Břevnov

Břevnovský Benediktinské Arciopatství sv. Vojtěcha a sv. Markéty

(Arciabbazia di Sant’Adalberto e Santa Margherita di Břevnov) – Monaci Benedettini



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La leggenda della fondazione di questo celebre cenobio racconta che il nome deriva da un’asta d’oro giacente presso la sorgente Brusnice presso la quale si incontrarono il re Boleslao II e Sant’Adalberto di Praga, “per volere divino” nel 993.

Sant’Adalberto di Praga (Vojtěch), della casata degli Slavník, aveva conoscoiuto i benedettini durante i suoi studi a Magdegurgo, in Germania. Nel 983 venne nominato vescovo di Praga, ma a causa dei feroci disaccordi con l’aristocrazia boema partì per Roma alla fine del 988 e un anno dopo entrò come monaco nel monastero dei Santi Bonifacio ed Alessio sull’Aventino, a Roma.
Su pressante richiesta dell’arcivescovo di Magonza e su ordine del papa fece ritorno alla sede arcivescovile di Praga nel 992. Da roma portò con sé dodici confratelli dell’Aventino, per i quali, con la collaborazione del re Boleslav II, fondò l’abbazia di Břevnov, in onore della Vergine Maria, San Benedetto, San Bonifacio e Sant’Alessio, che venne approvata da papa Giovanni XV con la bolla del 31 maggio 993. Nel 994 Adalberto lasciò di nuovo Praga e morì nel suo viaggio missionario in Prussia come martire il 23 aprile 997.
Il primo abate del monastero di Břevnov fu il romano Anastasio che, intorno al 996 partì con alcuni monaci per l’Ungheria, dove il Gran Principe Géza permise loro di costruire un monastero a Pannonhalma, oggi principale abbazia ungherese.
I primi monaci di Břevnov vivevano in case di legno temporanee, fu l’abate Meginhardus di Niederaltaich (1035-1089), col sostegno del duca Břetislav I, li sostituì con edifici in pietra intorno al 1040.
Alla metà dell’XI secolo il monastero era costituito da una chiesa in stile romanico a tre navate con una cripta nella parte orientale e un coro sopraelevato, la residenza dell’abate e alcuni blocchi necessari per la comunità, comprendente diversi edifici agricoli.
L’abate Bavor di Nečtiny (1290-1332) intorno all’anno 1300 cercò di completare la ricostruzione del complesso in stile gotico, sotto il suo abbaziato il monastero raggiunse la sua più grande prosperità, ma la ricostruzione non è mai stata completata (durante la sua visita al monastero nel 1357, l’arcivescovo Arnošt di Pardubice dichiarò che alcuni edifici del monastero erano in stato di emergenza). Probabilmente dopo la morte dell’abate Bavor, il cantiere venne interrotto e il monastero rimase incompiuto fino al periodo delle guerre hussite, quando il 22 maggio 1420, venne incendiato e l’abate Nicholas II si rifugiò nel priorato di Brumov con i confratelli, da quel momento le due abbazie vennero unite in un unico complesso monastico, che divenne tra i più importanti del territorio dell’attuale Cechia, con una celebrata scuola di Grammatica, che soppravviverà fino al 1939, quando verrà soppressa dai nazisti. Tra gli oggetti preziosi portati dai monaci in quell’occasione c’era il celebre Codex Gigas, il più grande manoscritto del mondo, trasferito in Svezia come bottino di guerra nel 1648.

Per lungo tempo dopo le turbolenze delle guerre d religione la comunità monastica di Břevnov rimase molto piccola e il monastero stesso fu riparato solo in parte.

Nel 1336, con la bolla Benedectina, all’abbazia di Břevnov furono assoggettati tutti i monasteri boemi e, nel 1393, anche quelli moravi

I primi veri ampliamenti e ricostruzioni , anche se sempre solo parziali, furono eseguiti tra il 1537 e il 1553, sotto l’abbaziato di Matěj di Tachov, che portò all’apertura della chiesa nel 1545. È molto probabile che questa chiesa tardogotica sia stata solo riparata con il coro prolungato a ovest dell’ex chiesa gotica.

Dopo la Guerra dei Trent’anni, iniziò un periodo di prosperità con l’abate Thomas Sartorius (1663-1700) che promosse la radicale ricostruzione tra il 1668 e il 1672,del periodo rimane l’edificio a sud della chiesa, ben conservato, il cosiddetto Convento di Sartorio, opera del capomastro Martin Reiner.

Purtroppo, solo quattro anni dopo gli edifici del convento e la chiesa furono danneggiati dal fuoco il 13 luglio, festa di Santa Margherita (questo potrebbe essere il motivo per cui l’abate scelse le parole “Quod nocet, docet” – ciò che fa male, insegna – come motto). La ricostruzione dopo l’incendio fu guidata dal capomastro di origine italiana Martino Allio e in seguito da Pavel Ignác Bayer. La chiesa di Santa Margherita è uno dei massimi esempi del barocco ceco, papa Pio XII le ha assegnato nel 1948 il titolo onorario di Basilica minore.

Don Othmar Zinke (1700-1738), l’abate più importante del periodo barocco di Břevnov, iniziò una completa ricostruzione dell’intero monastero nel 1708. Pavel Ignác Bayer diresse i lavori di costruzione all’inizio, ma l’abate Zinke non era soddisfatto del suo lavoro, per questo che nel 1709 lo sostituì con il bavarese Kryštof Dientzenhofer (1655-1722) e suo figlio Kilián Ignác (1689-1751) che lo affiancò dal 1716.

Kryštof Dientzenhofer costruì una nuova vasta chiesa ad aula unica, e un nuovo monastero, quindi innalzò il Palazzo della Prelatura (cioè la residenza dell’abate) tra il 1716 e il 1721, nella quale l’ambiente più importante è il Salone Teresiano, che prese questa denominazione in occasione delle modifiche per una visita ufficiale dell’imperatrice Maria Teresa d’Asburgo nel 1753.

Sia la chiesa che il monastero erano riccamente decorati dai più famosi artisti dell’epoca: i pittori Petr Brandl (1668-1735), Jan Petr Molitor (1702-1756), Jan Jakub Stevens di Steinfels (1651-1730), Cosmas Damian Asam (1686-1739) e Jan Karel Kovář (1709-1749); gli scultori Matěj Václav Jäckl (1655-1738) e Karel Josef Hiernle (1693-1748).

Ogni qualvolta che si svolgeva una campagna militare nella Boemia centrale, il monastero di Břevnov ne soffriva costantemente a causa della sua posizione sulla principale via d’accesso a Praga da ovest. Questo fu il caso della situazione dopo la battaglia della Montagna Bianca (1620) quando il monastero fu saccheggiato dai mercenari dell’imperatore; come negli anni di guerra 1741-1742 quando subì le razzie dei francesi e dei sassoni; ancora nel 1744 quando servì da ospedale per l’esercito prussiano e nel 1757 per quello prussiano.
Venne danneggiato al punto che fu necessario restaurare e riconsacrare la chiesa del monastero il 9 ottobre 1757.

Durante le guerre di Napoleone divenne nuovamente un ospedale militare, questa volta per gli eserciti alleati di Austria, Prussia e Russia, ma anche molti soldati francesi vi furono accolti. Durante il periodo tra il 1939 e il 1945, vi furono alloggiati soldati cecoslovacchi, tedeschi e sovietici furono. Il monastero doveva fornire i finanziamenti per l’alloggio dell’esercito e le cure mediche dei soldati feriti.

Per tutto il XVIII e XIX secolo il monastero associato di Broumov fu il principale centro spirituale e culturale dei benedettini in Boemia, e il monastero di Břevnov ebbe un ruolo di secondo piano.

Questa insolita convivenza, una sorta di “doppia abbazia”, cioè due comunità separate sotto un solo abate, durò fino al 3 gennaio 1939 quando, in una reazione alla complicata situazione politica, papa Pio XI proclamò Břevnov e Broumov abbazie autonome. Don Dominik Prokop, l’allora abate di Břevnov in Broumov, divenne abate di Broumov nel gennaio 1939.

Il monastero di Břevnov rimase sotto la giurisdizione della Santa Sede, rappresentata dal delegato apostolico C. Hofmeister, abate del monastero di Metten in Baviera . Don Anastáz Opasek divenne il superiore della comunità di Břevnov, come un priore conventuale.

Negli anni ’30 del XX secolo il monastero di Břevnov crebbe di nuovo nella sua importanza nel campo della vita e della cultura spirituale, anche se solo per un breve periodo di tempo, interrotto dall’occupazione della Cecoslovacchia da parte della Germania quando il monastero di Břevnov fu requisito dall’esercito tedesco.

Nel 1939 le due abbazie vennero separate dalla Santa Sede su base linguistica: quella ceca di Břevnov e quella germanica di Brumov (in tedesco Braunau), dato che si trovava nel territorio dei Sudeti, annessi alla Germania hitleriana. Nel 1946, con la salita al potere dei comunisti, i benedettini tedeschi vennero espulsi e si trasferirono a Rohr nella Bassa Baviera.

Il 25 febbraio 1948 avvenne la prese di potere del regime comunista. Nell’aprile del 1950, con la cosiddetta “operazione K”, furono chiusi tutti i monasteri del paese, incluso il monastero di Břevnov. I monaci furono internati e anche dopo che furono rilasciati, non poterono continuare la loro vita monastica ma dovettero lavorare come civili. Successivamente, alcuni sacerdoti poterono tornare al loro servizio sacerdotale, come sacerdoti diocesani.

Una parte del monastero di Břevnov venne occupata dalla polizia segreta comunista (il convento Sartorius e gli edifici agricoli) e dal Ministero dell’Interno (la residenza del prelato e il convento vennero essere usati come archivi del Ministero stesso). Solo la chiesa e la casa parrocchiale potrebbero servire al loro scopo originario.

L’abate don Anastáz Opasek fu arrestato e imprigionato il 19 settembre 1949, fu accusato di alto tradimento e spionaggio; il 2 dicembre 1950 lui e alcuni altri dignitari furono condannati all’ergastolo. Venne rilasciato solo nel 1960 pur in libertà vigilata. Successivamente lavorò come muratore e come magazziniere presso la Galleria Nazionale di Praga. Nel 1968 lasciò il paese per vivere in esilio nel monastero benedettino di Rohr, Germania (questo era il luogo in cui l’ex comunità di Broumov continuava la sua vita monastica dopo che i suoi monaci erano stati espulsi dalla Boemia). Poté tornare al suo monastero di origine di Břevnov solo nel 1990.

Durante il regime comunista il monastero venne in gran parte deturpato, al ritorno della comunità benedettina fu restaurato, con l’aiuto degli altri monasteri benedettini, anche stranieri, e nel 1993 si celebrò il millenario del monastero, che ricevette il titolo onorario “arciabbazia” da papa Giovanni Paolo II che visitò personalmente il monastero il 25 e il 26 aprile 1997, nell’anno del millennio di sant’Adalberto.
Dopo il 1990 Břevnov e Broumov sono stati riuniti di nuovo – il monastero di Broumov è stato amministrato dal superiore del monastero di Břevnov fin ad oggi.

Sia i monasteri di Břevnov che quelli di Broumov, insieme al monastero di Emmaus a Praga, il monastero di Rajhrad in Moravia, il monastero di Maribor in Slovenia e Ćokovac in Croazia creano la congregazione benedettina slava di Sant’Adalberto (Sv. Vojtěch).

Il monastero gestisce oggi un hotel e un ristorante situato nei suoi locali, le sale rappresentative della Residenza sono disponibili per occasioni culturali e vari eventi pubblici o privati. Dal 1991 è stato nominato monumento nazionale.

I benedettini di Břevnov hanno avviato alcune attività agricole e forestali sulle terre loro restituite, attività che forniscono alla comunità le risorse finanziarie necessarie per mantenere il monastero e un posto di lavoro per quasi quaranta dipendenti. I monaci-sacerdoti della comunità di Břevnov sono incaricati della cura pastorale della parrocchia nei santuari di Santa Margherita e della vicina chiesa di Bílá Hora (Montagna Bianca, sorta sul luogo della celebra battaglia tra cattolici e protestanti dell’8 novembre 1620), che, dal 2007,ospita una comunità di suore benedettine della Komunität Venio (Comunità Venio) di Monaco di Baviera.

Del convento fa parte un vasto giardino con la residenza estiva della “Vojtěška” (Adalbertina) con la cappella che sorge sul pozzo costruito sulla sorgente del ruscello Brusnice, dove fu eretto il primitivo monastero. Anche questa piccola villa è opera di Kilián Ignác Dientzenhofer, e fu edificata tra il 1722 e il 1725.

Il Monastero di Břevnov è noto anche per la sua fabbrica di birra, la cui esistenza è documentata già nel XIII secolo, per cui è la è la antica della Boemia. Kilián Ignác Dientzenhofer fu l’autore anche di un nuovo birrificio del XVIII secolo, chiuso perché antieconomico nel 1889 e demolito durante l’ampliamento della strada per Karlovy Vary, l’odierna via Patočkovy.
Nello splendido edificio barocco delle ex scuderie nel 2013 è stato ricostituita la Břevnovský klášterní pivovar sv. Vojtěcha (Birreria dell’abbazia di Sant’Adalberto di Břevnov) associata al Pivovarský dům, in Nové Město a Praga.

Si può degustare:

– Břevnovský Benedict “Klasická světlá dvanáctka” classica ceca chiara (“světlo” significa “luce”), con gradazione di 12%.
– Břevnovský Benedict “Klasický tmavý ležák”, tipo Lager a quattro malti 11%
– Břevnovský Benedict “Pšeničné pivo” birra di frumento (pšenice) in stile bavarese a 11 %
– Břevnovský Benedict “Imperial Lager” una lager forte a 20 %
– Břevnovský Benedict “Russian Imperial Stout” un tipo di birra molto popolare alla corte della zarina Caterina “la Grande” a 21 %
– Břevnovský “Benedict Klášterní IPA” una IPA “monastica” in stile inglese a 15%
– Břevnovský Benedict “Břevnovské Abbey” un tipo “abbazia” speciale a 17%
– Břevnovský Benedict “Pšeničný Bock” di frumento stagionale a16 %