, sorta di piccola stola che solo i sacerdoti portavano sul polso sinistro e simbolico dell’ordinazione sacra ricevuta, tenente il bastone pastorale del superiore del capitolo in quanto rappresentante del principe-vescovo (e oggi acquisito dal Comune di Hoengaarden) e quello del birrificio: con una mano tenente la caratteristica pala da maltatore.