Heylissem

Abdij van Heylissem

(Ex Abbazia d’Ophelyssem / Hélécine) – Canonici Regolari Premostratensi (Norbertini)



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L’abbazia di Heylissen (Hélécine in francese) fu fondata “per onore della Vergine Maria” con il benestare di Alexandre de Juliers, vescovo di Liegi, verso il 1130 nell’attuale regione del Brabante Vallone, dal signore del luogo Renier de Zétrud-Lumay in una località verdeggiante lungo il corso del Petite Gette, che chiese aiuto al fratello Gerland de Zétrud-Lumay, abate di Floreffe, che ottenne l’approvazione del papa Eugenio III per inviarvi un gruppo di confratelli. Inizialmente venne istituita come abbazia “mista”: una comunità maschile di “canonici” e una femminile di “canonichesse”, soggette ad un unico abate, il primo dei quali fu Ermenric, discepolo di san Norberto (in seguito, nel 1142, le canonichesse si trasferiranno a Stocquoy, presso Jodoigne e, verso il 1200, a Seumay).

Tra la fine del XII e il XIII secolo il patrimonio fondiario e finanziario dell’abbazia si accrebbe notevolmente, anche grazie alla gestione delle numerose parrocchie soggette del territorio (Neerwinden, Cumptich, Budingen, Perwez, Bunsbeek, Linsmeau, Pellaines, Roosbeek, Wanghe, Dieghem, Hévillers, Hoeleden, Jauche, Glabbeek, Hautem-Ste-Marguerithe); il duca di Brabante, che vi soggiornava spesso, autorizzò la fortificazione dell’abbazia, precauzione che non salverà la comunità delle devastazioni delle Guerre di Religione del XVI e XVII secolo, quando il passaggio frequente di truppe francesi, spagnole, olandesi procureranno ingenti danni al patrimonio e alle parrocchie dipendenti: saccheggi, incendi, violenze di ogni tipo. L’abate Van der Molen farà ricostruire il monastero con grande dispendio di mezzi in forme lussuose. il 27 novembre1568 con l’arrivo delle truppe riformate del Principe d’Orange nel Brabante i religiosi si disperderanno, alcuni si rifugeranno a Liegi, altri al priorato di Langwaden.

Nel 1635 venne completata una ulteriore riedificazione degli edifici, ma nuovamente le truppe olandesi si accamparono presso l’abbazia, dove il principe Federico-Enrico d’Orange-Nassau pose il proprio quartier generale per attaccare la vicina Tirlemont. Ulteriori consistenti danni verranno apportati, e la distruzione pressoché totale verrà apportata nell’estate del 1693 dai francesi, vittoriosi sulle truppe di Guglielmo III d’Inghilterra nella battaglia di Neerwinden.

Nel 1768 l’architetto Laurent-Benoît Dewez venne incaricato dall’abate di progettare e realizzare la completa ricostruzione dell’abbazia, comprendente una grande cupola di 47 metri d’altezza sulla chiesa abbaziale, consacrata nel 1780.
L’abate Dave che si oppose alle riforme anticlericali di Giuseppe II d’Asburgo, venne esautorato e il governo del monastero venne affidato ad un ufficiale della Chambre des Comptes, tale N. van Bellinghen, assistito da un economo, e sotto il controllo diretto del Conseil Royal dei territori fiamminghi austriaci.

Il dramma però si presentò allorché l’abbazia dovette essere evacuata il 25 settembre 1796 all’arrivo dei rivoluzionari francesi, che saccheggeranno nuovamente il monastero prima di venderlo a privati, e i venticinque monaci residenti furono costretti a fuggire in Germania, nel monastero di Langewaden, l’ultimo abate, don Demanet, morì nella parrocchia di Pellaines (già dipendenza del monastero) nel 1807, dopo aver cercato invano di ricostituire la comunità premostratense, che comprendeva ancora undici membri.

Il cenobio venne acquistato nel 1797 da un benedettino sconsacrato di Gand, per 212.000 fiorini, che cedette tutto a tale Carré, a sua volta lo rivendette ai Tiberghien, infine il complesso venne trasformato dapprima in una filanda, poi in una distilleria, quindi in una fabbrica di fecola e uno zuccherificio dai baroni Van den Bossche che lo acquisirono nel 1821; poi successivamente le ali laterali e la chiesa verranno distrutte per trasformare l’edificio, oltreché in opificio industriale, in uno “chateau” residenziale in stile neoclassico, completato nel 1870, su disegno dell’architetto Alphonse Balat (sulla facciata resteranno però le statue dei quattro Evangelisti). La contessa Georgine d’Oultremont, sposa del figlio del barone van den Bossche, lascerà il « domaine d’Opheylissem » al nipote, il conte Albert d’Oultremont che ne farà la residenza di famiglia nel 1919.

Il 23 marzo 1962, il Consiglio Provinciale del Brabante rilevò l’antico edificio dall’ultimo proprietario, la contessa Margherite d’Oultremont-van de Werve, trasformandolo nell’attuale Domaine Provincial d’Hélécine, aperto al pubblico.

Lo stemma dell’abbazia si può blasonare: “di rosso, alla Vergine Maria coronata nimbata, tenente sul braccio destro il Bambin Gesù anch’esso coronato e nimbato, e colla mano sinistra uno scettro gigliato, il tutto d’argento; sostenuta dalla campagna di verde; sul tutto, in punta, lo scudetto ovale d’argento con le lettere maiuscole H.C.R.V.H. di nero poste in croce”.

Come molte altre case dell’Ordine Norbertino, si è adottato come emblema la figura della Vergine Maria, regina del cielo, con il Divino Infante sul braccio.
L’acronimo dovrebbe stare per “Christus Regnat Vincimus” (Cristo regna: vinceremo, nel sendo si “non possiamo fallire”) mentre le due “H” stanno per il due toponimi, fiammingo e francese, della località Heylissem/Hélécine.

La Brasserie ADA (ovvero dell’Abbaye D’Aulne) di Gozée produce oggi la birra “Abbaye de Hèlécine” e “Heylissem”, riprendendo una produzione locale risalente al XVII secolo, nei tipi:

– Blonde, 6%
– Brune, 6%
– Triple Blonde, 9%
– Triple Brune, 9%