Achel

Abdij Onze-Lieve-Vrouw-van-La-Trappe-van-de-Heilige-Benedictus van Achel

(Abbazia di Nostra Signora della Trappa e di San Benedetto d’Achel – Monaci Cistercensi della Stretta Osservanza) –



Altre immagini

Sottobicchiere

Francobollo

Etichetta

Etichetta

L’abbazia la cui denominazione ufficiale è Abdij Onze-Lieve-Vrouw-van-La-Trappe-van-de-Heilige-Benedictus è nota anche come “Achelse Kluis” si trova in parte sul territorio belga, nel comune di Hamont-Achel, e in parte sul suolo olandese, nel comune di Heeze-Leende (ha, perciò, anche due indirizzi postali).
e si trova nel villaggio di Achel, un tempo comune autonomo oggi fuso con Hamont nella nuova circoscrizione amministrativa di Hamont-Achel, proprio al confine tra il Noord-Brabant (Paesi Bassi) e il nord del Limburg (Belgio), in una vasta riserva naturale di campi, foreste e brughiere, sulle rive del fiume Warmbeek /Tongelreep.
Sorse come eremitaggio denominato “de Kluis” (“l’Eremo”) dedicato a San Giuseppe nel 1656, su iniziativa di Petrus van Eynatten d’Eindoven, i membri adottarono la regola benedettina nel 1731, mentre nel 1796 venne soppresso dal Governo Rivoluzionario e venduto a Jan Diederik van Tuyll van Serooskerken, signore di Heeze, Leende e Zesgehuchten.
Nel 1838 un gruppo di monaci trappisti dell’abbazia di Westmalle si trasferirono nell’antico convento dei cappuccini di Meersel-Dreef, anch’esso smantellato durante la Rivoluzione, ma non trovandolo adatto rilevarono l’eremitaggio di Sint Joseph di Achel dalla baronessa Tuyll van Serooskerken di Heeze nel 1846, don Joseph-Marie de Mook, già priore a Meersel, sarà il primo priore trappista di Achel (fino al 1868), nel 1871 verrà concesso il titolo di abbazia ed eletto il primo abate regolare: don Bonaventure Hoes.
Lo stemma dell’abbazia è stato adottato nel 1935 e mostra tre alberi sulla riva del fiume, in riferimento alla massima giuridica latina attribuita al giureconsulto Neratio Prisco (I sec.d.C.) “Tres faciunt collegium” (“tre parsone bastano per costituire un’associazione”) a simboleggiare la necessità di solitudine per il raccoglimento dei monaci, e simboleggiano le solide radici piantate nel terremo ma con la chioma verso il cielo, mentre l’emblema è completato dal motto SUPER RIVOS AQUARUM (lett. “lungo la corrente dell’acqua”) ripresa dal testo biblico dell’Ecclesiaste (XXXIX, 17):

In voce dicit: Obaudite me divini fructus,
et quasi rosa plantata super rivos aquarum fructificate.

(Una voce dice: ascoltate me, progenie di Dio,
e germogliate come un rosaio piantato lungo la corrente dell’acqua).

Il motto si riferisce alla posizione del monastero, presos il quale scorrono due ruscelli, ma è anche un incitamento a “fiorire” e crescere nella fede e nella prosperità. Dimentichi delle cosa transitorie, come l’acqua che scorre.

Nel 1850 negli antichi edifici restaurati dell’abbazia venne impiantata una birreria, operativa dal 1852,ad uso pressoché esclusivo della comunità monastica, che venne però smantellata dai tedeschi nel 1914 per ricavare stagno e rame per le necessità belliche, mentre i monaci vennero costretti all’esilio.
Nel 1943, dopo un sopralluogo della Gestapo, i tedeschi decisero di distruggere la parte dell’abbazia in territorio belga (l’altra parte era posta nel territorio neutrale dei Paesi Bassi) imputando le spese ai monaci, i quali che torneranno in possesso del complesso alla fine del conflitto, pesantemente devastato. In occasione del centenario della fondazione nel 1946 iniziarono i lavori per la ricostruzione dell’abbazia, che sarà più grande e funzionale, con una monumentale basilica gotica, progettata dal noto architetto olandese Petrus Josephus Hubertus Cuypers, consacrata nel 1889. Altre parti sono state aggiunte secondo il progetto di Jos Ritzen nel 1924.
A causa del calo del numero di monaci, nel settembre 2011 il Capitolo Generale dell’Ordine trappista decise di ridurre il monastero al rango di priorato dell’abbazia di Westmalle. Dal 2018 la comunità terapeutica Fazenda da Esperança (“Fattoria della Speranza”), con sede in Brasile, ha preso posto nell’abbazia, insieme ai pochi monaci trappisti rimasti (i quali però sono in procinto di trasferirsi alla “casa madre” di Westmalle).
Ebbe una sua propria birreria, istituita all’arrivo dei Trappisti alla metà del XIX secolo, ma smantellata dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, per ricavarne rame e stagno per uso bellico. Solo nel 1998 venne ripristinata la produzione brassicola all’abbazia (mai interrotta durante la guerra, e affidata a produttore esterni) inizialmente sotto la guida di fratel Thomas (già mastro birraio a Westmalle) e fratel Antoine (birraio a Rochefort):
– Achel Trappist Blonde Tripel, 8 %.
– Achel Trappist Brune, 8 %.
Solo occasionalmente si producono le birre speciali, disponibili solo in loco:
– Achel Blonde Extra, 9,5%.
– Achel Brune Extra, 9,5%.
Tra le numerose “filiazioni” di Achel si annovera anche l’abbazia di Saint-Rémy-de-Rochefort nel 1887, anch’essa nota per la sua produzione brassicola, nonché l’abbazia di Notre-Dame-de- l’Emmanuel a Kasanza nel 1858, la prima in Congo.
Nonostante la crisi vocazionale la produzione verrà mantenuta anche per i prossimi anni.